TEDIO DOMENICALE QUANTA NOIA PROCURA

Passata un po’ la fase negativa, dovuta ai soliti problemi famiglia / soldi / tedio domenicale, ricomincia frenetica la settimana, e io mi scopro a non capirmi più. Ci sono momenti nei quali il mio fisico non regge, a forza di spingere sul pedale del multitasking (lavorare, dar retta agli utenti, scrivere articoli, bloggare, etc.) ed altri momenti, come ieri sera, nei quali mi scopro bionico andando avanti concentrato su un lavoro (peraltro nemmeno mio) fino alle 2 del mattino. Ora, so che molti blogger potrebbero dire "tzè, le 2 del mattino, io lavoro fino alle 4 o le 5 del mattino". Io però ho 35 anni, la mia potenza sessuale ha avuto il suo picco 18 anni fa e le mie cellule cerebrali cominciano a degradarsi irrimediabilmente. Ragion per cui fare le 2 ed essere ancora lucidi la mattina dopo è già una conquista. Sono settimane, queste, in cui ogni sera c’è qualcosa da fare. Quattro volte su sette si tratta di impegni informali "pseudo lavorativi" (fare foto, fare riprese, fare montaggio). Due volte su sette si tratta di svago (concerti, uscite con amici). La domenica rimane il giorno del tedio. Poi ci si domanda perché le festività inducono al suicidio.

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9 risposte a “TEDIO DOMENICALE QUANTA NOIA PROCURA”

  1. Idea distorta?5 anni di Liceo!!!

    Ma ripeto la domanda:Il corto?…e non mi riferisco a quando stai nudo in casa….

    Saluti CIBI

  2. Come è andata il corto al Baretti?C’erano più spacciatori o spettatori?E non stare nudo in casa(x il caldo?)..un po’ bisogna coprirsi….guarda i beduini nel deserto.Un saluto CIBI

  3. io “dentro” sono così: sbuffo, bevo molta acqua gassata, sto nudo in casa, rutto libero, film trash poi quando cala il sole girettino ricreativo, ma anche no. :-))

    Se ci sono amici, elimina la voce “sto nudo in casa” e aggiungi “chiacchiere piacevoli” e “qualche dolcetto/salatino in più”

  4. Tanti, tanti anni fa quando studiavo sociologia, ho letto che la domenica rappresenta un po’ il termometro della nostra temperatura psichica. Una specie di cartina di tornasole, che riflette come stiamo “dentro”.

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