SCRIPT DOCTOR SI’, MA CON GIUDIZIO

Qui il tempo stringe, e mi rendo conto che quest’anno il sito pietroizzo.com non è stato un granché aggiornato. Del resto il sito ha diminuito drasticamente il suo carattere di work in progress prima con la nascita di questo blog (ragion per cui le minchiate quotidiane e settimanali le riservo a voi fedeli lettori) e poi con l’innamoramento per Flickr, che mi porta a concepire il mio portfolio fotografico in un modo radicalmente diverso. Sul sito resta tutto ciò che c’è di più o meno professionale riguardo alla mia persona. Gli articoli, le considerazioni sul lavoro nel campo del web, la passione per la sceneggiatura. Tutto questo resta e – pian pianino – cresce (specialmente per quanto riguarda il mondo della sceneggiatura ho in mente di preparare presto qualche nuova sorpresa). Quel che c’è di più aggiornato, vista la stagione e l’avvicinarsi del mio trentacinquesimo compleanno, è la mia wishlist. Vi prego di tenerla in considerazione qualora, leggendo le mie disavventure, riteniate che io abbia contribuito a migliorare il vostro umore e/o la vostra pop culture in qualche modo. Potete spedirmi i vostri pacchi dono direttamente a casa. Post scriptum dedicato agli aspiranti sceneggiatori: il fatto che mi dedichi a questo campo con passione non vuol necessariamente dire che io abbia tempo di leggere tutte le sceneggiature che mi inviate. Anche perché non ho alcun contatto con alcuna casa di produzione cinematografica (non sarei dove sono altrimenti). Perciò mi scuso in anticipo – e in alcuni casi in ritardo – con chi ha pensato che potessi fare lo script doctor a tempo perso: posso anche leggere tutto, ma ci metto una vita…! 😛

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IO E LA MOTO, UN RAPPORTO DIFFICILE

Io e la moto. Il rapporto incomincia sabato mattina, con la seconda lezione di guida. Ad un mese di distanza dalla prima. Ovviamente era già tanto se mi ricordavo dov’era la frizione. Venti minuti di ripasso in garage e poi via, sfrecciando in moto al seguito di Andrea, l’istruttore ottimista (lo dico perché è già in procinto di pensare una data per il mio esame: illuso!)… In via Mazzini, angolo Via Accademia Albertina, si pianta la moto al semaforo. Prima di trovare la folle (operazione praticamente impossibile) e spostarmi, o di pensare che potevo comunque mettere in prima e ripartire, passano un verde, un rosso e metà di un altro verde. I clacson dietro di me si sprecavano, nonostante avessi il gilettino "Scuola Guida ACI". Se eravate a quell’incrocio verso le 12.40 di sabato scorso, perdonatemi. A forza di tenere la frizione cominciano i primi sintomi di tendinite. Per non perdere l’esercizio trascino il giorno dopo il papà in cortile, e tanto per passare un’ora insieme in allegria lo convinco a farmi provare la sua moto. Che, a differenza del suzukino della scuola guida, pesa 300 kg e ha un avviamento molto più complicato. In ogni caso, tra un battito in testa e l’altro, riesco a fare senza fermarmi una decina di circonvoluzioni dell’isolato. Una grande vittoria. Sono tutti molto orgogliosi di me. Io però ho scoperto che l’esame si svolgerà su strada e che io avrò un auricolare tramite il quale l’esaminatore mi dirà cosa fare e dove svoltare: paura! Delirio! Non ce la farò mai…

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SONO IL CICCIABOMBA CANNONIERE

Finalmente, dopo intere settimane di ricerca, ho trovato quello che cercavo: pantaloni della mia misura! Non capisco perché, infatti, la taglia che porto io (aumentata di 4 punti nell’ultimo anno) sparisce dai negozi alla velocità della luce. O siamo tutti cicciabomba cannoniere, oppure delle ultime taglie ne producono due esemplari due destinati ai cicciabomba torinesi più astuti e veloci (e io non appartengo a nessuna delle due categorie). Ebbene sì, le particelle di grasso, capitanate da Butch Carson e Polly, dopo la guerra dell’agopuntura e la conseguente sconfitta hanno organizzato la resistenza e sono tornati in forze sul mio punto vita nel giro di 18 mesi. Comunque, dicevo, li ho finalmente trovati. Non tirano, non stressano, non soffocano. Poi dicono che la popolazione tende ad ingrassare. Ma non fanno le taglie grosse. Vadano a cagare. Mentre rimuginavo improperi nei confronti dell’industria della moda, passa una Smart gialla (l’equivalente nel ventunesimo secolo della vecchia 500 gialla portasfiga): è SuzukiMaruti che mi saluta strombazzando, ma io ovviamente non lo riconosco e lancio distrattamente un vaffanculo anche a lui. A questo porta lo stress della vita moderna. Il Suz mi telefona poco dopo per farsi riconoscere – una forma di cortesia tra blogger. Se non siamo un po’ più buoni almeno noi, giovani nerd intrippati con le reti sociali…! Intanto, silenziosamente, il Natale si avvicina.

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