NYMPH()MANIAC

()Ci sono quei rari momenti in cui riesci a vedere un film in sala, e allora tocca fare una scelta: Grand Budapest Hotel o Nymph()maniac Vol. 1? Ami moltissimo, per motivi diversi, i due pazzi pazzi registi dietro ai due film, ma siccome GBH lo vuol vedere anche il tuo amichetto n. 2 che stasera non può uscire, allora Von Trier sia. E Von Trier (stavolta) non delude. Entriamo in sala, io e il mio amichetto n. 1, forti di una pizza e una birra, convinti che nella migliore delle ipotesi ci addormenteremo dopo 10 minuti (stile Melancholia) o che – nella peggiore delle ipotesi – ci sarebbe rimasta la cena sullo stomaco per l’eternità (stile Antichrist). Invece Nymph()maniac è tutt’altra cosa.

Sgombro subito il campo dal discorso porno, sex doubles, vulve in primo piano, cunnilingus e fellatio molto ravvicinati, fluidi corporali di vario genere, foto di peni circoncisi e non insistite e ripetute, bla bla bla. Direi quasi che il sesso esplicito è un gimmick, un trucco di scena, funzionale al racconto. Certo, su due ore di film scopano per almeno un’ora e mezza, ma non è quello il punto. Il pubblico in sala si lascia andare ad un risolino la prima volta che viene detta la parola “fica”, poi resta ammutolito per il resto del film.

E, va detto, Lars sa sempre come ammutolirti. Il film inizia con due o tre minuti di schermo nero con rumori d’ambiente. Ci siamo, penso io. L’effetto Melancholia è dietro l’angolo. Poi finalmente si vedono altri due o tre minuti di immagini ravvicinate di muri, lamiere, tombini colpiti dalla pioggia. Poi, dopo un bel po’, una mano insanguinata. Di colpo parte fortissimo un pezzo dei Rammstein. La mia attenzione a quel punto è massima: vuoi vedere che Von Trier ha ritirato fuori quel gusto per il pastiche che si era perso per strada dai tempi di The Kingdom?

E sì, poi c’è l’anziano ebreo che raccoglie dalla strada la protagonista malconcia, se la porta in casa e la ascolta raccontare la sua vita a episodi (o meglio a capitoli). Il trucco narrativo più vecchio del mondo, la storia a cornice. Ma funziona, e funziona soprattutto la strana alchimia tra i due personaggi – il cui rapporto, c’è da scommetterlo, si evolverà in qualcosa di perverso e malatissimo nel Vol. 2, conoscendo Von Trier. La ninfomane del titolo, quindi, passa a provocare la sua ultima “preda” con il sesso raccontato invece che fatto, prendendola alla lontana, da quando aveva due anni.

Nymph()maniac è cinema vero, bello, di invenzione visiva, di messa in scena mai banale, con animazioni alla Muybridge, fotografie, split screen (assolutamente geniale la scena dei tre amanti diversi come le tre voci di un canone per organo di Bach), di contaminazione tra l’alto e il basso sicuramente più evidente nella versione più lunga, più porca e più porno, ma noi ci accontentiamo e va benissimo così. Tra un capitolo e l’altro della vita di Jo, i due protagonisti portano avanti un dialogo intrigante, lei parlando di sesso, lui ricamando sulla lussuria di lei variazioni sul tema delle sue personali passioni: la pesca, la musica polifonica, e quant’altro.

Verso il finale, una delle battute più programmatiche di Von Trier (cito a memoria): “Se lei vuole dare un senso al mio racconto, è più opportuno che mi creda o che non mi creda”? E poi, nel suo ennesimo amplesso, qualcosa si rompe e la ninfomane “non sente più niente”. Ripartono i Rammstein a palla, con anticipazioni dal Vol. 2 e frasi imprescindibili nei titoli di coda del tipo “Nessun attore coinvolto nel film ha veramente effettuato del sesso penetrativo, sono stati usati attori porno come controfigure” (grazie, eh).

Insomma: per me un film veramente ironico, come il danese non ne faceva più da anni. Al tempo stesso, come ci siamo detti uscendo dalla sala, un film da vedere con il giubbottino ripiegato in grembo.
Perché poi, cerebrale finché vuoi, ma due ore di su e giù quasi continuativo fanno comunque un certo effetto…

ANNUS MIRABILIS

Annus MirabilisEccoci giunti al penultimo giorno dell’anno e quindi al consueto appuntamento pop-trash-sbarazzino delle top ten di questo 2013, che per me ovviamente è stato dominato da affari ben più grossi e ingombranti dei soliti film da vedere, dischi da ascoltare, libri da leggere.
E tuttavia, c’è stato comunque un certo traffico culturale in casa, anche se da settembre in avanti è stato forzatamente ridotto. Via dunque con le top ten e – nel caso vi chiedeste perché l’immagine del post è un primissimo piano del delizioso nematode Halicephalobus Mephisto – è soltanto perché lui pure è parte di una top ten.

Quella delle specie più bizzarre scoperte nel 2013.
Il che apre uno scenario inquietante su quante specie nuove vengono scoperte ogni anno.
Ma andiamo con i film dell’anno.

TOP 10 FILM
Django Unchained (Quentin Tarantino) – Solito, immenso Tarantino non sbaglia un colpo e ridisegna il western.
La vita di Adèle (Abdellatif Kechihe) – I corpi, la vita, l’eros. Sequenze lunghissime, cinema di osservazione.
La grande bellezza (Paolo Sorrentino) – Bello da stare male, forse non il miglior Sorrentino ma quasi.
Spring Breakers (Harmony Korine) – Tra videoarte e cinema trash, storie acide intorno al vuoto generazionale.
Pacific Rim (Guillermo Del Toro) – Il film di robottoni che si menano che tutti attendevamo con trepidazione (e non è l’idiozia che pensate).
Le streghe di Salem (Rob Zombie) – Pesante, soffocante e ipnotico come un horror dovrebbe sempre essere: visioni alla Ken Russell e death metal.
Holy Motors (Léos Carax) – Oggetto non identificato e perturbante, puro cinema per gli occhi e per le orecchie, non per tutti i gusti.
Fast & Furious 6 (Justin Lin) – Il guilty pleasure più amato, non bello come il 5 ma comunque un film che sposta i confini dell’action.
Blancanieves (Pablo Verger) – Come The Artist ma spagnolo, e perciò truce, con toreri e poco incline al lieto fine.
Come un tuono (Derek Cianfrance) – Lento spiraleggiare nel melodramma classico reinterpretato sul corpo di Ryan Gosling.

Aggiungiamo poi la top 10 dei migliori film che mi sono perso e mi mangio le mani, ma recupererò (Gravity / Her / La desolazione di Smaug / Frances Ha / Philomena / La mafia uccide solo d’estate / I sogni segreti di Walter Mitty / Kick Ass 2 / Stoker / Star Trek Into Darkness) e la top 5 dei film più inaspettatamente scrausi dell’anno (Una notte da leoni 3 / World War Z / Anna Karenina / Lincoln / Gli amanti passeggeri).

TOP 10 SERIE TV
Homeland 3 – Spettacolare e tesa chiusura della parabola di Brody, una stagione strana ma meritevole.
Black Mirror 1 e 2 – Rivelazione a scoppio ritardato, nerissimo humor inglese e fantascienza distopica.
Les revenants 1 – Inquietante e ipnotica serie francese con i morti che tornano senza far danni… forse.
Shameless 3 – Lieve deriva verso il thriller, ma sempre in palla con le storie acidissime dei Gallagher, la famiglia più cazzuta della TV.
Sherlock 2 – Geniale, enigmatico, turbinoso: adesso vogliamo sapere come ha fatto Sherlock a sopravvivere.
The Walking Dead 3 – Arriva il Governatore e sono cazzi per tutti. Finora, la migliore stagione e anche la più splatter.
Game of Thrones 3 – Più per affetto che altro, dato che la stagione non è stata splendida. Ma le nozze di sangue valgono da sole tutti gli episodi.
Downton Abbey 4 – Ogni anno pensi che vada in stanca e invece i nobili Grantham e i loro servitori ci fottono sempre: troppo appassionante!
Dexter 8 – Non si poteva mancare alla chiusura di una serie epocale, anche se il meglio è passato dopo la quinta stagione. Dexter con la barba.
New Girl 2 – Tra le comedy recenti, una delle più simpatiche e meglio costruite. Zooey Deschanel adorabile.

Qui il fuoriclasse assoluto è Breaking Bad 5, ma siccome sto recuperando tutta la serie in un colpo solo sta fuori dalla top ten con menzione speciale.
E poi ci sono le cinque serie che non ho visto e sono sicuro siano bellissime: The Newsroom / Copper / Don’t trust the bitch in apartment 23 / Arrow / The River
Le cinque più scrause, improbabili o noiose dell’anno: Under The Dome / The Following / Agents of S.H.I.E.L.D. / Revolution / 666 Park Avenue

TOP 10 ALBUM
Yeezus (Kanye West)
Bloom (Beach House)
Silence Yourself (The Savages)
Random Access Memories (Daft Punk)
Modern Vampires of the City (Vampire Weekend)
Reflektor (Arcade Fire)
The Electric Lady (Janelle Monaé)
Trouble Will Find Me (The Nationals)
Marshall Mathers LP 2 (Eminem)
m b v (My Bloody Valentine)

Questi sono gli album un po’ seri che mi son sentito in cuffia quest’anno, poi mettiamoci pure almeno tre album classificabili come “vergognosi” ma spettacolari: The 20/20 Experience (Justin Timberlake) / ARTPOP (Lady Gaga) / Blurred Lines (Robin Thicke).
Per quanto riguarda i dischi italiani, per me il podio del 2013 va a: Mea Culpa (Clementino) / Fantasma (Baustelle) / Nuvola numero nove (Samuele Bersani).

TOP 10 LIBRI
Momenti di trascurabile felicità (Francesco Piccolo)
Storia di un corpo (Daniel Pennac)
Cronache di Gerusalemme (Guy Delisle)
La ragazza con i capelli strani (David Foster Wallace)
Anya e il suo fantasma (Vera Brosgol)
Le belve (Don Winslow)
Metagenealogia (Alejandro Jodorowsky)
Alla deriva (Bryan Lee O’Malley)
A volte ritorno (John Niven)
Lavoro dunque scrivo (Luisa Carrada)

Qui come sempre non si tratta mai di libri usciti nell’anno in corso perché sulle letture io recupero con ritardi di anni luce, quindi sono i dieci migliori libri che ho letto io durante l’anno.
Poi ci sono i libri che vorrei ancora leggere e non ce la farò prima della fine dell’anno.
Quelli che stanno nella pila pericolante e instabile sul mio comodino.
E quelli che stanno nella mia wishlist di Amazon… 😉

10 FILM PER FUTURE MAMME

Il grande evento si avvicina, ma sapete che può anche ritardare qualche giorno. Se, come futuri padri, siete stanchi di aspettare e volete anticipare in qualche modo l’arrivo dell’erede, avete un ventaglio ristretto di possibilità: sintetizzate ossitocina in casa e fate inalare l’ormone alla gestante; la portate in moto su strada sterrata; la spingete a camminare e fare scale ogni volta che è possibile; la portate sugli autoscontri… Oppure, le fate vedere uno di questi dieci film. Garantito che le contrazioni cominceranno già dopo qualche minuto. A meno che la vostra compagna non sia un amante dell’horror, nel qual caso non vi resta che lo sterrato.

ROSEMARY’S BABY
Il grande classico del filone demoniaco, con tanto di culla inquietante rimasta nell’immaginario popolare (nera con le ruotone, in pratica un modello di Inglesina anni ’70, motivo per cui non mi fido di quella marca, capacissima di portarti Belzebù in casa). In realtà è tutta la gravidanza di Rosemary ad essere un incubo, forse per via del fatto che il marito “vende” il suo pancione ad una congrega di streghe. E comunque alla fine basta uno sguardo del piccolo mostro per intenerire comunque la sbacalita neomamma che attacca con la classica ninna nanna horror

IL PRESAGIO
Quando vedi il piccolo Damien (ma basterebbe anche solo il bimbo odioso del film L’innocenza del diavolo, se è per quello) non puoi non pensare “e se poi mi esce così… così… Anticristo?”. Damien è il bimbo perfetto che tutte le madri vorrebbero, se non fosse per quell’invisibile coro di monaci salmodianti  che sembrano seguirlo dappertutto (quel simpatico ritornello “Sanguis bibimus, corpus edimus, tolle corpus Satani”, etc). Damien, diciamolo, porta anche un po’ sfiga, e provoca decise e persistenti contrazioni nell’utero della donna al termine della gravidanza. Per non parlare del fatto che attira un genere di tata decisamente poco raccomandabile.

BABY KILLER
It’s alive!  È vivo! Questo è il problema del bimbo deforme del mitico film di Larry Cohen (affettuosamente ritratto nell’illustrazione). La scena di parto all’inizio stabilisce il mood un po’ sanguinoso del resto del film: il piccolo zannuto e angiocraniuto è già capace di gattonare e di staccarsi il cordone da solo, dopodiché fa strage di ostetriche, ginecologi e un po’ di tutto il personale sanitario. Per quanto è possibile che questo sia il sogno segreto di molte puerpere, il mostro – ormai nascosto nelle fogne come un qualsiasi alligatore albino – deve morire. Aggiungiamo che la deformità del pupo sarebbe dovuta ad una sperimentazione sulle pillole contraccettive (il buon vecchio conservatorismo sessuale dell’horror americano) e che anche qui abbiamo l’Inglesina nel manifesto

IL VILLAGGIO DEI DANNATI
Qui i bambini sono un po’ grandicelli, ma sono tutti biondi, con gli occhi azzurri e un po’ cagacazzo. In una parola, sono ariani. Che poi è l’incubo del genitore medio italiano scuro di pelle e di capelli, avere un bambino ariano e precisetto. Cosa fanno i bambini del villaggio dei dannati? Beh, ma è semplice, controllano la mente degli adulti e li spingono al suicidio con un solo sguardo di quegli occhietti azzurrissimi! (Lo fanno anche i bambini di Grano rosso sangue, solo che loro all’istigazione al suicidio preferiscono le roncole e le accette). L’elemento più inquietante è che tutte le donne del villaggio restano misteriosamente incinte degli ariani senza aver avuto rapporti con nessuno.

CIMITERO VIVENTE
Stephen King gioca sull’incubo di ogni neo genitore: il camion tipo autoarticolato che ti prende sotto il bimbo che appena appena cammina e ovviamente già scorrazza sulla superstrada (Cimitero vivente è indubbiamente anche un film educativo da far vedere ai vostri pargoli: “Vedi che succede se non dai la mano alla mamma? Diventi zombie!“).  Il piccolo Gage (nome che a noi italiani suona inevitabilmente come “gaggio”) muore male, ma viene seppellito peggio, e infatti torna. E quando torna è peggio di Chucky la bambola assassina, ruba bisturi, ammazza il parentado e può essere fermato solo con un incendio purificatore. Elemento curioso: il film è l’unico girato da una donna.

LA BAMBOLA ASSASSINA
A volte vai in questi negozi di giocattoli e trovi dei pupazzetti un po’ inquietanti, tipo mucche con le mani a forma di stella, orsetti squartabili che si rivelano essere tutta pelle e niente imbottitura, carillon con faccine sorridenti che nella penombra hanno un che di minaccioso. Chucky fa parte di questo genere di giocattoli anche se non è un clown (io ho una paura fottuta dei clown, infatti non posso vedere Pennywise di It o il pupazzo di Poltergeist). Chucky è caruccio, sembra tanto il bambolotto che avevo io da piccolo, ma ovviamente dentro di lui c’è l’anima di un serial killer che ha fatto un rito voodoo nel negozio di giocattoli sotto casa dell’ignara famiglia di protagonisti. Quindi, oltre alla tossicità e alla sicurezza generale del giocattolo, vedete anche se ci sono fori di spilloni o roba simile…

ANTROPOPHAGUS
Cosa c’entra questo classico del trash-splatter-italiano di serie Z con i film a tema bambini? In fondo si tratta soltanto di un pescatore greco dentro l’isoletta greca che ha sviluppato un certo gusto per la carne dei suoi simili… Ah, ma certo! C’è la scena in cui l’Antropophagus del titolo afferra la giovanissima Serena Grandi incinta e le strappa il feto dall’utero per poi mangiarselo, in una delle scene più “simpa” del glorioso cinema de paura nostrano! Ovviamente si trattava di un coniglio spellato con un budellino applicato per sembrare il cordone, ma questa scena (e peraltro anche quella dove il protagonista si mangia le sue stesse viscere prima di schiattare) ha valso al film la censura totale in molti paesi. Per la cronaca, c’è anche la giovane Margaret Mazzantini che si fa squarciare il collo dal mostro. Alla faccia di “Venuto al mondo”.

TRAINSPOTTING
Breve la vita felice del nostro gruppo di tossici preferito: Renton, Sick Boy, Spud e Begbie (Tommy no, perché Tommy è triste e infatti muore male). Nell’allegra comitiva dei consumatori di eroina c’è anche Allison che sperimenta sulla sua pelle quell’incubo che prende un po’ tutti i genitori, e cioè quello di dimenticarsi talmente di avere un neonato in casa da accorgersi solo dopo ore o giorni che il pupo è morto. D’accordo, Allison ha l’attenuante del caso, dato che è perennemente fatta, ma dopo la visione del film (e in particolare della scena dell’incubo con la bambina morta che gattona sul soffitto) è garantito che andrete a controllare nella culla più volte o ritornerete alla macchina ripetutamente per controllare di non aver lasciato la progenie chiusa dentro!

SINISTER
Qui siamo di nuovo dalle parti dei bambini cattivi che sterminano tutti i membri della famiglia, solo che stavolta è un demone babilonese con la faccia di Gene Simmons (Bughuul, il “mangiatore di bambini”) a suggerirgli i metodi omicidi più creativi. A parte che Sinister fa venire le contrazioni anche a chi non ha l’utero, anche in questo caso abbiamo la morale educativa da SOS Tata: non permettete ai vostri bambini di disegnare sulle pareti di casa, altrimenti poi è chiaro che evocano entità demoniache difficilmente contrastabili.

BROOD LA COVATA MALEFICA
Uno dei film sulle gravidanze  più allucinanti mai concepiti, grazie alla maestria visionaria di David Cronenbergh. La protagonista in realtà non è incinta, ma semplicemente matta come un cavallo. Lo psichiatra decide di sperimentare su di lei la teoria della “psicoplasmia” che fa sì che la donna abbia una serie di gravidanze mostruose proiettando uteri pulsanti al di fuori del suo corpo. Ovviamente i bambini sono deformi prodotti della mente vestiti con piumini Moncler che vanno in giro a uccidere tutti quelli che vogliono male a mammina. Inadatto a gestanti dal carattere vendicativo.