LO ZIO WALT E IL REALISMO SOCIALISTA

Ecco un post che farà pensare alla gente che legge "ma quanto se la tira questo"? Io stesso mi vergogno un po’ di andare in libreria a comprare certi libri, eppure è più forte di me. E, lungi dall’essere una lettura difficile e concettuale, il saggio su Walt Disney di Sergej M. Ejzenstejn è quanto di più illuminante sono riuscito a leggere in tema di cinema e filosofia dell’immagine di recente. Di solito si legge Ejzenstejn all’università, se studi cinema. Anzi, in quel caso devo dire che ti fai anche una bella indigestione. Ma il punto è che il genio di Ejzenstejn traspare da ogni frase, e il suo stile è assolutamente comparabile ad un flusso di idee senza connessione – dove la connessione la trovi tu entrando in sintonia con le frasi. Boh, forse non riesco a spiegarmi. Questo comunque rientra in una serie di saggi sul cinema americano (su Chaplin, su Griffith) che sono costati al regista più di un’abiura al tribunale del realismo socialista… Ejzenstejn considerava Disney (il primo Disney, quello degli anni ’20, ’30 e ’40) il più grande artista americano. L’arte disneyana (non consolatoria o predicatoria secondo il russo) portava le masse in un mondo "altro". Un giudizio di puro formalismo, che avvicina Disney ai grandi surrealisti. Decisamente interessante.

2 risposte a “LO ZIO WALT E IL REALISMO SOCIALISTA”

  1. eppure ragiona in modo simile al nostro, se ci pensi… certo studiarlo per essere interrogati è un delirio, ma leggerlo per illuminarsi è un’altra cosa 🙂

  2. Ejzenstein per me resta un folle. Del suo “Il montaggio verticale” mi ricordo solo il pezzo in cui spiegava che il montaggio doveva essere fuori sincrono di un “mezzo giro”, dove per mezzo giro intendeva il sistema di avvitamento dei vecchi rasoi Gillette. Insomma come ti viene dico io. E poi i suoi deliri su Piranesi, la trama dei tappeti iraniani…un pazzo, se pur geniale, ma un pazzo insopportabile sopratutto per chi deve portarlo al primo esame di cinema!!!

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