Rincorrere questo film in tutti i torrenti e in tutti i laghi è stato faticosissimo, ma alla fine è arrivato su Netflix e anche io ho potuto godere di Godzilla Minus One, che – devo dire – ho molto apprezzato.
Intendiamoci, avevo apprezzato anche la lettura di Hideaki Anno (Shin Godzilla, nel 2016). Ma questa versione di Takashi Yamazaki (regista e fx master) ambientata nel giappone post-bellico l’ho trovata veramente coinvolgente.
Nella prima parte c’è il setting del personaggio di Koichi, kamikaze mancato che è testimone della prima incursione di Godzilla sull’isola di Odo. Poi Koichi torna nella Tokyo bombardata per scoprire che i suoi sono morti e tutti lo schifano perché non è morto anche lui. Forma una sorta di famiglia di fatto con una ragazza e una bambina ma ecco che Godzilla riappare e rade al suolo Ginza (sì, prima succedono anche altre cose, ma era per passare alle cose importanti).
Gli effetti speciali sono da urlo, quasi ti dimentichi che la ragazza di cui intanto Koichi si sta innamorando è – poof – sparita. E poi niente, arrivano i piani degli scienziati e dei militari per fottere Godzilla che sono uno più bello dell’altro e che ovviamente culminano con una scena di kamikaze di Koichi perché lui ha i suoi demoni, cazzo, e solo nella morte con onore potrà placarli.
Poi comunque c’è un lieto fine, che un po’ mi aspettavo ma un po’ anche no. Sono proprio contento di aver visto Godzilla Minus One, l’avessero tenuto più di due giorni in sala l’avrei visto anche prima, ma tant’è.