L’OZIO COME STILE DI VITA

Grazie a Mr. Focaccina che mi ha donato uno dei libri più divertenti letti nel 2005: consiglio vivamente a tutti L’ozio come stile di vita (c’è pure il sito, toh) di Tom Hodgkinson. Uno che non si capisce se veramente non fa un cazzo dal mattino alla sera o è tutta una finta. Però il libro è un oggetto alieno, ha una grafica anni ’20 e una sovracoperta fintamente unta e macchiata di muffa. A prima vista sembra un tesoro da bancarella. Invece è una delle uscite natalizie di Rizzoli, ed è un concentrato di riflessioni sull’otium, sulla contemplazione, sul dormire, sugli stati ipnagogici (nei quali io modestamente sono un’autorità conclamata) sulle sostanze psicotrope, sulla pinta di birra e sulla sigaretta fumata rilassati, sulla pesca, sul sesso sonnacchioso e prolungato, sull’arte di non fare un cazzo in ogni momento possibile. Il tutto condito da grande abbondanza di citazioni che vanno da Cicerone a Coleridge, da De Quincey a Camus, da Huysmans a Whitman (tutti grandi oziosi, pare). Sembrerebbe veramente un pamphlet scritto all’inizio del secolo, non fosse che l’autore ha circa la mia età, si fa gli acidi e mescola Epitteto con i Clash e (udite, udite) i Crass! Un libro da divorare, possibilmente a letto, sotto il piumone, mentre gli altri lavorano. E da ripensare. Perché l’ozioso pensa, e per questo è una minaccia intollerabile per la società.

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LA VIA DEI TAROCCHI DI JODOSAN

Con grande entusiasmo mi sono procurato La via dei tarocchi, un bel tomo di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa. Jodorowsky, si sa, è una garanzia nel campo dei tarocchi e dei percorsi iniziatici legati alla visione, all’analisi dei segni e dei dettagli – lo si vede anche in tutti i suoi meravigliosi film, in particolare La montagna sacra e Santa Sangre. L’introduzione è sorprendente di per sé (per ora ho letto avidamente solo quella). Jodorowsky l’artista, il regista, l’attore di "teatro panico", il surrealista, l’autore di fumetti, narra la sua infanzia cilena come in un libro di Marquez, con queste misteriose carte chiuse nell’armadio della madre, a lui proibite, da lui infine scoperte in modo avventuroso. Finalmente un libro senza deliri esoterici, senza Egitto, senza Rosacroce, senza cabala, senza Aleister Crowley, ma solo un percorso visivo da sperimentare con attenzione, lasciando che i simboli vengano a galla da sé. Forse (anche se non viene citato) un percorso un po’ junghiano. Il libro è splendidamente illustrato e dettagliato. Si basa sugli autentici tarocchi di Marsiglia restaurati da Jodorowsky e Philippe Camoin. E – anche se io sono affezionato al mio mazzo Waite (lo stesso che ha usato il giovane Jodorowsky, regalatogli dalla pittrice Leonora Carrington) – penso che quello presentato nel libro sia il mazzo più "limpido" per ogni tipo di lettura.

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INDIGESTIONE DI NARNIA

Adesso sono inevitabilmente agganciato dalle Cronache di Narnia. Mi stupisce sempre come in molti casi occorra aspettare il film di successo annunciato per ottenere un’edizione di pregio come quella Mondadori uscita questo mese… ma tant’è. Adesso C.S. Lewis mi aiuta a passare il periodo come J.K. Rowling mi ha aiutato a luglio. E’ incredibile come solo tuffandomi nel fantasy io possa riuscire a sublimare. In effetti non riesco a leggere altro. A parte i fumetti, ovviamente. L’edizione in questione raccoglie tutti e sei i romanzi del ciclo, nell’ordine voluto da Lewis (che, come ormai sanno anche i sassi, era amico e collega di Tolkien). Tanto il Signore degli anelli è celtico e magniloquente, tanto le Cronache di Narnia sono umili e "cristiane". Lewis propone un mondo fantasy che richiama la simbologia e il mito del cristianesimo (alla lontana, ma si capisce). Lewis scrive per un pubblico forse più giovane di quello di Tolkien, ma – come dice lui stesso in un illuminante saggio in coda al volume – se un libro che hai letto a 10 anni non vale la pena di essere letto anche a 50 anni vuol dire che non è un buon libro. Io concordo pienamente. E mi avventuro pazientemente in un altro mondo.