IL FUNERALE LAVA PIU’ BIANCO

Ho un po’ di difficoltà ad iniziare questo post. Come lo comincio? Di funerali qui, purtroppo, se n’è parlato a iosa in passato. Ma ora si tratta di un’altra cosa. Ecco, forse potrei usare una di quelle frasi ad effetto tipo “C’è crisi, ma le ditte di onoranze funebri in crisi non ci andranno mai, quindi è il business perfetto”. Vero, ma non è quello il punto. Il punto è che da un paio di mattine ho cambiato strada per andare in ufficio, e nel viale che percorro adesso son tornate alla carica le pubblicità dei funerali.

E mi domando: è vero o no che Torino è l’unica città d’Italia con le pubblicità dei funerali? Il torinese medio non può non averle viste. Sono quelle affissioni a metà tra il goth e il kitsch che in genere hanno un visual raffigurante una candela, un libro di ricordi, un volto addolorato in primo piano, un fior di loto (!), due mani che si stringono, e via dicendo. I claim, spesso scritti in un carattere “urlato” suggeriscono competenza (“rendiamo onore alla storia di una vita”), mettono in guardia (“nell’ora più difficile, farsi confondere è più facile”), a volte hanno una sottile voglia di comparazione – anche se non sarebbe molto elegante.

Insomma, mentre in altre città i settori tlc e automotive sono padroni delle affissioni stradali, a Torino impazza il settore mortuario. Certo, ricordiamo tutti che la motivazione principale è l’operazione “Caro estinto” del 2001 (ripresa poi di recente, dato che l’erba cattiva difficilmente muore). Se ne parla anche su funerali.org, un blog seguitissimo che mi ha aperto un mondo di servizi cimiteriali, corsi per necrofori e humor lapidario. Dal 2001 in poi, insomma, le pompe funebri si son scatenate in creatività, portando Torino alla pari con una qualsiasi città americana (gli states sono la patria della pubblicità post mortem).

Parlando con un assiduo lettore di questo blog che forse preferisce restare anonimo, è emerso che questa esposizione mediatica è tutta piemontese. Nel senso che per il piemontese è tipico farsi due conti sul suo bel loculo già verso i cinquant’anni. Da cui l’esigenza sentita di comparare il ventaglio di offerte sul mercato che – lo ricordiamo – partono dal “funerale solidale” a tariffa fissa (con tanto di highlight col prezzo in ribasso che nemmeno sui volantini del Lidl) e arrivano al funerale “Electa” (offerto da un’arcinota ditta torinese) con necrofori/modelli vestiti Armani, Mercedes con sedili in pelle e adagio di Albinoni.

Comunque sia, sarà anche vero che dobbiamo morire tutti e che almeno una volta nella vita dovremo contattare (cioè gli altri dovranno contattare per noi) una ditta di onoranze funebri. Però dai… Io la pianterei con queste pubblicità ovunque. Oltretutto rischio sempre di schiantarmi in moto se devo stare costantemente con una mano sui coglioni.

Ops. Forse è quello che vogliono. Astuti.

8 risposte a “IL FUNERALE LAVA PIU’ BIANCO”

  1. Ricordiamoci che il funerale al morto non serve, mentre può essere utile per chi rimane. Quindi le mie ultime volontà in proposito sono e saranno: fate come c… vi pare. Per me, anche una bara di compensato per le poche ore da passare in attesa della meritata cremazione va benissimo.

    Anche se parla d’altro, questo post può avere senso nella discussione sulla cialtronaggine spendacciona di questi becchini: http://sethgodin.typepad.com/seths_blog/2008/07/my-tooth-doesnt.html

    “Figure out a cost-effective way to be there. A way to GENTLY be in my face so that when my toothache shows up (in whatever form that takes) you’re the obvious choice.”

  2. No, questa volta no Signor Izzo. Come ben sa la stimo persona intelligente e preparata, ma questa sua presa per i fondelli del lutto e del dolore mi appare eccessiva. In quei momenti si è confusi, smarriti (mi sembra ieri quando dovetti affrontare la perdita della mia povera moglie Angelina). E’ quindi bello poter trovare conforto e riferimento in posti come quelli che lei cita. Per la povera Angelina, affittammo addirittura la carrozza con i cavalli bianchi. Mi diceva sempre “Tonino voglio andare in Paradiso a cavallo”. Mi scusi per la triste digressione, non è da me. Prima di salutarla vorrei invece chiedere spiegazione alla signorina RAFFA, che spesso deride i miei commenti al suo blog. Avrei piacere signorina, qualora lei lo desiderasse, scambiare qualche parola via mail anche solo per capire se e come io possa essere oggetto di scherno da parte sua.

    Cordiali Saluti

    Tonino Scolla

  3. Me lo sono chiesto e ri-chiesto più volte anche io il perché di questo spopolìo torinese per le pubblicità mortuarie.

    Peraltro, essendomi fatto sue e giù Corso L. Einaudi e C.so Peschiera a ripetizione, dal novembre scorso, ho anche assistito, mio malgrado, all’evolversi della cosa… Fino ai tocchi veramente trash delle ultime settimane!

    Io punto molto anche sul fattore “caldo assassino”, con gli impresari funebri sotto un bel condizionatore a sfregarsi le mani ad ogni grado in più segnato sul termometro esterno, ci starebbe pure il daiquiri gelato sulla scrivania ma poi cadiamo troppo nel cliché! 🙂

    … Comunque la mia favorita resta una delle neo-apparse: “NON FATECI LE CORNA!” con, in bella vista, pendaglio d’oro antisfiga con la provvidenziale manina cornuta …!

  4. Qui la più famosa era Pastorino & Lodi.
    Alla fine degli anni ’60 sempre qui a Genova, prima che costruissero la nuova uscita di Nervi dell’autostrada A12, nella vecchia uscita c’era una discesa pericolosissima causa di un sacco di incidenti.
    All’imbocco di detta discesa troneggiava un immenso cartello pubblcitario con su scritto: “Non correre. Pastorino&Lodi possono aspettare”.
    ;-*

  5. Io aspetto il giorno in cui, a furia di sfidarsi, partiranno le campagne con le offerte speciali

    “Muori subito! Fino a fine mese, funerale solidale a 1799€ invece che 1999€: non perdere l’occasione!”

    e poi le campagne basate sulla suggestione:

    “Un uomo, la sua cassa da morto” (accompagnato da una foto di un modello tipo “Sector” che guarda l’orizzonte con a fianco una bara che fa pendant coi suoi calzini.

    E poi entro il 2010 il volantone pieghevole in buca, tipo iperCoop, con le varie casse da morto suddivise per categoria, pagina per pagina, incluse le casse fai-da-te per i bricoleur.

  6. Ottima chiosa! Anche il commento è scritto “con l’altra mano!” 🙂 (difficilissimo fare le virgolette!)

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