NATALE CON GLI OSAGE: KILLERS OF THE FLOWER MOON

Perdonami Martin, perché ho peccato. Non ho avuto la forza e la fermezza di vedere il tuo film di tre ore e mezza al cinema, dove tu volevi che io lo vedessi, e invece l’ho visto a casa, spezzandolo in quattro episodi come una miniserie qualsiasi.

Va detto che avevo paurissima del tuo film, Martin. Dopo The Irishman e Silence ero leggermente prevenuto. Ma sbagliavo, Martin, e ti chiedo perdono dal profondo del cuore. Killers of the Flower Moon è evidentemente uno dei tuoi capolavori.

Siccome sono vecchio, per me Osage Tribe era il nome di una band progressive in cui cantava Franco Battiato prima di intraprendere la carriera solista. Ora grazie al tuo film ho scoperto un pezzo per me inedito di storia degli USA. Una storia squallida e violenta di prevaricazione, come quelle che piace raccontare a te.

Leonardo DiCaprio è perfetto nel suo ruolo di fantoccio del capitalismo e del patriarcato, i due mali incarnati nella figura diabolica di Robert De Niro. Lily Gladstone se possibile è ancora più brava dei due protagonisti maschili nel ruolo di Mollie, moglie Osage e vittima predestinata.

Ti sei preso il tuo tempo, punteggiato dalle musiche scarne di Robbie Robertson e dal montaggio sapiente di Thelma Schoonmaker, e hai raccontato la fine di una civiltà, la nascita di un’agenzia, il familismo amorale della borghesia bianca, il crimine reso spettacolo in un finale memorabile in cui ci hai messo la faccia direttamente.

Grazie, Martin, non sono degno, lo sai.
Thah-leen gah-xeh.

SENSAZIONI FORTI: SALTBURN

Ed ecco un altro film perfetto per le feste: Saltburn, di Emerald Fennell, attesissima (almeno da me) opera seconda dell’autrice di Promising Young Woman. Un film che sulla carta ha un po’ di Talento di Mr. Ripley e un po’ di Ritorno a Brideshead, ma è molto diverso da entrambi. Dovessi dire, si colloca meglio nel filone Parasite / Triangle of Sadness.

Saltburn è il nome di una tenuta inglese, tipo Downton Abbey, per intenderci. Il film si svolge nel 2006 e segue le vicende dello studente “povero” Oliver Quick (Barry Keoghan, finalmente in un degno ruolo da protagonista, dato che è stato un fottuto magnete per gli occhi in ogni film in cui è apparso finora). Povero perché ha una borsa di studio e non è all’altezza dei suoi compagni tutti parte della higher class. Come Felix (Jacob Elordi, visto in Euphoria) ad esempio, di cui Oliver riesce fortuitamente a diventare amico.

Dopo aver raccontato a Felix che la sua famiglia è un disastro di alcolismo e droga e che il padre è appena morto, Felix si offre di invitarlo a passare l’estate a Saltburn, per non farlo tornare a casa. Lì Oliver può immergersi in una riccanza mai sperimentata prima, interagendo con i genitori di Felix (i sempre azzeccatissimi Richard E. Grant e Rosamund Pike), la sorella Venetia e il cugino Farleigh che gli è ostile fin dall’inizio.

Fin qui, una storia normale. Ma si capisce fin dalla cornice narrativa in cui Oliver adulto racconta la storia di quell’estate che non è una storia normale, proprio per niente.

Saltburn, poi, non è nemmeno interessato più di tanto a “raccontare una storia”, quanto piuttosto a rappresentare sensazioni, anche violente (vedi le scene della vasca da bagno o della tomba che tanto hanno scioccato il pubblico), a mettere in scena una particolare vibrazione, un desiderio, un’atmosfera. Le scene procedono in modo giustapposto spesso senza una logica precisa, il montaggio è molto libero e creativo (ma potente), i dettagli assumono un’eco incredibile.

Verso la fine, dopo un colpo di scena che ribalta la situazione, tutto tende a precipitare, fino ad un epilogo sconcertante, turbinoso, mortifero e diabolicamente divertente.

Saltburn non è un film per deboli di cuore, ma se riuscite a incassare i pugni allo stomaco (e nelle palle) che Emerald Fennell distribuisce generosamente, è un film che ripaga moltissimo. Sul finale c’è un “momento spiegone” che tutto sommato, data la natura un po’ psichedelica del film, poteva quasi essere evitato, ma è solo il preludio per il vero finale, che a mio avviso è il più bello del decennio.

CECI N’EST PAS UNE LISTE

È di nuovo quel periodo dell’anno e io, da bravo ossessivo compulsivo che compila liste tutto l’anno, mi sento autorizzato a condividere con voi la madre di tutte le liste, quella che racchiude i miei film dell’anno, le mie serie TV, i miei libri, i miei dischi dell’anno. La parola chiave, come sempre è “miei“. Ormai lo sapete che sono un divoratore goloso di film horror e di animazione, di graphic novel e di musica elettronica, ambient e post punk ma che navigo tranquillo sul mare dell’eclettismo. Se vi fornisco qualche spunto per guardare, leggere o ascoltare qualcosa, ben venga! Se no, sarà solo l’ennesima lista…
NB: Lista editata il 26/12 nel momento in cui sono riuscito a vedere un paio di film in più che già sapevo sarebbero stati tra i primi dieci.

FILM

Normalmente tendo a non fare proprio una classifica, perché mi pare una stronzata. I primi tre film della lista però sono quelli che più mi hanno lasciato a bocca aperta. Il terzo è indiano e si vede solo su Netflix.

The Holdovers – Alexander Payne
Barbie – Greta Gerwig
Jawan – Atlee
Killers of the Flower Moon – Martin Scorsese
Past lives – Celine Song
Oppenheimer – Christopher Nolan
Asteroid City – Wes Anderson
Saltburn – Emerald Fennell
Beau is Afraid – Ari Aster
Return to Seoul – Davy Chou
Passages – Ira Sachs
Spider-Man across the Spiderverse – Joaquim Dos Santos, Justin Thompson, Kemp Powers
Skinamarink – Kyle Edward Ball
Infinity Pool – Brandon Cronenberg
Talk to Me – Danny e Michael Philippou
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem – Jeff Rowe
Suzume – Makoto Shinkai
El Conde – Pablo Larrain
The Killer – David Fincher
May December – Todd Haynes

E per l’Italia…
La Chimera – Alice Rohrwacher
C’è ancora domani – Paola Cortellesi
Piove – Paolo Strippoli
Mixed by Erry – Sydney Sibilia
Il primo giorno della mia vita – Paolo Genovese

Invece, i film usciti nel 2023 che non ho visto e mi mangio le mani, o che non sono ancora usciti e quindi ciccia, sono Godzilla Minus One (che dev’essere una figata), The Zone of Interest (il film “laterale” sull’olocausto di Jonathan Glazer), Poor Things di Lanthimos, Dream Scenario con l’ineffabile Nicolas Cage, The Boy and the Heron (l’ultimo Miyazaki), Orlando, My Political Biography di e con Paul B. Preciado, Fallen Leaves (l’ultimo Kaurismaki).
Questi saranno da recuperare a gennaio 2024…!

ALBUM

Anche per quanto riguarda i dischi dell’anno diciamo che il podio è rappresentato dai dischi che ho sentito di più nell’anno (Caroline Polacheck per quasi tutto l’anno fino a vederla dal vivo a novembre, e Peter Gabriel e Andre 3000 ossessione dell’ultimo bimestre). Tutti gli altri sono i dischi che sono stati maggiormente in heavy rotation sul mio iPhone o su Spotify (che curiosamente si complimenta con me perché sono uno dei rari utenti che ascolta un album dall’inizio alla fine – ma perché, esiste un altro modo?!?)…

Desire, I Want to Turn into You – Caroline Polacheck
i/o – Peter Gabriel
New Blue Sun – Andre 3000
Radical Romantics – Fever Ray
Fuse – Everything But The Girl
Space Heavy – King Krule
Become – Beach House
The Ballad of Darren – Blur
Danse Macabre – Duran Duran
Cousin – Wilco
Nadie sabe lo que va a pasar mañana – Bad Bunny
Lahai – Sampha
Raven – Kelela
Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd – Lana del Rey
This Stupid World – Yo la tengo
The Girl Is Crying in Her Latte – Sparks
Chaos for the Fly – Grian Chatten

E per l’Italia…
Il segreto – Venerus
Moonlanded – Birtth
La gente che sogna – Lucio Corsi
Cristi e diavoli – Lovegang126
L’amore – Madame
Red Light – Elodie

Poi ci sono alcuni album che mi sono messo da parte e sono lì che mi aspettano, e che sto cominciando a sentire adesso: presto per dire “dischi dell’anno”, ma diciamo che tutti li hanno criticati bene e quindi mi interessa ascoltarli: My Back Was a Bridge for You to Cross di Anohni & The Johnsons, Why Does the Earth Give Us People to Love? di Kara Jackson, The Age of Pleasure di Janelle Monae, Javelin di Sufjan Stevens, Guts di Olivia Rodrigo e per la quota italiana Spira di Daniela Pes che è prodotta da Iosonouncane e insomma.

SERIE TV

Ogni volta penso con ammirazione a quelli che mi dicono “adesso disdico tutti gli abbonamenti tanto non guardo più niente”… io invece guardo pure troppo, e se non rientra nei miei abbonamenti standard a volte vado in cerca di torrent. Anche sul fronte televisivo prediligo horror e animazione, ma ci sono molte altre chicche interessanti buttate lì a caso.

The Last of Us (HBO)
Blue Eye Samurai (Netflix)
I’m a Virgo (Prime)
Goosebumps (Disney+)
Pluto (Netflix)
The Bear 2 (Disney+)
Scott Pilgrim Takes Off (Netflix)
One Piece (Netflix)
Questo mondo non mi renderà cattivo (Netflix)
Bodies (Netflix)
The Fall of the House of Usher (Netflix)
Heartstopper 2 (Netflix)
A Murder at the end of the world (Disney+)
Swarm (Prime)
American Born Chinese (Disney+)
Copenhagen Cowboy (Netflix)
Obliterated (Netflix)
Pokémon concierge (Netflix)
Beef (Netflix)

Ci sono poi molte serie che tutti mi dicono meravigliose ma che io non ho avuto tempo o modo di vedere. Manca ad esempio Succession, che sono convinto sia sicuramente un capolavoro ma io non l’ho ancora vista. Meglio per me che posso vederla dall’inizio!

LIBRI E FUMETTI

Piccola premessa, questi non sono tutti libri usciti nel 2023 ma sono i libri che io ho letto e amato nel 2023. Casomai sono usciti un secolo prima. Comunque, ecco qua, in ordine sparso tra saggi, romanzi e graphic novel.

La volontà di cambiare – bell hooks
Rebis – Irene Marchesini e Carlotta Dicataldo
La tecnologia è religione – Chiara Valerio
I ragazzi possono essere femministi? – Lorenzo Gasparrini
The School of Life – Alain de Botton
Filosofia del Graphic Design – Riccardo Falcinelli
Spettri della mia vita – Mark Fisher
Exit Reality – Valentina Tanni
Cinema Speculation – Quentin Tarantino
Cose da maschi – Alessandro Giammei
L’antidoto – Vera Gheno
Le schegge – Bret Easton Ellis
La vita è breve eccetera – Valentina Raimo
Sei vecchio – Vincenzo Marino
La fine del mondo e Prima dell’alba – Inio Asano
Ultima notte a Pechino – Golo Zhao
Veleno a colazione – Lemony Snicket
Deadendia voll. 1 e 2 – Hamish Steele
Tre Ciotole – Michela Murgia
Belle Greene – Alexandra Lapierre
Lockwood & Co. (tutta la serie) – Jonathan Stroud
UFO 78 – Wu Ming
Billy Summers – Stephen King
Circe – Madeline Miller
Crossroads – Jonathan Franzen

Poi ci sono in effetti libri del 2023 che non ho letto ma che mi riprometto di leggere quanto prima, come Babysitter di Joyce Carrol Oates, Vi avverto che vivo per l’ultima volta di Paolo Nori, L’impostore di Zadie Smith, Lezioni di Ian McEwan, La vita intima di Niccolò Ammaniti e i graphic novel Monica di Daniel Clowes, Roaming di Jillian e Mariko Tamaki e Ducks di Kate Beaton che ha smosso persino Zerocalcare.

E per quest’anno direi che è tutto. Quali sono i vostri preferiti, invece?