MEMORIE DALLA STANZA DELL’ORGIA

Continuiamo con questa piccante serie di post estivi, ché tanto qui non c’è nessuno che mi ascolta e anche se qualcuno mi leggesse sarebbe interessato al massimo al gossip e al sesso. Quindi, gossip e sesso sia. Di norma non sono uno di quelli che fa pubblicità sul blog per altre sue attività (probabilmente dovrei, ma non so… non mi viene). Comunque sta di fatto che su Apogeo c’è una sorta di reportage allucinato su Second Life da parte del mio avatar Zygmunt (una cosa a puntate, per ora è uscita solo la prima). Il classico pezzo estivo, un po’ delirante, semiserio ma esplorativo, più per impreparati della seconda vita (come me) che per gli esperti. Ebbene, volevo approfondire, in una sorta di "scena extra" un argomento che nel mio reportage ho per ovvi motivi solo accennato. E cioè le nuove frontiere del sesso virtuale. Interessa? Voglio dire: quali sono i motivi per entrare in Second Life? Direi: 1) curiosità; 2) chattare; 3) fare sesso con gli avatar; 4) fare soldi con gli avatar; 5) contribuire a creare un mondo di user generated content. Laddove il primo motivo è sacrosanto per tutti e l’ultimo è una pia intenzione in pochi eletti che capiscono di disegno 3D, il terzo motivo è preponderante. Non si spiegherebbe, sennò, la quasi totale desertificazione del 90% delle isole e il sovraffollamento di posti come la Neva Naughty Orgy Room, che pare appunto una delle isole più popolari di SL. Cosa succede in questa stanza dell’orgia? E’ presto detto: ci si spoglia nudi e si va a caccia di avatar con i quali divertirsi nella posizione dei cagnolini, in quella dell’ostrica, in quella di Leda e il cigno, in quella dell’innaffiatoio, e in mille altre varianti proposte dalle pallette colorate con gli script adatti per lui e per lei. Qua e là si vedono singoli personaggi maschili o femminili che si muovono ritmicamente in pose lascive, e si capisce che stanno provando (da soli) una certa configurazione erotica. In genere dopo qualche secondo si unisce subito qualcuno e la scena acquista un suo perché. Il problema mio, come di tutti i newbie, è che non ho il pisello. O meglio, non ce lo avevo, anche perché uno dei più grossi business di SL è quello di vendere cazzi superaccessoriati di ogni forma e colore, che possono essere a riposo, in erezione e perfino barzotti. Possono in definitiva riprodurre qualsiasi funzione degli omologhi di carne. E costano una fucilata. Però una biondina compiacente mi ha fatto notare che esistono pure i cazzi aggratis. Grezzi, sì, affetti da incontenibile priapismo, poco realistici in quanto enormi. Ma insomma, fanno la loro porca figura. Ed ecco che con quell’appendice tra le gambe, tutto cambia e le ragazze ti si incollano addosso. Un’esperienza un po’ straniante che però va fatta per esplorare tutte le possibili funzioni di SL. Il problema si pone quando Stefi si avvicina al PC e mi chiede con voce a metà tra il gelido e il sarcastico "Si può sapere che stai facendo?". La mia sincerissima risposta "Sto avendo un rapporto sessuale con due gemelle assatanate… ma è per lavoro!" causa un fremito del naso e l’inarcatura di un sopracciglio nella mia dolce metà. Osserva per un attimo la scena e poi sentenzia "Te lo sei fatto più grosso, eh?". Colpito e affondato.

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NINTENDOMANIA: MOGLI DI POCA FEDE

Avete presente quando le vostre fidanzate / conviventi / mogli cominciano a indagare su cosa esattamente le abbiate regalato per il loro compleanno, magari già una settimana prima del giorno cruciale? E’ quello che succede a me qualche giorno prima del 3 agosto. La domanda "Ma cosa mi hai regalato?" pronunciata con tono giocoso e pieno di aspettativa per le gioie della vita ma al tempo stesso con sguardo inquisitivo e vagamente minaccioso fa crollare ogni anno il mio fermo proposito di non dire nulla e mantenere la sorpresa. Mesi fa, vedendo la pubblicità del Nintendo DS con Nicole Kidman, avevo riscontrato vibrazioni positive da parte della festeggianda nei confronti dell’esperienza videoludica proposta da un non meglio identificato Dr. Kawashima. Ovviamente, mi sono procurato console e gioco nel giro di pochi giorni tenendoli nascosti fino al giorno X. Ma alla domanda cruciale, e al mio rifiuto di parlare, sono seguite altre domande, più incalzanti. "E’ qualcosa di utile?" – no. "E’ qualcosa da indossare?" – non direi. "E’ un libro? Un DVD? Si mangia?" – niente di tutto questo. E qui è cominciato il sospetto. "E’ una roba costosa?" – moderatamente, rispondo, ma penso che ti ci divertirai. "No, perché sai… io avrei bisogno proprio di una borsa". La tipica mazzata pre-compleanno. Ma cazzo le avrò già regalato venti borse in quindici anni! Il secondo atto a casa di amici: "Mi piacerebbe tanto un anello, ma Pietro non me li regala quasi mai"…! Qui la mia psiche crolla e corro ai ripari prendendo anche un anello per buona misura. Arrivati al giorno cruciale, la moglie scarta l’anello e si illumina tutta. Poi scarta il Nintendo DS Lite bianco e dice, con un misto di ammirazione e rimprovero "Ci avrei giurato". Da quel momento, però, non si è ancora staccata dall’oggetto, e la sorprendo nei momenti più impensati a sussurrare alla console "Dr. Kawashima… Dr. Kawashima" o a esclamare "Carta! Forbici! Sasso! Sasso! S-A-S-S-O!!!". Si è procurata a sorpresa una nuova cartuccia dall’emblematico titolo di Cooking Mama e riesce a star sveglia anche dopo le 22 giocando all’impazzata. Disposte ordinatamente su un ripiano, fanno bella mostra di sé le cinque borse che ha ricevuto dagli amici per il compleanno. Per una volta ho rischiato e ho azzeccato!

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DIARIOS DE MOTOCICLETA (AKA: CASAIZZO FULL THROTTLE)

Ci siamo. E non ho nemmeno fatto le cazzate che temevo (sapete, tipo piantarmi ai semafori, non riuscire a partire, non trovare il folle, non riuscire ad uscire dal garage). No, è andato tutto misteriosamente bene. Il che, per una legge di Murphy vivente come me, è parecchio… strano! Lui/lei (non so come riferirmi alla moto, dato che per convenzione è "la" Yamaha ma anche "il" Virago) adesso è parcheggiato/a nell’area riservata alle moto del recinto dell’ufficio. Prima ancora era nel mio garage, ticchettando in attesa che salissi di nuovo in sella. E prima ancora era dal meccanico, a revisionarsi e farsi bello/a per me. Per la modica cifra di 390 euro, chiaramente (i miei amici biker non hanno osato spiegarmi prima che le revisioni delle moto sono ben diverse da quelle delle auto). Adesso è tutto a posto. Oddio, c’è il parabrezza che ha un pezzo rotto, ma tanto stasera lo tolgo perché proprio non amo i parabrezza sulle moto, io. E poi c’è la marmitta bucata. Ma non fa casino, giuro. Dice che dura ancora tranquillamente due anni. Appena ritirata l’ho provata in due, su strade ricche di tornanti. Dopo le prime due pieghe la Stefi voleva scendere terrorizzata. Poi però è rimasta in sella di buon grado. Poi c’è stato il viaggio da Ivrea a Torino, su statale. Con giubbottino protettivo perché non si sa mai. Arrivato sotto casa sembravo uno appena passato sotto un impianto di irrigazione. Ho perso un paio di chili d’acqua. Ma non ho fatto nemmeno una cazzata. Nemmeno una. Per il momento.

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