L’AUTUNNO DEL MIO SCONTENTO

Oggi parto svantaggiato. In questi giorni comincio a sentire il contraccolpo degli ultimi due mesi. Mi sveglio di notte. Anzi, diciamo pure che non dormo proprio. Sento un peso opprimente sotto lo sterno. Mi alzo e vado in cucina a piedi scalzi, senza occhiali. Perché in certi casi è meglio evitare di vedere troppo bene la realtà. Al buio mi preparo una tisana. Poi mi passo la bustina contenente camomilla, vaniglia e miele sugli occhi pesti. Il risveglio è sempre con gli angoli della bocca piegati all’ingiù. Però oggi c’è yoga, mi dico. Forse a qualcosa servirà. Ho deciso di improntare l’autunno del mio scontento alle attività di concentrazione fisica e mentale. Perciò yoga e tiro con l’arco. Dieta sana, molte camminate, moderata assunzione di alcool e sostanze psicotrope. Devo premettere che da quando sono tornato a lavorare (tre giorni fa) non ho ancora visto una volta i miei colleghi sorridere. L’ombra di Mordor alla fine è arrivata anche qui da noi. Ma oggi c’è yoga, mi dico. Forse anche le mie colleghe si sbloccheranno. Shanti-Vana ("pace nella foresta", e hanno pure un bel sito web) è vicino all’ufficio. Sembra assurda un’ora e più di rilassamento e meditazione all’interno di una giornata lavorativa, ma non è così. Il vostro eroe scricchiola, il suo stomaco borbotta per la mancanza di cibo (non si può pranzare prima dello yoga) ma non molla e riesce persino a fermare il pensiero (vorrei tornare in seguito su questo per riferirvi estensivamente cosa penso io del pensiero). Durante la Savasana, al suono dei cimbali tibetani, il vostro eroe ha una visione. Una dozzina di personaggi vestiti di nero e incappucciati, dall’aria inquietante e aggiungerei vagamente minacciosa stazionano sul bagnasciuga di una spiaggia battuta da onde schiumose. Al suono dei cimbali scoppiano improvvisamente tutti in una risata argentina, muovendosi al ritmo del mare. Shanti, shanti, shanti…!

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AL PC SGANGHERATO CI METTO UNA PEZZA

Tornare alle proprie incombenze (e non solo a quelle dei cari estinti) vuol dire molte cose. Per me, principalmente, rimediare al casino del mio PC. Premetto: lo so, lo so che dovrei usare Linux, o meglio ancora passare a Mac. Ma… sono pigro. E la misura della mia pigrizia informatica l’avrete continuando a leggere. Da circa cinque mesi mi rendo conto che il mio PC è parecchio rallentato. Non si può aprire più di un programma alla volta, qualsiasi software venga lanciato ci mette tre minuti per aprirsi, ci sono sempre almeno 90 processi in corso, i crash sono sempre più frequenti e dal case viene continuamente uno strano rumore di WWWWWWWUUUUUUUUUUUCRCRCRCRCRRRRRR… Poi succede tutto quello che succede. Qualche giorno fa, Louga mi fa notare che, tra le altre cose, ho solo 256 Mb di RAM (e chi se lo ricordava?). Decido quindi di fare un repulisti, e mi accorgo che il Firewall è fuori uso da circa cinque mesi (quod erat demonstrandum), l’Antivirus è scaduto da cinque mesi (idem) e che il PC è zeppo di spyware e malware (se ne contano circa 230). Grazie a AdAware, Spybot e HijackThis pulisco quello che posso, ripristino NAV (croce e delizia) e ZoneAlarm e faccio un MemTest, giusto per vedere se per caso quella poca RAM che c’è è anche sputtanata. Ma sembra vada tutto bene. Il PC ricomincia a respirare. Decido di andare dal mio negoziante di fiducia per fargli mettere altri 512 Mb di RAM. Lui apre il case e comincia a tossire (è allergico alla polvere). Mi guarda (malissimo) e mi dice: "Di là ho un compressore. Conviene pulire un po’ prima di mettere un altro banco di memoria". In una profondità di campo wellesiana, lo vedo armeggiare nel cortile con il compressore e il mio PC. Mentre l’aria compressa soffia, dal case cominciano ad uscire nuvole di polvere e veri e propri "gattoni" lanuginosi. Io abbasso lo sguardo, mentre dal cortile giungono continui colpi di tosse. Lo riaccende (senza mettere altra RAM) e constata che già così è decisamente più reattivo. Poi monta il nuovo banco di memoria. Adesso posso aprire anche più di due programmi in contemporanea, e quando clicco su una cartella, questa si apre subito, mostrandomi persino tutti i file contenuti al suo interno! L’unico problema è che forse si è sputtanata la scheda video dall’altisonante nome di Sapphire Radeon 9200 Atlantis. Tutto è velocissimo, ma il monitor ha cominciato a fare cose strane tipo strisce di pixel che frullano o simili. Ogni tanto si pianta tutto ed esce un messaggio a proposito di un "acceleratore grafico". Io odio la tecnologia. Me ne servo volentieri, ma in fondo la temo. Uff!

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AFFINITA’ ELETTIVE

Trentasei ore con indosso gli stessi calzini e le stesse mutande. Cuccetta per Formia, burocrazia dalle 8 alle 8, pizza, stanchezza e cuccetta per Torino. Un’oretta di riposo, una doccia e via per altre imprese burocratiche. Finalmente rimonto in sella al mio Beverly, e torno a Ivrea in moto. Uscendo da Torino, mi affianco ripetutamente ad una Punto nera. Dai finestrini aperti della Punto proviene inequivocabilmente un classico degli Who. Si apre il sorriso. Il conducente si accorge che mi affianco di continuo per sentire la sua musica, e la alza. A seguire, scollinando tra Corso Lanza e Corso Sella, i Pearl Jam. Quando, in Corso Gabetti, scattano i Rage Against The Machine è troppo: mi affianco e gli dico "Sei un grande!". Lui sorride, mi dà la mano, si presenta. Con la sua band, una volta, suonava cover di questi gruppi. In Corso Casale le nostre strade si dividono, e ci salutiamo con la mano e un colpo di clacson. Basta poco per trovare un po’ di calore in città…!

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