Da qualche anno a questa parte, ormai, andare in ospedale per me equivale a mettere del sale su una ferita aperta. Non ne sopporto l’ambiente, l’odore, il dolore. Vado in ansia due giorni prima di doverci andare. Forse la vivrei meglio se fossi io il paziente. Vai lì, ti lasci trasportare come una foglia da una corrente d’acqua. C’è chi si prende cura di te. Comunque. Che poi quando sei lì rifletti un poco e vedi che tra tutti i telefilm ospedalieri forse quello che veramente si avvicina di più alla realtà è Scrubs. Dottorini giovani e simpatici, efficienti quanto basta ma un po’ disfunzionali. Un universo parallelo di vite in camice, sempre un po’ scollegate dal mondo esterno. Ieri ho conosciuto un fotografo di autopsie in pensione. Per 45 anni ha fotografato battesimi, matrimoni e cadaveri. Mi ha detto "In fondo fotografare un neonato e fotografare un fegato è la stessa cosa". Dà da pensare.
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