CAMBIAMENTO NERO

OK, confesso: ho intitolato il post con le due parole più abusate di questa campagna elettorale ormai felicemente conclusa. Anche io, come tutti, ho passato un bel po’ di tempo a spulciare blog, prime pagine di giornali on line, twitter, friendfeed, etc. al solo scopo di bearmi della vittoria di Obama. Una vittoria in cui, confesso, non credevo (ma si sa, è il pessimismo della ragione vs. l’ottimismo della volontà). Adesso c’è da incrociare le dita per vedere che non ce lo sparino subito, questo nuovo re del mondo, ma insomma… Il mio cuore è un po’ più grande stamattina.

Poi leggo questo, che è esattamente quello che penso anche io messo nero su bianco da un’altra persona e salacemente commentato da altre persone. E come sempre rido amaro. Nei miei sogni più sfrenati, Obama sputtana Berlusconi ignorandolo o magari scambiandolo per un cameriere a un pranzo di gala, cose così. Ma la realtà è diversa. Posso rallegrarmi finché voglio, ma quello che succederà qui da noi è che da un lato il nano salterà subito sul carro del vincitore con uno dei suoi proverbiali e clamorosi voltafaccia, e dall’altro il moscio si esalterà sperando di avere anche lui un po’ di quel “cambiamento” con cui giocare.

La tristezza infinita e desolante del panorama italiano, insomma.
Che almeno prima potevo pensare “sì, ma quelli stan messi peggio“. Adesso no.

4 risposte a “CAMBIAMENTO NERO”

  1. Beh, diciamo che il Berlu ci ha provato a saltare sul carro di obama con la cosa dell’abbronzatura. Essendo un remida in reverse com’è, gli è uscita l’ennesima cazzata. (tra l’altro, per me neanche delle peggiori, il nano stava cercando di stabilire un contatto, lui è lampadatissimo)…

  2. Finalmente nello Studio Ovale siederà qualcuno che conosce la differenza fra un libro e una sega a motore, che non considera la cultura e la sintassi come espressioni di “fighettismo”, secondo l’atroce neologismo caro ai duri e puri. Non uno “come me”, ma uno migliore di me, capace di ascoltare, ma anche di riflettere e di circondarsi di persone delle quali non teme la concorrenza, perché non soffre di complessi di inferiorità.

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