L’ETERNO SPLENDORE DELLA MENTE SENZA MACCHIA

Al di là del titolo italiano pessimo (Se mi lasci ti cancello), The Eternal Sunshine of the Spotless Mind secondo me è la commedia sentimentale più riuscita degli ultimi anni. Lo so che poi mi danno dello snob – la gente all’uscita dal cinema ha due reazioni (1: miiii che cazzata; 2: non ho capito nulla) – ma io l’ho trovato geniale. Bisogna essere attentissimi perché per 3/4 il film si svolge dentro la testa del protagonista, con logiche di sogno, allucinazione e compresenza di elementi scenici impossibili. Ma è affascinante sul serio. Il film aveva già un indubbio appeal per me perché i protagonisti sono Jim Carrey e Kate Winslet (due tra gli attori che preferisco al mondo) e perché il film è scritto da Charlie Kaufman (uno che di interni di cervelli se ne intende dato che ha scritto Being John Malkovich e Adaptation) e diretto da Michel Gondry, uno che si è fatto le ossa lavorando con Bjork – tanto per fare un esempio. Quindi non c’era storia… Il film è girato in digitale, montato in modo ardito e recitato in modo superlativo soprattutto da Jim Carrey, in un ruolo tutto sommato inedito per lui. Smorfie limitate al minimo e parti drammatiche assolutamente credibili. Mettiamoci anche Kirsten Dunst, Elijah Wood e Mark Ruffalo di contorno che non guastano per niente… Un vortice di ricordi d’amore cancellati via via e un finale che esprime veramente, secondo me, il senso di una relazione di coppia (ma non voglio rovinare la sorpresa raccontandolo). Dico solo che la battuta finale del film "Okay" detta da Jim Carrey e ripetuta da Kate Winslet per me ha un senso simile allo "Yes…" finale di Molly Bloom nell’Ulysses di Joyce. E con questo abbiamo sparato tutte le cartucce culturali della settimana…!

LA RESISTENZA DI BUTCH (PT. 5)

Oggi la dottoressa mi ha accolto dicendomi "Ma sei sempre più magro"! Amo questa donna. In effetti anche le donne amazzoni (le frequentatrici del gabinetto di agopuntura) oggi si sono dimostrate molto complimentose… Quella con le tette enormi e i bottoni della camicetta che sembrano sempre sul punto di scoppiare mi ha detto "Sei proprio diventato figo"! Quella con i pantaloni a vita bassa e due bei palmi di natiche in vista mi ha detto "Rispetto a quest’estate non ti riconoscevo"!… Io automaticamente ho pensato "mi si vogliono fare". Ma in realtà non è così, è solo la deformazione professionale di noi uomini, che abbiamo il cervello in collegamento diretto coi genitali. E comunque io non mi accorgerei assolutamente di essere dimagrito, se non fosse per la cinghia che vado stringendo. Oggi riflettevo su queste donne esuberanti che mi circondano. Esuberanti, cioè "ex-ubere", fuori dalla mammella. E’ proprio il caso di dirlo. L’equivalenza secondo me è: tette grosse = maggiore socievolezza e propensione ai rapporti interpersonali. Tette piccole = carattere chiuso e poco propenso agli scambi. Di certo non mi aiutano le riviste femminili che si trovano dalla dottoressa. Prendiamo per esempio l’ultimo numero di Anna. C’è un intero servizio sul BDSM e sulla gioia di essere sculacciate. Ti spiegano come lavare meglio le tute di latex per non rovinarle e che tipo di fazzoletti mettere ad una festa sadomaso per indicare che ti piace dominare o essere dominata. Brrr. Ripiego su GQ e ci trovi "tutte le posizioni dell’estate", illustrate dalle "ragazze GQ del mese". Insomma, oggi mi sentivo come il dottor Antonio di Fellini, ossessionato dall’Anitona e dal terribile ritornello "Bevete più latte… il latte fa bene…"! Poi gli aghi hanno fatto il loro dovere, e sono scivolato dalla veglia al sonno coccolato dalle vibrazioni…
Mayday! Mayday! I recettori si stanno disperdendo!
– Non mollare Carson, dal sistema centrale arriva notizia di un grande dolore!
– Capitano… se ne infilano un altro siamo fottuti! Non lascerò che muoiano tutti per mantenere la posizione!
– Maledizione Carson… Hai ragione… Ripiegate sotto l’ombelico!
– Aaaaaggghh!
– Carson… Carson, che succede?
– Le vibrazioni, signore… stanno eccitando tutti i recettori. Le vie sono bloccate!
– Cristo! Andate via ho detto! Prendi Polly con te e riparate sotto l’ombelico! Le onde sono meno forti in quella zona!
– Ma quando ci reincontreremo? Se lei rimane sulla fascia laterale le sarà difficile tornare al centro!
– Non ti preoccupare, Butch… è tutto a posto
– Cosa…? Cosa vuole dire? Hanno messo gli aghi anche lì? Risponda!
– Era inevitabile, Butch… Dovresti saperlo che non hanno nessuna pietà.
– No!!! Aggiri il campo! Si porti sull’altra fascia!
Non c’è più tempo… sono già qui fuori. Butch… Salvatevi. Almeno voi due, ricominciate nel basso ventre.
– Comandante…! Comandante Mitchell!!!
– Io… [zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz]
– No… Bob! Raduna i superstiti! Ripieghiamo il prima possibile a sud! E trovami subito Polly!
[to be continued]

BLOG COMPLEANNO A ME!

Mmmmhhh… tra una balla e l’altra non mi sono nemmeno accorto che dieci giorni fa questo blog ha compiuto un anno! Allora auguri a me stesso in ritardo! ;-))
Secondo Sergio dopo un anno di vita generalmente un blog muore, o si evolve in qualcosa di più elaborato. Vedremo cosa succederà. Credo che la mia pigrizia non mi stimolerà più di tanto a migrare su piattaforme tipo Movable Type o simili. Però non credo che il blog si esaurirà. Se dovessi interrogrami sul perché lo faccio (io di solito faccio le cose senza interrogarmi mai, e questo può essere un problema), direi che ho più di un buon motivo per bloggare. Il primo è ricordarmi quello che faccio, dato che anche oggi non ricordo ciò che ho fatto due giorni fa. Come un diario personale, ma più consono a chi lavora costantemente con monitor e tastiera. Il secondo e forse più importante motivo è condividere esperienze – in fondo tutto il senso della mia presenza on line è questo. Mettere in comune esperienza e conoscenza (nei campi in cui posso condividerla). Commenti, mail e confronti sono alla fine la cosa più interessante del gioco. Se le mie cose servono anche a qualcun altro, è tanto di guadagnato. Senza contare che, come dicono tutti i grandi maestri, nella scrittura occorre esercitarsi quotidianamente, per almeno mezz’ora al giorno, anche se non si ha nulla di particolare da scrivere… Tanto per non perdere l’allenamento!