BIGGER THAN LIFE: LA REGOLA DEL 50%

Questa cosa è venuta fuori in un commento al post precedente, ed è indicativa di quanto Léaud mi conosce bene. Sa cioè che io sono un po’ come il papà di Big Fish, un po’ esagerato e un po’ bigger than life, come dicono gli americani, che di taglie forti ne capiscono. Ne voglio parlare ancora perché è un interessante approfondimento introspettivo (sto per esaminarmi l’ombelico, quindi volendo potete smettere di leggere qua, a meno che non vi piaccia la lanugine). Io – e qui immaginatemi con la coppola sul cuore e gli occhi da gatto di Shrek – non dico mai balle. Se le dico è per un giusto fine (a mia madre per esempio), ma in genere vivo tentando di rispettare la persona che vorrei essere. Questo vuol dire che come mi vedi sono, che cerco di essere lo stesso in casa, in ufficio, tra amici e in rete. Pur con le normali differenze che il contesto pone. La caratteristica che spesso salta all’occhio, però, è la mia "esagerazione" nel riportare agli altri quanto mi è successo (via blog o meno, è uguale – lo faccio anche dal vivo). Da cui la regola del 50% che i miei amici conoscono bene: togli il 50% da quello che dico e ottieni la verità. Ora, a parte che la regola è un po’ tagliata con l’accetta (si sa, a volte è il 70%, a volte è il 30%), e a parte che uno storyteller non può mai attenersi ai nudi fatti, ciò non è sempre vero. Bisogna distinguere la pula dal grano, la fabula dall’intreccio, il fenomeno dal noumeno. Io esagero sulle misure. Non intendo la taglia dei vestiti (che pure è parecchio abbondante, siamo alla 58) né parlo di misure più intime (meno abbondanti di 58 per mia fortuna). Parlo di tempo e spazio. Ammettendo che l’uomo è la misura di tutte le cose, ognuno di noi misura il tempo e lo spazio in due modi: oggettivo e soggettivo. Io propendo per il soggettivo, sempre e comunque. Il tempo e lo spazio intorno a me non sono effettivamente "reali", ma sono un prodotto della mia percezione sensoriale. Perciò, se io dico che ho fatto una coda di un’ora in posta e magari ci ho messo 40 minuti netti, non vuol dir nulla. Semplicemente, il tempo percepito è stato un’ora intera. E il tempo percepito è altrettanto reale del tempo oggettivo. Lo stesso se dico che ho camminato per dieci km o che ho pescato un pesce di otto kg (non vado a pescare, ma era per fare il classico esempio). Ma in fondo sì, nel mio universo percettivo io sono probabilmente un pescatore… Se sei arrivato fin qua meriti di sapere qualcosa sulla lanugine dell’ombelico: quella di oggi è grigia, compatta e di consistenza simile al cachemire. Lascia un commento se ne vuoi un campione spedito a casa.

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3 risposte a “BIGGER THAN LIFE: LA REGOLA DEL 50%”

  1. Io commento ma ti sarei grata se non mi spedissi un bel niente!

    Ora si dovrà inserire una voce in wikipedia: la regola del 50%!

  2. Ma quindi, date le percezioni esagerate, la lanugine ha in realtà la consistenza di una lana di scarsa qualità anzichè del cachemire?

    Mi fido comunque, eh, non serve che tu mi spedisca il campione 🙂

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