SGOMMANDO PER LE STRADE DEL PIEMONTE

Allora, come va? Io bene. Abbastanza, insomma. Come uno che è stato in vacanza una settimana. Niente di eccezionale, per carità… La spesa per lo scooter nuovo è stata altina, e abbiamo deciso di "ammortizzarla" facendo una piccola motovacanza in Piemonte. Un po’ di natura (il lago, la montagna, i boschi) e un po’ di cultura (che qui da noi al 90% vuol dire residenze sabaude). Perché poi alla fine sono sempre i luoghi più vicini che si danno per scontati e non si visitano mai. A partire dalla reggia di Venaria e il parco della Mandria con annessi appartamenti reali che continuano per il sottoscritto e signora il mito di Vittorio Emanuele II e della Bela Rosin (quello era un re ganzo, altro che questo tristissimo savoiardo attuale)! Le valli di Lanzo poi offrono tutte le loro curve e i loro saliscendi per una piacevole guida, fino al Ponte del Diavolo. Poi è la volta di Racconigi e del suo castello (affascinante e interminabile visita) e del saluzzese con la mitica Abbazia di Staffarda e il castello della Manta. Nel saluzzese hanno però un curioso modo di fare: le attrazioni culturali chiudono i battenti alle 17 e non c’è verso di impiegare il resto della giornata se non al bar. Un ottimo giro da fare in moto, poi, è quello che prevede la circumnavigazione del Sestriere partendo dalla val Chisone e scendendo dalla val di Susa, magari con visite annesse al forte di Fenestrelle (in restauro e aperto solo su appuntamento – e comunque ovviamente chiuso il giorno in cui ci capitiamo noi) e al forte di Exilles (quello invece è aperto sempre ed è consigliabilissimo). Si prosegue con il classico turistico piemontese (Lago Maggiore, Stresa, Isola Bella, Isola dei pescatori) che però se non hai mai messo piede lì può essere decisamente interessante. Poi il lago d’Orta, lIsola di S. Giulio (altrimenti detta isola del silenzio, provare per credere), il novarese, il vercellese, il biellese… Paesini di frontiera in cui noto sempre con grande inquietudine tipi umani molto "alla Stephen King" aggirarsi tra il bar e la chiesa. Senza contare l’ovvio giretto nelle Langhe e nel Roero, meta obbligata per chi come noi si fa attirare dalla buona cucina… Guida sulle mulattiere, guida in autostrada, guida sulle statali, guida di giorno e di notte, alla fine abbiamo raggiunto i primi 1000 km che ci garantiscono il tagliando. Non senza alcuni problemi, ovviamente. Mi domandavo infatti come fosse possibile non aver avuto nemmeno un incidente piccolo piccolo il primo giorno di possesso del Beverly. Non ho dovuto attendere a lungo. Io e la mia maledetta abitudine di chiudere la moto con il bloccadisco. Il bloccadisco è un oggetto infido che tendi a dimenticare sempre. Così è stato anche per noi, belli accaldati di ritorno dal lago d’Orta. Tenti una partenza scattosa e CRAKKK il bloccadisco spacca qualcosa. Fortunatamente non la pinza del freno (che comunque ha cominciato a non funzionare ugualmente, bontà sua, ma per fortuna è solo quello ausiliario) ma un pezzo di plastica che fa parte del blocco contakilometri/tachimetro. Quindi adesso non posso sapere a che velocità vado (tranquilli, solitamente mai oltre i 100) e quanti km ho percorso. Una pezza col meccanico ce l’abbiamo già messa (il proverbiale pezzo di spago) e sabato prossimo, al momento del tagliando, potrò cacciargli qualche euro in più… Per la mia geniale idea di mettere il maledetto bloccadisco. Ovviamente ho già acquistato una catena. Almeno quella la vedo.

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3 risposte a “SGOMMANDO PER LE STRADE DEL PIEMONTE”

  1. azz che battesimo di fuoco…beh, si è fatta attendere ma appena hai potuto l’hai spremuta benbene…

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