Il fatto di rileggere Harry Potter e il Principe Mezzosangue in italiano, oltre a farmi rabbrividire per le consuete traduzioni creative di alcuni nomi propri (Lumacorno… Flebo… mah!) mi riporta alla mente tutto ciò che ho già detto quest’estate. Stesse emozioni, stessa necessità fisica di leggere gli ultimi 5 o 6 capitoli tutti d’un fiato. Stessa ricchezza di approfondimento psicologico che in definitiva mi fa dire (se proprio vogliamo far classifiche) che questo sesto libro scatta al primo posto spodestando Il Prigioniero di Azkaban, che finora dominava incontrastato. Aggiungo solo qualche considerazione (da evitare se non si è ancora letto il libro, ma penso che a 15 giorni dalla sua uscita italiana tutti i lettori del blog – tranne Raffa – lo abbiano già riletto almeno due volte). Occhio agli spoiler, dunque…!
1. R.A.B.: il più grosso enigma del sesto libro è con ogni evidenza il fu Regulus Black, fratello mangiamorte di Sirius con possibilità di un middle name come "Alphard" (zio dei due Black). Se il primo Horcrux è il diario di Riddle, il secondo è l’anello di Marvolo, il terzo è il medaglione di Serpeverde da R.A.B. già trafugato (quello di cui Harry e Silente trovano copia nella grotta), il quarto è Nagini il serpente, il quinto è la coppa di Tassorosso, il sesto è un oggetto ancora ignoto appartenuto probabilmente a Corvonero (non può essere la spada, unico cimelio di Grifondoro). Il medaglione di Serpeverde, quello vero, sta nella nuova casa di Harry, a Grimmauld Place. Se ne parla nel quinto libro, come di un "medaglione che nessuno riesce ad aprire". Oltre a visitare Godric’s Hollow, la Tana e i Dursley, Harry dovrà quindi tornare anche nella vecchia casa dei Black, probabilmente farsi aiutare dal viscido Kreacher e distruggere quell’Horcrux.
2. Le coppie di fatto. Tipico di Harry troncare così con Ginny. Della serie "tutti quelli che mi stanno vicino muoiono". E allora Ron e Hermione? Sarà dura, temo, per Harry, levarsi di torno la fiammeggiante compagna che lo ama da sette anni! E per quanto riguarda Ron e Hermione, JKR non ha negato che potrebbero addirittura avere un figlio! Sta tutto nel famigerato ultimo capitolo della saga, che lei avrebbe già scritto, quello in cui "scar" sarebbe l’ultima parola. La probabilità che Harry muoia nel prossimo libro mi sembra lontana. In fondo, "l’uno non può vivere se l’altro sopravvive", e questo significherebbe il trionfo del male. Piuttosto saranno molto in pericolo gli amici più cari di Harry…
3. Piton… oh, mio dio! La questione della sua lealtà a Silente è centrale nella saga. Silente, vero personaggio cristologico, si comporta con lui come con il "giuda" che deve inevitabilmente compiere gli atti cui è destinato. Io credo nella teoria che vede Piton costretto ad uccidere Silente dietro esplicita richiesta del preside stesso per evitare che di questo omicidio si dovesse macchiare Draco e anche per evitare che il potente giuramento prestato a Narcissa si rivoltasse contro di lui se non avesse compiuto l’assassinio rituale. Snape sarebbe troppo prezioso nella battaglia finale contro Voldemort. Ricordiamo anche il litigio che Hagrid ha ascoltato per caso nella foresta: Piton non vorrebbe più fare qualcosa che gli è stata ordinata da Silente, e questi gli ricorda che "ha dato la sua parola". Snape è decisamente il personaggio più complesso dell’intera serie. Probabilmente sarà lui a morire, non Harry. Scappa coi Mangiamorte ma salva Harry nel parco di Hogwarts con la scusa che "il ragazzo appartiene all’Oscuro Signore". Insomma, dai… Con tutte le volte che ha segretamente aiutato Harry… E’ ovvio che non si può scoprire all’improvviso ultra-malvagio. Però sua madre era una strega e il padre invece babbano… Proprio come Voldemort… Mah!
Peraltro c’è una caterva di ottimi siti dove andare a spulciare le teorie più assurde. Ma la pagina di Wikipedia sul settimo libro le batte tutte perché riassume tutte le ipotesi nel modo più chiaro e sintetico possibile! Attendo i vostri commenti da fanatici potteriani!
L’OZIO COME STILE DI VITA
Grazie a Mr. Focaccina che mi ha donato uno dei libri più divertenti letti nel 2005: consiglio vivamente a tutti L’ozio come stile di vita (c’è pure il sito, toh) di Tom Hodgkinson. Uno che non si capisce se veramente non fa un cazzo dal mattino alla sera o è tutta una finta. Però il libro è un oggetto alieno, ha una grafica anni ’20 e una sovracoperta fintamente unta e macchiata di muffa. A prima vista sembra un tesoro da bancarella. Invece è una delle uscite natalizie di Rizzoli, ed è un concentrato di riflessioni sull’otium, sulla contemplazione, sul dormire, sugli stati ipnagogici (nei quali io modestamente sono un’autorità conclamata) sulle sostanze psicotrope, sulla pinta di birra e sulla sigaretta fumata rilassati, sulla pesca, sul sesso sonnacchioso e prolungato, sull’arte di non fare un cazzo in ogni momento possibile. Il tutto condito da grande abbondanza di citazioni che vanno da Cicerone a Coleridge, da De Quincey a Camus, da Huysmans a Whitman (tutti grandi oziosi, pare). Sembrerebbe veramente un pamphlet scritto all’inizio del secolo, non fosse che l’autore ha circa la mia età, si fa gli acidi e mescola Epitteto con i Clash e (udite, udite) i Crass! Un libro da divorare, possibilmente a letto, sotto il piumone, mentre gli altri lavorano. E da ripensare. Perché l’ozioso pensa, e per questo è una minaccia intollerabile per la società.
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LA VIA DEI TAROCCHI DI JODOSAN
Con grande entusiasmo mi sono procurato La via dei tarocchi, un bel tomo di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa. Jodorowsky, si sa, è una garanzia nel campo dei tarocchi e dei percorsi iniziatici legati alla visione, all’analisi dei segni e dei dettagli – lo si vede anche in tutti i suoi meravigliosi film, in particolare La montagna sacra e Santa Sangre. L’introduzione è sorprendente di per sé (per ora ho letto avidamente solo quella). Jodorowsky l’artista, il regista, l’attore di "teatro panico", il surrealista, l’autore di fumetti, narra la sua infanzia cilena come in un libro di Marquez, con queste misteriose carte chiuse nell’armadio della madre, a lui proibite, da lui infine scoperte in modo avventuroso. Finalmente un libro senza deliri esoterici, senza Egitto, senza Rosacroce, senza cabala, senza Aleister Crowley, ma solo un percorso visivo da sperimentare con attenzione, lasciando che i simboli vengano a galla da sé. Forse (anche se non viene citato) un percorso un po’ junghiano. Il libro è splendidamente illustrato e dettagliato. Si basa sugli autentici tarocchi di Marsiglia restaurati da Jodorowsky e Philippe Camoin. E – anche se io sono affezionato al mio mazzo Waite (lo stesso che ha usato il giovane Jodorowsky, regalatogli dalla pittrice Leonora Carrington) – penso che quello presentato nel libro sia il mazzo più "limpido" per ogni tipo di lettura.
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