TORINO E’ (ANCHE) CASA MIA

Si sorride e a volte si sghignazza con il nuovo libro di Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia. Per un non torinese, un arguto compendio di tutto ciò che concerne la "torinesità". Per un torinese uno specchio nemmeno troppo deformante della realtà di ogni giorno. Per me, un libro da leggere seduto nei luoghi da Culicchia descritti, come l’Aiuola Balbo, o i gradoni di Piazzale Fusi, le poltrone di Fiorio, l’atrio di Palazzo Nuovo e via dicendo. A quanto pare Laterza ha chiesto al nostro giovin scrittore (che ormai ha compiuto 40 anni) di scrivere una guida turistica sui generis… Infatti il libro (sotto la metafora della casa – Portapalazzo è la cucina, Piazza San Carlo il salotto, etc.) è un po’ la Lonely Planet della città, con segnalazioni di luoghi, storie, tradizioni. In più, c’è l’occhio antropologico che Culicchia esercita dalle pagine di Torino Sette ormai da anni… Da recente intervista sull’Unità leggo che Culicchia ha appena finito di tradurre Huckleberry Finn (uno dei suoi – e dei miei – libri favoriti di ogni tempo)… Buon per lui! Ricordo sempre con nostalgia il suo esordio letterario… Culicchia è l’unico scrittore pubblicato che alla fin fine scriva di cose in cui mi riconosco.