PATRIMONI GENETICI E RISTORAZIONE

E’ difficile anche per me, che sono il loro discendente diretto, capire l’atteggiamento di mio padre e mia nonna sui pasti al ristorante. Credo che i geni "Izzo" si diluiscano di generazione in generazione, e dove mia nonna presenta il 100% del patrimonio genetico, e mio padre il 70%, io – in decrescita esponenziale – ne conservo il 10%. In ogni caso, il fatto è questo. Il ramo di mio padre considera il pasto un’incombenza da sbrigare nel più breve tempo possibile. Non che non abbiano la passione per il buon cibo. Semplicemente, l’idea è che ci si debba ingozzare senza pause restando seduti in un locale al massimo un quarto d’ora, dal momento dell’ordinazione a quello della presentazione del conto. Questo spiega perché la categoria dei camerieri nella ridente città di Ivrea tende ad evitare come la peste di servire ad un tavolo dove sia presente mio padre o – peggio ancora – mia nonna. Situazione tipo. Alle 19.30 si entra nel locale (per mia nonna iniziare la cena dopo quell’ora è semplicemente inconcepibile). Alle 19.31 mio padre, che già in macchina ha concertato con lei cosa ordinare, senza nemmeno sedersi rincorre un cameriere, lo placca e fa l’ordinazione per tutti. Alle 19.40, nell’infausto caso in cui i piatti non siano ancora stati serviti, mia nonna comincia a scalpitare mentre il resto della famiglia chiacchiera. "Ma che hanno? Ma perché sono così lenti?" e – rivolta a mio padre – "Vedi un po’ di sollecitare". La reazione dei camerieri al "sollecito" di mio padre (che in media si alza dalla sedia tre o quattro volte a pasto per questo motivo) può essere di due tipi: smorfia di fastidio e conseguente indifferenza (o peggio ritardo insistito) oppure risposta ironica del tipo "Ma la pietanza la preferisce cotta o cruda?"… Quando finalmente arriva il piatto, loro lo consumano velocemente, senza parlare. La nonna aggiunge, se è il caso, qualche battuta nei confronti dei commensali del tipo "Ma parli o mangi? Quando si mangia non si parla!". La cena prosegue intervallata da altre battute del tipo "Qui è tutto buono, ma di sicuro il servizio lascia a desiderare: sono lenti, lenti, lenti…" e da altre sortite di mio padre che io, concentrandomi sul piatto, tento di ignorare. Alle 20.30 mia nonna finisce e mentre gli altri stanno sorseggiando il caffé lei è già impellicciata vicino alla porta. Mio padre, a sua volta, è già andato a saldare il conto. Ci si potrebbe chiedere se non sia meglio consumare i pasti in casa. Di certo è una possibilità. Il problema è che in casa la nonna ha il controllo totale della cucina. Il che vuol dire che effettivamente ci si mette al massimo 10 minuti a mangiare tutto, dagli antipasti al caffé. E la cosa può creare qualche problema di congestione a chi non ci è abituato…

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3 risposte a “PATRIMONI GENETICI E RISTORAZIONE”

  1. ma dai sei sempre irascibile…! Il custode è un visitatore che mi invita a visitare il suo blog appena nato! :-DDD almeno lui si firma, non come altri visitatori che lasciano commenti finto-indignati senza firmarsi 😀

    …e per la nonna… è già rinchiusa, nella sua auto-centratura! 😀 però è tanto cara…! :-))

  2. Primo: io quelli come ilcustode (che nome pretenzioso poi!) li impalerei. Ora spiegami che c***o di commento è “sali sulla torre..”. Allora rispondo al custode: “buttati giù dalla torre! Così c’è un co****ne in meno in giro”.

    Secondo: Caro Ittso hai tutta la mia comprensione! Ma la nonna, non si può come dire…rinchiuderla? :-DDD

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