ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS TORADOL

…e Zimox, e Oki, e Enterogermina.

Ci sono due cose che veramente non sopporto. Una è il natale. L’altra sono gli ospedali. Tendenzialmente gli ospedali sono al primo posto nella mia classifica del dispiacere. E quest’anno, devo dirlo, il pronto soccorso delle Molinette di Torino mi ha fatto guardare con occhi nuovi al natale in famiglia.

Il natale, infatti, è andato più che bene, se confrontato con il delirio provocato dal mio granuloma. Perché alla fine di quello si trattava. Ha deciso di darmi più o meno buona la notte del 24, certo. Ma la sera del 25, tra un Oki e un altro, la situazione è precipitata a livelli da pronto soccorso.

Il pronto soccorso la sera di natale. Riuscite a immaginarlo? Ve lo descrivo io. Ci siamo io e Stefi, lei impotente e io color grigio chiaro che respiro a fatica e sudo freddo. C’è una ragazza rumena con un attacco di gastroenterite. C’è uno che si è tagliato un pezzo di dito col coltello elettrico. E poi ci sono una trentina di famiglie che semplicemente attendono il parente più anziano e/o corpulento con i postumi del pranzo di natale (infarto, blocco intestinale o simili).

Per distrarmi provo ad immaginare la tragedia di queste famiglie, per le quali il natale non sarà mai più lo stesso. Del tipo: signora ci dispiace, ma suo marito non ce l’ha fatta, il capretto arrosto è stato più forte di lui. Ma serve a poco. Il Triage l’ho fatto alle 20, ma mi chiamano solo alle 23.30, dopo due crisi acute (mie). Vista la situazione della mia faccia, concordano sulla nevralgia del trigemino, mi piazzano una flebo di torazina per il dolore e chiamano i neurologi.

Verso mezzanotte arrivano i neurologi. Il più anziano sembra Norman Bates (curioso come tutti i neurologi finiscano per assomigliare ad Anthony Perkins o a Massimo Ranieri). La più giovane, bonissima, sembra Jenna Jameson. Io, euforico perché non sento più dolore, rispondo garrulo alle loro domande, inquietandomi un po’ solo quando Jenna Jameson si avvicina con un martelletto e un chiodino alla mia fronte.

La nevralgia, dicono loro, non è da escludere, ma propendono più per un granuloma apicale sotto un dente, che dà più o meno gli stessi sintomi. Perciò richiedono una panoramica dentaria e conseguente visita dentistica. Ormai è quasi l’una e torniamo a casa. Io collasso sul divano vestito, ma dormo fino alle 6 perché poi il dolore mi risveglia, ossessionante.

Il 26 mattina Stefi sfrutta le sue conoscenze per farmi fare una panoramica al volo, e il granuloma è lì. Bello evidente e trionfante. Una settimana di dolore causata da un pallino bastardo di germi. Scatta il piano B: bombate di Zimox e Toradol sciolto sotto lingua, in attesa di un lunedì liberatorio in cui il dentista (ovviamente in ferie) mi riceverà nella sua casa di campagna.

In tutto ciò vi chiederete come mai non si potesse far qualcosa prima di lunedì. Il pronto soccorso delle Molinette NON HA nessun dentista a disposizione. Perché tanto chi vuoi che arrivi col mal di denti? Affanculo.

In tutto ciò, fortunatamente, il Toradol ha come effetto collaterale una abnorme attività onirica.
Preparatevi ad una decina di post surreali.

NEVRALGIA (TUTTE LE FESTE TI PORTI VIA)

Il Natale uccide. Non voglio farvela lunga sul mio fastidio per il Natale. Primo perché non voglio ripetermi tutti gli anni. Secondo perché mi irrita già solo scriverne. Preferisco pensare che sia semplicemente una fredda settimana invernale, e che il Natale sia un fenomeno che avviene in un universo parallelo al mio. Ho pensato anche se partecipare al PSLA (tradizione blogosferica). Sarebbe stata la prima volta. Ma poi mi son detto no. Che mi vien male.

E alla fine è successo. Il Natale mi stressa talmente tanto che tutti gli anni, prima di Natale, mi capita qualcosa di spiacevole. Non la solita influenza, no. Sarebbe troppo banale. Qualcosa di diverso. Qualcosa che non ti capita mai nel resto dell’anno. Nel 2005 una tendinite, nel 2006 un incidente in moto, nel 2007 non ricordo più bene, nel 2008 una distorsione della caviglia e quest’anno… la patologia più bizzarra. La trigeminalgia, altrimenti detta nevralgia del trigemino.

A me il trigemino ha sempre incuriosito. Adesso che si è presentato penso che anche se rimaneva al suo posto e non ci conoscevamo andava benissimo così. Lui sta nascosto in una piccola grotta ossea lì dove c’è l’articolazione della mascella. E come dice il nome si dirama in tre direzioni: sulla mandibola, più o meno fino agli incisivi. In alto, verso la tempia. In basso, da dietro l’orecchio al collo. Va beh, insomma… non è che poi io sia così esperto di anatomia. Comunque. Fa male. Fa molto male.

Il freddo intenso crea dei rigonfiamenti proprio lì, che schiacciano il suo ganglio e causano una sensazione di dolore che è tipo “dente cariato + otite + emicrania a grappolo“, ma solo da un lato della testa. Dall’altro sto perfettamente bene. Il problema più che altro è che biascico un po’. Adesso sto due giorni a casa circondato da sciarponi, cappelli di pelo, sacchetti pieni di noccioli di ciliegia da scaldare nel microonde e poggiarsi sulla faccia aspirando l’odore di sherry. E soprattutto circondato da cortisone.

Per lo meno oggi ho evitato il brindisi prenatalizio in ufficio. Che è già una cosa.
Tornerò tra i vivi il 24, in tempo per il mio compleanno.
Dovrò concludere velocemente tutte le pratiche in sospeso. Sperando di non sbavarci sopra.

WEINACHTENS SCHNURRBART

Vi dico un segreto.

Come non è vero che agli uomini piacciono veramente le supermagre (tema altrove trattato), così è un falso mito che la donna ami il maschio efebico senza un pelo. Soprattutto in faccia. Sicuro, la vostra donna vi farà gli occhiacci quando avete la barba di tre giorni. La barba di tre giorni graffia, irrita, fa disordinato e non va più di moda da quando Kim Basinger si masturbava col proiettore di diapositive.

Ma se avete la pazienza di vivere per qualche settimana una vita monacale, in modo da sfoggiare un bel barbone di tre mesi, beh… le cose cambiano. La barba di tre mesi solletica, è morbida, fa la sua porca figura e ricorda la figura paterna (un topos erotico inconfessabile e infallibile). Inoltre, al di là dei prevedibili giochi sessuali, la barba di tre mesi vi conferisce un aspetto professorale – o comunque intellettuale, quantomeno creativo e insomma, se non altro strambo – che vi faciliterà la vita in molti modi.

Esempio: “Rivolgiti a tizio per risolvere quel problema, ha una bellissima barbona di tre mesi, di sicuro sa cosa fare”.
Altro esempio: “Lascialo perdere, quello… Ha una barba di tre mesi, come pensi che possa essere efficiente se non sa nemmeno radersi“.
Entrambi gli esempi, ovviamente, presentano i loro lati positivi…

In ogni caso, ci sono accorgimenti da tenere presente. Alcuni fenomeni, piccole cose che cominci a notare quando la tua barba supera una certa lunghezza. Eccone alcuni.

  1. Gli altri barbuti ti salutano con un cenno (un po’ come avere una moto custom)
  2. I bambini si spaventano vedendoti. Quando non si spaventano ridono e ti tirano la barba.
  3. Puoi arricciarti i mustacchi in modo da sembrare Eugene Hutz
  4. Sai sempre cosa hai mangiato, perché i baffi mantengono l’odore (soprattutto di alcolici e bagnacaoda)
  5. Susciti ilarità quando bevi il cappuccino o la birra
  6. Puoi lasciar perdere i capelli quando hai voglia di tirare o cincischiare qualcosa
  7. Non hai mai le labbra secche (il tuo respiro si condensa in goccioline umide sul pelo)
  8. Puoi usare shampoo, balsamo e impiastri vari anche su un’altra parte del tuo corpo
  9. Sei decisamente più minaccioso e autorevole (una combinazione esplosiva)
  10. Diventi universalmente sexy e tutti vogliono strofinare la faccia con la tua (specie gli altri barbuti)

La mia, di barba, ha riscosso un notevole successo anche in Germania (da cui il titolo del post, che ho escogitato solo per scuotervi dal vostro torpore pre-natalizio). Per dire, il bratwurst con senape lo potevo assaporare ancora due ore dopo che lo avevo mangiato.
Ora vi saluto. Vado ad incerarmi i baffi.
Non c’è niente come un baffo incerato, sapete. Strappa sempre un sorriso.