Stiamo ancora ridendo adesso. Eravamo lì, Loris e io, che cazzeggiavamo dopo una cena poco colesterolica, la puntata 4×03 di Desperate Housewives e qualche biscottino molto burroso che annullava le potenzialità di leggerezza della cena, quando improvvisamente ci è saltato in mente di vedere come avrebbe funzionato Ustream con la webcam un po’ scrausa acquistata quest’estate e mai utilizzata. Detto fatto, ci connettiamo al canale CasaIzzo (preventivamente creato in un momento in cui mi iscrivevo a qualsiasi cagata trovassi in rete per piantare ideali bandierine a difesa della mia identità digitale) e cominciamo a sperimentare. A noi sembrava che funzionasse, ma l’unica era provare con qualche spettatore. La bomba scoppia quando decidiamo di lanciare un appello su Twitter. Improvvisamente un manipolo di blogger nottambuli si connette e inizia a rispondere via chat alle nostre imitazioni di Ratzinger, alle considerazioni sulla F1, all’ostensione di gnocca vintage, al marketing cazzaro, ai silenzi ricchi di espressioni alla Zoolander e ai sottotesti gay della trasmissione live in streaming. A mezzanotte, come due cenerentoli, abbiamo staccato perché si sa, il lunedì è il più crudele dei giorni. E gli spettatori non volevano (più probabilmente perché gli abbiamo chiuso uno spazio di chat). Un paio di loro ha anche azzardato un "ci rivediamo domenica prossima". Non ci avevamo pensato. Ma potrebbe essere. Potrebbe, sì. Tendenzialmente stesso canale, stessa ora (imprecisata tra le 23.15 e le 23.30)… stessa idiozia.
HO LE MIE COSE ANCHE IO… E’ UN FATTO DI OSMOSI
Ieri ero incasinato per scrivere qualsiasi cosa che non fossero relazioni di lavoro. Però mi è scappato l’occhio su quella bella miriade di post sull’argomento mestruazioni, ciclo, etc. (per citarne alcuni tra i migliori). E mi sono divertito parecchio. Poi oggi vedo che l’ideatrice del sanguinoso meme ha fatto una mezza marcia indietro. Peccato. Perché già che ci sono volevo parlare anche io del mio ciclo mestruale. E’ un ciclo che si verifica ogni mese per empatia con la mia tenera mogliettina in perenne SPM (sindrome pre/post/para mestruale). Inspiegabilmente, in quei giorni, ho voglia di guardare chick flick, piango vedendo Un posto al sole o anche soltanto la pubblicità di Calzedonia, mi ingozzo di dolcetti, lamento dolori alla zona lombare (d’accordo, potrebbero essere i calcoli, ma perché non poter dire "ho le mie cose"?). Svaroschi parla di "invidia del ciclo". Io direi piuttosto invidia per un momento in cui puoi essere una merda con una buona scusa alle spalle. Il ciclo per me vuol dire anche: carte di assorbenti appallottolate ovunque sui mobili di casa e mutandine sospette appese nei posti più improbabili (la Stefi è già disordinata di suo, ma in quei giorni raggiunge l’apice). Al disordine femminile io, che di norma passo semplicemente a recuperare tutto buttandolo nel cesto della roba sporca, in quei giorni reagisco istericamente proclamando stizzito cose come "Insomma, non posso mica passare le mie giornate a pulire dove passi tu, ci vuole tanto ad usare un cestino?" (pronunciata ovviamente con tono stridulo da checca isterica). L’uomo, è vero, non può comprendere il mistero del sangue e del dolore, il mistero della femminilità. Però può adeguarsi. Perché ammettiamolo, una vita senza un po’ di sbalzi d’umore immotivati, che vita è?
L’AMICHEVOLE PARTITO DEMOCRATICO DI QUARTIERE
Oggi avevo lo scazzo. Lo ammetto, stavo quasi pensando di non andare a votare perché… le code, perché… c’è altro da fare, perché… il clima è umido, perché… è tutto un magna magna. Poi ho tirato fuori la tessera elettorale e mi sono sentito un po’ merda. Quindi mi son detto faccio un giro in moto e poi passo al circolo Garibaldi e voto. Alla fine tanto potè il senso civico che sono passato a votare prima di fare un giro in moto. Miracolosamente, in coda davanti a me c’erano solo quattro persone! E proprio mentre mi avvicino togliendomi i guanti in pelle da biker, vedo il mio candidato. Cioè: non a tutti capita di voler votare per una persona e trovarsela lì in carne ed ossa che ti chiede come va, fa due chiacchiere e ti dà appuntamento per cena tra un paio di settimane. Ovviamente il mio candidato è anche un blogger, che non conosco a fondo ma – come si suol dire in Piemonte – l’ai mangiaje ‘nsema. E dalle chiacchiere di fronte agli spaghetti si capisce a pelle qualcosa sulle persone. Sempre meglio che mettere una croce ignari di chi sta dietro alle liste. E poi il giro in moto è saltato, un po’ per il clima, un po’ perché mentre si votava per le primarie, il mio quartiere – l’amato San Salvario – era in festa di fine estate (da noi dura un po’ di più). Bancarelle, manifestazioni, via Madama Cristina bloccata, arabi, cinesi, rumeni, albanesi, qualche italiano e moltissimi bambini. Quei bambini che mi tengono un po’ viva la speranza. Cosa spero? Che a differenza nostra, loro siano capaci, in futuro, di meritarsi un’Italia migliore.
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