MY ONI GIRL: ANIME INTERRUPTUS

Se, come me, siete di quelli che si bevono ogni anime che abbia una vaga eco di Makoto Shinkai, ecco che su Netflix c’è My Oni Girl. Il film dello studio Colorido (lo stesso di Drifting Home e Miyo un amore felino, sempre su Netflix) è una coinvolgente quanto eterea storia d’amore tra un giovane studente nerd, Hiiragi, e una ragazza-demone, Tsumugi.

Tsumugi cerca la madre, Hiiragi decide di aiutarla. Scappano da casa di Hiiragi in seguito ad un litigio col di lui padre, e parte un road movie che li porterà in angoli meravigliosi della loro prefettura (suppongo nell’isola di Hokkaido per via della neve perenne) e soprattutto nel villaggio nascosto degli Oni, il tutto mentre Hiiragi emette delle bolle bianche e si trasforma poco a poco in Oni anche lui perché… non è capace di esprimere i suoi sentimenti.

Alla fine le cose si complicano un po’ (fino al punto da risultare vagamente incomprensibili a chi non è esperto di folklore nipponico), ma poi tutto si risolve. Ovviamente – come in ogni anime romantico ed etereo che si rispetti – il non detto trionfa e i due protagonisti non limonano nemmeno. Grande struggimento.

VIOLENT NIGHT IN FONDO È DIVERTENTISSIMO

Mentre vedevo Violent Night, che ho interpretato un po’ come un “fondo cestone offerte” di Netflix, ho pensato con rammarico a Bruce Willis e alla sua malattia che gli impedisce ormai di recitare. Ho ripercorso mentalmente una pletora di action movie natalizi, insomma, tutto pur di distrarmi da un film che ha ben pochi motivi di interesse.

Uno dei motivi è David Harbour che fa Babbo Natale, ma non “un” Babbo Natale, proprio lui quello vero! E questo è il selling point del film: Babbo Natale se sei sulla lista dei cattivi TI SPACCA IL CULO. L’altro è John Leguizamo che fa il capo di una banda nemmeno troppo lontanamente ricalcata sui criminali di Mamma ho perso l’aereo

E infatti c’è una bambina che mette trappole, figlia di una coppia sull’orlo della crisi, imparentata con una vecchia stronza ricchissima (Beverly D’Angelo) che ha riunito la famiglia per Natale. Babbo arriva per i regali ma deve restare per mandare all’altro mondo con il maggior spargimento di sangue possibile tutti i cattivi.

E niente, mentre vi scrivevo sta cosa mi sono reso conto che Violent Night in fondo è divertentissimo, e mi ha fatto passare una piacevole serata. Certo, Bruce Willis ci avrebbe fatto una figura migliore.

BOY KILLS WORLD SEMBRA MOLTO FIGO

Improvvisamente su Prime Video appare questo Boy Kills World. Il titolo è figo, c’è Bill Skårsgard, è un film di mazzate con dentro Yayan Ruhian (quindi è praticamente garantito che sarà ispirato a The Raid) e insomma, vediamolo.

Il film parte come una copia più violenta e disturbante di Hunger Games, c’è la società distopica, la famiglia di dittatori perversi che uccide la povera gente, il giovane Boy che sopravvive e viene preso sotto l’ala protettrice del santone della giungla che lo allena a spaccare culi per vendicarsi.

Ah, Boy è sordomuto (perché gli hanno tagliato la lingua e bucato i timpani) e quindi Skårsgard si esprime a occhiatacce come un attore del muto oppure con una voce off esilarante perché è la voce di un videogame tipo Street Fighter che lui e la sorellina amavano giocare da piccini. Quindi totalmente non in parte

Parte una trama assolutamente ricalcata su un qualsiasi videogame in cui occorre battere tutti i boss fino ad arrivare a quello finale (la famiglia di dittatori è ricchissima di fratelli sorelle e cugini cattivissimi da ammazzare). Si arriva al duplice colpo di scena/rivelazione (che in effetti devo dire un po’ mi ha sorpreso) e da lì allo scontro finale che dura tantissimo è sanguinosissimo ed è talmente violento da dare quasi fastidio.

Il fatto è che tutto Boy Kills World è un po’ figlio dell’ultraviolenza ironica tarantiniana tirata all’eccesso, con una spruzzata di Edgar Wright (un po’ le atmosfere ricordano quelle di Scott Pilgrim). Solo che se ti chiami Moritz Mohr e sei al tuo primo film non è che proprio ti viene buona la prima. Però molto divertente, dai.