Volete una storia di Natale? "Sì!!!", gridano in coro i miei venticinque lettori. "Naaa…" reclama Suzukimaruti con disappunto. Ma non importa. Io ve la racconto in ogni caso. Una storia che si rispetti deve avere un protagonista accattivante, una trama ricca di tensione, un cattivo di una certa statura e possibilmente un lieto fine. La nostra protagonista si chiama Gaia. E’ una beagle di cinque anni circa, ormai nonna ma sempre pronta a ruzzolare in giro. Gaia (e sua figlia Zoe) sono le regine assolute della casa dei miei suoceri. Specialmente da che i figli son andati via di casa, sono loro la vera "famiglia". Gaia e Zoe non escono quasi mai in strada. C’è un grosso cortile davanti e un bel prato dietro casa. E poi chi vuole star fuori quando ci sono due divani da occupare in tutta la lunghezza davanti al caminetto? Comunque sia, a Gaia ogni tanto piace fare una passeggiata con mio suocero al guinzaglio (è lei che guida, ovviamente), tanto per fare una sana sgambettata. Ed arriviamo alla sera del 20 dicembre, data in cui si decide di fare una di queste passeggiate. Dato che si avvicina il Natale, gli amorevoli vicini di casa dei miei suoceri hanno pensato bene, come fanno ogni anno, di distribuire a piene mani polpette avvelenate con stricnina sul ciglio delle strade lì intorno. E si sa come sono i cani: mangerebbero anche una merda secca, figurarsi un’appetitosa polpetta alla stricnina. Risultato: convulsioni epilettiche, guaiti strazianti, schiuma alla bocca. La si porta in clinica veterinaria, sapendo bene che la notte l’avremmo passata nell’angoscia. Dosi da cavallo di valium, antidoti provati e riprovati, ma la prognosi è brutta. C’è anche un blocco renale. Zoe guarda la madre contorcersi e vomitare e guaisce spalancando gli occhioni. Il veterinario è cupo e sfiduciato: "Se passa la notte è salva, ma non la passa". Meglio non alimentare false speranze. Fast Forward. Stamattina alle 9.30 la clinica riapriva. L’idea era quella di recuperare il corpo, sperando che non avesse sofferto troppo. Invece Gaia si è svegliata, ha riconosciuto il padrone e ha abbaiato. Tempra forte. Non può scodinzolare e non può nemmeno camminare (per via del valium). Ha ancora il catetere e il sangue è da ripulire (non oso immaginare come glielo ripuliranno, ma si fanno le trasfusioni anche ai cani?), ma sta bene. Alla faccia di quegli stronzi che mettono le polpette avvelenate in giro ("per i cinghiali", dicono). Il lieto fine, quindi, c’è. Io però vorrei un lietissimo fine. E il lietissimo fine (in linea con lo spirito festivo) può essere soltanto uno: trovare una cura medievale per il culo dei vicini di casa "involontariamente" assassini. Per quanto mi riguarda, io gli propinerei le polpettine alla stricnina per via rettale. Voi avete soluzioni più fantasiose?
7 risposte a “GUAITO DI NATALE (STORIA MORALE A LIETO FINE)”
I commenti sono chiusi.
Che grande Zack di Monster Allergy, gh x)
E comunque vedrai che i tuoi vicini si beccheranno l’aviaria o_o
un bel giro porta a porta con cane in braccio… mettili davanti alla loro crudeltà. Ste merde…
Bacioni.
Ax
Ti auguro di cuore di trascorrere un sereno Natale..
Il mio augurio x te lo trovi qui
http://universofrattale.blogspot.com/2007/12/buon-natale.html
A presto
Snapshot83
ah naturalmente non ho specificato che non si sa esattamente chi sia a mettere le polpettine…. ci sono una ventina di famiglie a dir tanto, su quella collina, forse solo 15… ma c’è omertà.
….(premetto BASTARDI I VICINI…tanto che se Tobia fosse cattivo glielo sguinzaglierei adosso incitando a staccare arti…), proporrei per la radiosa coppia di vicini un pacco regalo contenente una scatola di cioccolatini con minicariche esplosive all’interno di ogni cremino in modo che gli saltino i 2 o 3 denti che hanno ancora sani…
fargli strappare le palle a morsi da Gaia
non so come fai a resistere. Io adesso avrei le palle del vicino in mano, strappate.
Fammi essere volgare senza moderarmi.
Qui ci vuole.
Non hai idea delle cose che ho in mente per la vendetta…