CECI N’EST PAS UNE LISTE

È di nuovo quel periodo dell’anno e io, da bravo ossessivo compulsivo che compila liste tutto l’anno, mi sento autorizzato a condividere con voi la madre di tutte le liste, quella che racchiude i miei film dell’anno, le mie serie TV, i miei libri, i miei dischi dell’anno. La parola chiave, come sempre è “miei“. Ormai lo sapete che sono un divoratore goloso di film horror e di animazione, di graphic novel e di musica elettronica, ambient e post punk ma che navigo tranquillo sul mare dell’eclettismo. Se vi fornisco qualche spunto per guardare, leggere o ascoltare qualcosa, ben venga! Se no, sarà solo l’ennesima lista…
NB: Lista editata il 26/12 nel momento in cui sono riuscito a vedere un paio di film in più che già sapevo sarebbero stati tra i primi dieci.

FILM

Normalmente tendo a non fare proprio una classifica, perché mi pare una stronzata. I primi tre film della lista però sono quelli che più mi hanno lasciato a bocca aperta. Il terzo è indiano e si vede solo su Netflix.

The Holdovers – Alexander Payne
Barbie – Greta Gerwig
Jawan – Atlee
Killers of the Flower Moon – Martin Scorsese
Past lives – Celine Song
Oppenheimer – Christopher Nolan
Asteroid City – Wes Anderson
Saltburn – Emerald Fennell
Beau is Afraid – Ari Aster
Return to Seoul – Davy Chou
Passages – Ira Sachs
Spider-Man across the Spiderverse – Joaquim Dos Santos, Justin Thompson, Kemp Powers
Skinamarink – Kyle Edward Ball
Infinity Pool – Brandon Cronenberg
Talk to Me – Danny e Michael Philippou
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem – Jeff Rowe
Suzume – Makoto Shinkai
El Conde – Pablo Larrain
The Killer – David Fincher
May December – Todd Haynes

E per l’Italia…
La Chimera – Alice Rohrwacher
C’è ancora domani – Paola Cortellesi
Piove – Paolo Strippoli
Mixed by Erry – Sydney Sibilia
Il primo giorno della mia vita – Paolo Genovese

Invece, i film usciti nel 2023 che non ho visto e mi mangio le mani, o che non sono ancora usciti e quindi ciccia, sono Godzilla Minus One (che dev’essere una figata), The Zone of Interest (il film “laterale” sull’olocausto di Jonathan Glazer), Poor Things di Lanthimos, Dream Scenario con l’ineffabile Nicolas Cage, The Boy and the Heron (l’ultimo Miyazaki), Orlando, My Political Biography di e con Paul B. Preciado, Fallen Leaves (l’ultimo Kaurismaki).
Questi saranno da recuperare a gennaio 2024…!

ALBUM

Anche per quanto riguarda i dischi dell’anno diciamo che il podio è rappresentato dai dischi che ho sentito di più nell’anno (Caroline Polacheck per quasi tutto l’anno fino a vederla dal vivo a novembre, e Peter Gabriel e Andre 3000 ossessione dell’ultimo bimestre). Tutti gli altri sono i dischi che sono stati maggiormente in heavy rotation sul mio iPhone o su Spotify (che curiosamente si complimenta con me perché sono uno dei rari utenti che ascolta un album dall’inizio alla fine – ma perché, esiste un altro modo?!?)…

Desire, I Want to Turn into You – Caroline Polacheck
i/o – Peter Gabriel
New Blue Sun – Andre 3000
Radical Romantics – Fever Ray
Fuse – Everything But The Girl
Space Heavy – King Krule
Become – Beach House
The Ballad of Darren – Blur
Danse Macabre – Duran Duran
Cousin – Wilco
Nadie sabe lo que va a pasar mañana – Bad Bunny
Lahai – Sampha
Raven – Kelela
Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd – Lana del Rey
This Stupid World – Yo la tengo
The Girl Is Crying in Her Latte – Sparks
Chaos for the Fly – Grian Chatten

E per l’Italia…
Il segreto – Venerus
Moonlanded – Birtth
La gente che sogna – Lucio Corsi
Cristi e diavoli – Lovegang126
L’amore – Madame
Red Light – Elodie

Poi ci sono alcuni album che mi sono messo da parte e sono lì che mi aspettano, e che sto cominciando a sentire adesso: presto per dire “dischi dell’anno”, ma diciamo che tutti li hanno criticati bene e quindi mi interessa ascoltarli: My Back Was a Bridge for You to Cross di Anohni & The Johnsons, Why Does the Earth Give Us People to Love? di Kara Jackson, The Age of Pleasure di Janelle Monae, Javelin di Sufjan Stevens, Guts di Olivia Rodrigo e per la quota italiana Spira di Daniela Pes che è prodotta da Iosonouncane e insomma.

SERIE TV

Ogni volta penso con ammirazione a quelli che mi dicono “adesso disdico tutti gli abbonamenti tanto non guardo più niente”… io invece guardo pure troppo, e se non rientra nei miei abbonamenti standard a volte vado in cerca di torrent. Anche sul fronte televisivo prediligo horror e animazione, ma ci sono molte altre chicche interessanti buttate lì a caso.

The Last of Us (HBO)
Blue Eye Samurai (Netflix)
I’m a Virgo (Prime)
Goosebumps (Disney+)
Pluto (Netflix)
The Bear 2 (Disney+)
Scott Pilgrim Takes Off (Netflix)
One Piece (Netflix)
Questo mondo non mi renderà cattivo (Netflix)
Bodies (Netflix)
The Fall of the House of Usher (Netflix)
Heartstopper 2 (Netflix)
A Murder at the end of the world (Disney+)
Swarm (Prime)
American Born Chinese (Disney+)
Copenhagen Cowboy (Netflix)
Obliterated (Netflix)
Pokémon concierge (Netflix)
Beef (Netflix)

Ci sono poi molte serie che tutti mi dicono meravigliose ma che io non ho avuto tempo o modo di vedere. Manca ad esempio Succession, che sono convinto sia sicuramente un capolavoro ma io non l’ho ancora vista. Meglio per me che posso vederla dall’inizio!

LIBRI E FUMETTI

Piccola premessa, questi non sono tutti libri usciti nel 2023 ma sono i libri che io ho letto e amato nel 2023. Casomai sono usciti un secolo prima. Comunque, ecco qua, in ordine sparso tra saggi, romanzi e graphic novel.

La volontà di cambiare – bell hooks
Rebis – Irene Marchesini e Carlotta Dicataldo
La tecnologia è religione – Chiara Valerio
I ragazzi possono essere femministi? – Lorenzo Gasparrini
The School of Life – Alain de Botton
Filosofia del Graphic Design – Riccardo Falcinelli
Spettri della mia vita – Mark Fisher
Exit Reality – Valentina Tanni
Cinema Speculation – Quentin Tarantino
Cose da maschi – Alessandro Giammei
L’antidoto – Vera Gheno
Le schegge – Bret Easton Ellis
La vita è breve eccetera – Valentina Raimo
Sei vecchio – Vincenzo Marino
La fine del mondo e Prima dell’alba – Inio Asano
Ultima notte a Pechino – Golo Zhao
Veleno a colazione – Lemony Snicket
Deadendia voll. 1 e 2 – Hamish Steele
Tre Ciotole – Michela Murgia
Belle Greene – Alexandra Lapierre
Lockwood & Co. (tutta la serie) – Jonathan Stroud
UFO 78 – Wu Ming
Billy Summers – Stephen King
Circe – Madeline Miller
Crossroads – Jonathan Franzen

Poi ci sono in effetti libri del 2023 che non ho letto ma che mi riprometto di leggere quanto prima, come Babysitter di Joyce Carrol Oates, Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori, L’impostore di Zadie Smith, Lezioni di Ian McEwan, La vita intima di Niccolò Ammaniti e i graphic novel Monica di Daniel Clowes, Roaming di Jillian e Mariko Tamaki e Ducks di Kate Beaton che ha smosso persino Zerocalcare.

E per quest’anno direi che è tutto. Quali sono i vostri preferiti, invece?

IL NUOVO FILM DI NATALE: THE HOLDOVERS

Passato il mese scorso al Torino Film Festival, The Holdovers di Alexander Payne è un solidissimo film dramedy (dove insomma, si ride ma si piange anche). Ecco, è uno di quei film di cui potrei dire “che bello, ho pianto tanto”, perché in effetti senza trucchetti o sentimentalismi ti fa costantemente stare con gli occhi lucidi.

Come fa? Semplice: intanto costruendo personaggi di cui ti importa veramente e affidandoli ad attori superlativi (Paul Giamatti, voglio dire, basterebbe solo il suo nome per guardare qualsiasi film). Poi immergendo il tutto in una studiatissima fotografia anni ’70, su toni smorti e costruendo le inquadrature e il montaggio come se fossimo nei ’70 (il film si svolge a Natale del 1970, esattamente quando sono nato io).

Persino i titoli di testa sono anni ’70 in un modo così citazionista da far sembrare il film un Grindhouse tarantiniano fuori tempo massimo (nulla di più lontano, comunque). La storia – che in alcuni spunti potrebbe richiamare The Breakfast Club o Dead Poets Society – è quella di un gruppo di studenti costretto a restare nel campus di una prep school durante le vacanze natalizie e di un professore (Giamatti) odiatissimo da studenti e colleghi che è costretto a far loro da guardiano.

All’inizio i ragazzi sono cinque, e assistiamo alle schermaglie tra loro e alle sfuriate diaboliche del professore. Poi, con un espediente, resta solo uno studente, il più “complicato”. E i personaggi si riducono a tre: Angus (lo studente interpretato da Dominic Sessa, bravissimo), il professor Hunham e Mary (Da’Vine Joy Randolph, già vista in Only Murders in the Building), la responsabile della mensa scolastica.

Da qui in poi il film è un divertente (e straziante al tempo stesso) capolavoro di scrittura e di messa in scena, modernissimo anche se fintamente anni ’70, in cui i due uomini, il ragazzo e il professore, si mettono a nudo l’uno con l’altro condividendo poco a poco segreti, traumi e difficoltà che li rendono outsider nella società degli uomini.

Per me non c’è scena che non sia perfetta e funzionale all’evolversi della storia e dei personaggi, è un film misuratissimo che ti tiene agganciato emozionalmente e visivamente fino alla fine, e mentre scrivo queste righe ho deciso che balza di colpo in cima alla lista. The Holdovers per me è il film dell’anno. D’altronde lo sapete che i film stile seventies sono da sempre i miei favoriti.

E tra l’altro è sicuramente il film che vorrò rivedere ogni singolo Natale, alla faccia di Una poltrona per due.

PAST LIVES: CERTI AMORI NON FINISCONO

Mi rivolgo a voi, amanti del mélo asiatico, dei film di Wong-Kar Wai (lo so che ci siete anche voi), degli amori impossibili e delle storie strappacuore che la quotidianità sa regalarci.

Past Lives di Celine Song è il film per voi (per noi). Il film inizia dalla fine, mostrandoci una donna asiatica tra due uomini, un asiatico e un caucasico, e due voci – quelle degli spettatori tipo – che dicono “chissà se lei sta con lui o sta con l’altro”, “ma dai, è evidente che sta con l’asiatico”, e a quel punto lei guarda in camera. Aggancio totale.

24 anni prima, a Seoul, Na Young e Hae Sung hanno 12 anni, vanno a scuola insieme e si amano pur non essendoselo mai detto chiaramente. Quantomeno, lui ama lei, ma lei deve seguire la famiglia determinata ad emigrare in Canada. Flash forward a 12 anni dopo, Na Young (che in America si fa chiamare Nora) vive a New York e fa la drammaturga, ritrova Hae Sung su Facebook e cominciano una relazione a distanza fatta di videochiamate, mail e messaggi.

Si capisce che la cosa sta diventando troppo coinvolgente e Nora decide di troncare. Poco dopo conosce Arthur, un altro scrittore newyorkese, e… OK, cosa succede dopo ce lo si può immaginare. Quello che conta è che altri 12 anni più tardi Hae Sung decide di andare in vacanza a New York e ovviamente di far visita a Nora.

L’ultima parte del film è dolce in quel modo che ti brucia il cuore e il finale è uno dei più commoventi dell’anno. In questa sorta di sliding doors coreano-americano non ci sono vincitori né perdenti, ma solo personaggi che dovranno convivere con il disagio delle scelte che hanno fatto nelle vite passate. Bellissimo. Si trova “in giro”, in Italia uscirà a febbraio.