Mi scappa troppo di segnalarvi il Toshare!… A parte le cazzate, il Toshare parte domani, e si preannuncia molto interessante. A parte che l’evento figherrimo (Marcel.lì Antunez Roca) c’è già stato e io non ci potevo andare (sgrunt), da domani fino al primo marzo ci sono queste installazioni deliranti a Palazzo Cavour assolutamente da vedere! Ingresso libero e consumazione artistica obbligatoria… E poi una paccata di altre cose tra cui il mitico Blogrodeo di venerdì 25 al Bu.Net di Via San Quintino 15, serata organizzata da MC Candi e Axell, alla quale parteciperanno (udite!) Roberto "Net to Be" Grassilli, Eriadan e il gruppo di Fumetti Disegnati Male! Quindi, insomma, partecipate numerosi…! Io dovrei riuscire ad esserci, problemi sanitari permettendo. E se no ci si vede a Palazzo Cavour.
E ORA, QUALCOSA DI COMPLETAMENTE DIVERSO
Pare che mi sia evitato una clamorosa figura di merda. Meno male. Però mi è rimasto il dubbio. La cosa va così: vedo alla FNAC (il mio principale inferno di tentazioni) il DVD di E ora qualcosa di completamente diverso, uno dei primi capolavori demenziali dei Monty Python. Ovviamente mi precipito ad acquistarlo. Lo porto a casa e lo inserisco con cura e amore nel PC (il televisore, con annesso lettore DVD, è in riparazione ormai da quasi un mese: lo tengono in ostaggio). Il PC frulla un po’ e non lo riconosce. Nel senso che non vede nessun disco nel drive. Mi innervosisco. Provo il portatile: è più vecchio ma di solito funziona. Il disco non viene comunque riconosciuto. Mi innervosisco doppiamente. Piccato, decido di recarmi alla FNAC a cambiare il DVD incriminato, ma ovviamente sono in possesso non dello scontrino fiscale (a me gli scontrini si volatilizzano autonomamente dopo 5 minuti che sono uscito da un negozio) ma solo dello scontrino della carta di credito. Purtroppo non ha alcun valore ai fini della garanzia FNAC e nemmeno il mio appello alla carta clienti FNAC viene preso in considerazione. Deluso, me ne torno a casa con il mio DVD fallato. Oggi lo inserisco nel PC dell’ufficio per dimostrare ai miei colleghi lo smacco subìto e… Il DVD funziona! Come è possibile? Sarò costretto a vedere il film dei Monty Python in ufficio? La cosa potrebbe essere malvista dal management… Se qualcuno ha qualche dritta da darmi su questo problema, è il benvenuto.
L’HORROR ITALIANO QUANDO NON ERA MUMMIFICATO
Che godimento quando riesci a scoprire una perla nascosta nelle pieghe del tempo, dopo averla rincorsa per più di un mese…! L’ho ordinato tempo fa e finalmente è arrivato, La maschera del demonio di Mario Bava, in edizione doppio DVD della Ripley’s Home Video (secondo me l’unico studio italiano di authoring DVD degno di questo nome, che ha editato Herzog e Wenders tra gli altri). Il film di Bava per me era un mito da sempre conosciuto ma mai vissuto. L’horror italiano nasce con La maschera del demonio, un ibrido strano tra atmosfere gotiche e romanzo ottocentesco, influenzato dall’horror classico ma innovativo nei suoi artigianali eppure efficacissimi effetti protosplatter. Oserei dire una spanna sopra le coeve produzioni di Corman e quelle inglesi targate Hammer: Bava nasceva come direttore della fotografia e il suo film d’esordio è tutto giocato sui contrasti di luce, sul gusto per l’inquadratura, sull’illuminazione espressiva dei volti, degli occhi… soprattutto sulle ombre, come ogni buon horror che si rispetti. La storia, basata su un racconto di Gogol, è quella di un’antica maledizione lanciata da una strega-vampira su una famiglia della Moldavia. Barbara Steele viene subito consacrata icona assoluta del genere, nel suo magico doppio ruolo di vittima polposa e strega perfidissima e sfigurata. I primi dieci minuti dei film, prima dei titoli di testa, sono più potenti del 90% degli horror attuali. Nel secondo DVD, ricco di speciali, spicca un bel documentario che copre tutta la produzione di Bava, "maestro del macabro", fino al 1976 – anno del suo ultimo film. Intanto, il testimone era passato a Dario Argento, al figlio Lamberto e – in tempi più recenti – a Michele Soavi. Da almeno 15 anni, purtroppo, l’horror italiano è mummificato. Aspettiamo ancora un nuovo erede…
