KITCHEN PARTY CON I MUFFIN DI CASAIZZO

Non sapete che fare il sabato pomeriggio? Vi vengo in aiuto proponendovi un kitchen party a base di muffin. Ingredienti fondamentali: un uomo, una donna, una cucina. Intendiamoci, viene bene anche in due uomini o due donne, l’importante è che ci sia la cucina. Da soli però non è altrettanto divertente. Prendiamo una teglia per muffin. Come? Non sapete cosa sono i muffin? Meglio, lo scoprirete alla fine. La teglia per muffin comunque è oblunga e ha 12 cavità a forma di vaschetta. Le ricette infatti sono in genere per 12 muffin. Servono 375 g di farina da setacciare in un recipiente assieme con 3 cucchiaini di lievito in polvere, 2 di zucchero e 2 di sale. Il risultato dovrebbe essere un monticello bianco nel recipiente, una tendinite dovuta al setaccio e un po’ di farina sparsa su vestiti, pavimento e piano di lavoro. Mentre l’uomo si dedica al setaccio, la donna può sbattere 2 uova in 250 ml di latte – ottenendo così di schizzare materia giallastra un po’ su tutti i muri e in special modo sul telecomando, che chissà come si trova sempre in mezzo quando meno te lo aspetti. Intanto, in un pentolino, si faranno sciogliere 125 g di burro. Attenzione: non va bene se il burro diventa nero e puzza. Basta semplicemente scioglierlo e poi farlo raffreddare. Adesso nel recipiente della farina si possono versare latte, uova e burro fuso, mescolando con un cucchiaio di acciaio finché gli ingredienti avranno formato un impasto grumoso. Deve essere grumoso perché i muffin riescano. Ora: scegliamo qualche tipo di muffin. Io e Stefi vi proponiamo olive nere e rosmarino, formaggio alle erbe di provenza e formaggio e semi di sesamo. Nella fattispecie, la cucina dovrebbe diventare un campo di battaglia dopo aver sminuzzato, triturato e affettato rispetivamente: 170 g di olive nere e 1 cucchiaio di rosmarino fresco sminuzzato per la ricetta 1; 150 g di fontina e 2 cucchiai di timo, erba cipollina ed erbe di provenza per la ricetta 2; 5 cucchiai di semi di sesamo tostati, 60 g di fontina e 50 g di parmigiano grattugiato per la ricetta 3. A questo punto vi renderete conto che l’impasto è per 12 muffin, ma anche gli ingredienti che avete amorevolmente preparato sono per 12 muffin! Dodici per ognuna delle tre ricette… Il party si prolunga, dunque! Rimbocchiamoci le maniche: servono altri due impasti base come quello descritto prima. La teglia dove avete cotto i primi 12 muffin al rosmarino e olive va unta di nuovo ogni volta che colate dentro l’impasto amalgamato a sua volta con gli altri ingredienti. Il forno deve comunque essere ben caldo (210 gradi – 200 con forno ventilato) e i muffin in 20 minuti dovrebbero essere pronti. Bucate il muffin recalcitrante con uno stecchino per vedere che questo non rimanga umido. Il party si conclude con una sessione pressoché infinita di lavaggio di piatti: per fare tutto il necessario, infatti, avrete adoperato come minimo 24 recipienti in plastica, qualche robot da cucina e un numero imprecisato di posate. Yum, yum! Adesso non resta che consumarli! Ma attenzione: la dose di 36 muffin per due persone non è consigliata. Potrebbe causare disfunzioni organiche. L’idea migliore è surgelarli quasi tutti, per un consumo dilazionato nel tempo… Buon divertimento!

GAIMAN E PALAHNIUK, LETTURE AFFASCINANTI

Mi è venuto in mente che ho finito un paio di libri interessanti. Uno è Coraline di Neil Gaiman, consigliato da Cassiel e Horselover Fat, nonché blurbato (come amo usare questo gergo corrotto) da Valerio Evangelisti in persona. L’altro è Ninna Nanna di Chuck Palahniuk – un altro delirante incubo metropolitano. Su Coraline non si possono che esprimere pareri favorevoli. Averne di libri per l’infanzia così, ai miei tempi. Se letto con gli occhi di un bambino, Coraline è abbastanza terrorizzante (così come I lupi nei muri, l’altra "fiaba illustrata" realizzata con Dave McKeane uscita da poco). Immaginate una ragazzina curiosa ma sola, con dei genitori assenti, che la ignorano per la maggior parte del tempo. Coraline scopre esplorando la casa una porta murata che però una bella notte si apre su un mondo parallelo, in cui vivono l’altra sua madre e l’altro suo padre. Due esseri in tutto e per tutto simili ai veri genitori, ma con bottoni neri cuciti nella carne al posto degli occhi. Paura, eh? Siamo dalle parti del mago sabbiolinoNinna Nanna è invece inquietante per altri aspetti. E’ un libro su un virus, ma è anche esso stesso un virus. Potrei a questo punto declamare, citando Burroughs e Laurie Anderson, che il linguaggio stesso è un virus che viene dallo spazio. Ma non lo farò. Oops, l’ho appena fatto… Ninna Nanna. Dice: leggi l’ultimo libro di Palahniuk. Dico: beh, io ho solo visto il film Fight Club, ma è entrato di prepotenza nei miei Cult Movies. Dice: sì ma questo è diverso. Dico: diverso come. Dice: diverso. Una famiglia disfunzionale (curioso come l’immaginario USA sia sempre più colpito da questo topos) scorrazza per gli states in cerca di una filastrocca, il canto della dolce morte. Pronunciandolo, o anche solo pensandolo e associandolo ad una persona, questa morirà. Tra cadaveri a decine e psichedelia antiglobalizzazione, seguiamo le avventure di Helen, Carl, Ostrica e Mona alla ricerca del grimoire che gli conferirà i poteri magici più sconvolgenti… Oltre ad essere un bel libro, va segnalato il passerotto morto in copertina. E’ molto morbido e liscio, e strofinarlo aiuta nella lettura.

PRECISAZIONE

In aggiunta al mio post precedente, vorrei sottolineare che non ho figli. Da questo semplice fatto si può agevolmente desumere il grado di totale deficienza del management che mi ritrovo.