L’ASCENSORE INFINITO DEL SIGNOR PANATTA

Il signor Panatta esce al mattino
di solito alle 8.35
e chiama l’ascensore
lo aspetta
(è sempre all’ultimo piano)
poi entra e preme T.
Anche quella mattina
il signor Panatta preme T
come ogni mattina
solo che invece dei soliti 40 secondi
calcolati con un orologio al quarzo
per arrivare al piano terra
il signor Panatta
resta in ascensore per più tempo.
Passato un minuto
il signor Panatta si chiede cosa stia succedendo
passati due minuti
il signor Panatta nota che la lucina della T è accesa
ma lampeggia
passati tre minuti
il signor Panatta inizia a pensare
di essere bloccato
ma l’ascensore continua a scendere
il movimento è inequivocabile
il signor Panatta decide di fare finta di niente
e di controllarsi i capelli nello specchio
passano cinque minuti
l’ascensore non accenna a fermarsi
il signor Panatta prova a premere un tasto qualsiasi
niente
prova a mettere l’occhio nella fessura delle porte
niente
o meglio
come se ci fosse qualcosa di indefinito che passa
che poi l’ascensore è anche stretto
e il signor Panatta
non è che soffre di claustrofobia
però insomma.
Dopo mezz’ora di discesa
il signor Panatta comincia a sentire caldo
si slaccia il paltò
dopo trentacinque minuti decide di sedersi
per terra
perché non ci sono sedili
si addormenta anche un po’
cullato dal lento incedere dell’ascensore
si risveglia che è passata un’ora
gli prende l’illuminazione
di premere il pulsante
per mettersi in comunicazione con la OTIS
la ditta produttrice dell’ascensore
lo preme
e da lontanissimo
si sente cantare
sitting on the dock of the bay
perché la OTIS è la ditta
di otis redding
e otis redding non può salvare nessuno
perché è morto
il 10 dicembre 1967
il signor Panatta appiccica l’orecchio alla grata
grato
di sentire almeno una voce umana.
Dopo un tempo infinito
l’ascensore si ferma
il signor Panatta ha un sobbalzo
anche se la frenata è molto morbida
si ricompone, si alza in piedi
si abbottona il paltò
pensando di uscire chissà dove
in cina
o a casa di otis redding
quando le porte si aprono
fuori c’è la signora Manzone
con le buste della spesa
che gli dice
alla sua età signor Panatta
ancora a giocare con gli ascensori
si vergogni
il signor Panatta esce
confuso
non ha perso neanche un minuto
quindi
può andare tranquillamente a lavorare.

COMING SOON
L’autobus atemporale del signor Panatta

L’UOMO CHE BEVVE DIO

c’è questo tipo
silenzioso
un gran bevitore
lo vedi sempre lì nella stessa piola
seduto fuori, sole pioggia o neve
sullo sgabello
accanto a una botte
più grande di lui
sulla botte
la buta
dausin a la buta
el bicèr
ed vin
ma non cambiamo lingua
che il piemontese
è anche difficile da scrivere.
Quest’uomo
sì proprio questo
questo qui
(abbiamo zumato, adesso c’è il primissimo piano)
si è bevuto dio
non l’ha fatto apposta
è capitato
lo sanno tutti che dio è nell’infinitamente piccolo
e in quel momento era in un moscerino
finito per sbaglio nel vino
dozzinale
del tipo silenzioso.
Da quel giorno
l’uomo non può aprire bocca
senza che ne esca la VOCE DI DIO
ad esempio non può nemmeno chiedere un altro bicchiere
perché il bancone l’oste e gli avventori
si disintegrerebbero
per la potenza della VOCE DI DIO
perciò sta lì col bicchiere vuoto
è un moscerino nello stomaco
una volta è passato uno
è inciampato sul suo piede
lui ha borbottato “scusi”
e il passante ha fatto pufffffff
ed è sparito in una nuvola di cenere
non è facile vivere con dio dentro di sé
che lo sappiano, tutti questi clericofascisti
anzi
è proprio una gran rottura di coglioni

(ispirato da un titolo aggratis del grande guidocatalano)

L’UOMO DAI DENTI DI GOMMA

l’uomo dai denti di gomma
lo chiamavano vigorsoul
(era anche un discreto cantante soul)
ci aveva i denti bianchissimi
ma molli
non sapevano di niente in effetti
sapevano di denti
ma lui se li masticava da solo
aveva il bruxismo.
Quando i denti erano belli consumati
in una poltiglia bianca
gli ricrescevano
uguali uguali
sempre gommosi
a forma di molare
premolare
incisivo
canino
vedendo che masticava sempre
gli amici gli chiedevano
ciai una cingomma?
e lui serafico
si staccava un dente
e lo dava all’amico
i migliori
i più ricercati
erano i canini
morì nel tentativo
di aromatizzare al peppermint
e allo spearmint
i suoi denti.
Quando vanno di traverso
le foglie di menta non perdonano