NON HO ANCORA TROVATO RISPOSTA

Rieccomi qua. Uno zombie con la cartella del lavoro. Ma ho preferito tornare qui, in ogni caso. Dopo cinque ore passate in ospedale, non c’è niente di meglio che un po’ di routine di ufficio. L’intervento di mio padre non ha dato problemi, e tutto sembra essere andato come doveva andare. Certo, mi hanno detto di essere lì alle 9, e poi lo hanno portato in camera operatoria alle 12, ma a parte quello nulla di strano. Almeno, per loro. Io ho avuto modo di osservare alcuni fenomeni paranormali tipici delle corsie dei grandi ospedali. Ad esempio:
– perché i giovani medici (gli specializzandi) girano con minimo 15 penne biro nel taschino del camice?
– perché di tutto il personale che incroci in corsia non ne trovi mai uno che abbia una divisa uguale ad un altro? Voglio dire… come riconosci un infermiere, un dottore, un ausiliario…?
– perché, se in ospedale il silenzio è gradito, le sedie a disposizione dei visitatori producono rumori molesti di ferraglia ad ogni spostamento?
– perché le infermiere, appena uscite da una stanza, sembrano volatilizzarsi nel nulla (giuro, ho provato a rincorrerle, ma una volta giunte nel corridoio semplicemente svaniscono)…?
– perché i primari si aggirano per i corridoi sempre a gruppi di tre scambiandosi frasi assurde come "ho riscontrato episodi di flògosi" o "c’è un rischio di disseminazione liquorale del patogeno"?
– perché il personale tipo ausiliari o trasportatori non riesce a trasportare una barella senza infilare una sfilza di "cazzo", "minchia", "porca puttana" e "chi t’è mmurt’"?
– perché l’odore dell’ospedale ti si attacca addosso in modo indelebile nonostante ti lavi?
A questo ed altri interrogativi non ho ancora trovato risposta. Per adesso sono qui, ancora in piedi. Come Bruce Willis.

I WEBDAYS E LA TRUFFA DEL BENZINAIO

Ieri si sono conclusi i Webdays. Interventi tra il filosofico e il pratico, dibattito nella norma, momenti di grande interesse, momenti di simpatico cazzeggio con i soliti noti che affollano la manifestazione torinese. Quest’anno non c’erano le toilette, il che ha creato più di un problema ai visitatori. Ma per il resto, tutto ok. Molto ok per me, che mi sono visto consegnare il primo premio del concorso fotografico abbinato (la foto è sul photoblog dei Webdays)! Mi hanno anche fatto a sorpresa la fatidica domanda "Desidera dire qualcosa?" alla quale, se solo avessi avuto maggiore presenza di spirito, avrei potuto rispondere ciò che da sempre desidero dire di fronte ad un pubblico, e cioè "Sì, desidero rivolgere il mio appello ai potenti della terra per la pace nel mondo, la cancellazione del debito e l’amore universale". La frase sarebbe stata accompagnata da un grazioso cenno della mano destra (quel saluto "svita lampadina" che accomuna le miss di tutto il mondo). Invece ho detto solo "Grazie" e ho stretto virilmente un paio di mani. Ma il bello è venuto dopo, seduti in piazza Emanuele Filiberto con Stefi, Sergio, Stefania, Axell, Enrico, Pino, Antonio e Mr. Focaccina. Una bella serata annaffiata da barbera, grignolino, porto, san simone e vin brulé. Peccato per la nota stonata (perché in CasaIzzo non ci può essere positività se non è accompagnata da un pizzico di sfiga): la truffa dal benzinaio. Attenzione, perché questo, mi sa, è il nuovo trend dei loschi malviventi sabaudi: immaginate di recarvi, col serbatoio vuoto, in uno di quei distributori aperti 24 ore al dì. Vi fermate dalla parte della pompa n. 3 e scendete per inserire 20 euro nella macchinetta. Intanto un losco malvivente sabaudo, situato con la sua Golf elaborata accanto a voi (pompa n. 2) armeggia con i tubi e le pistole. Voi tornate al vostro serbatoio, afferrate la pistola e cominciate a mettere benzina. Notate che anche il losco mette benzina nella Golf. Imprecate quando la vostra pompa smette improvvisamente di erogare, dopo un massimo di 5 o 6 litri. Intanto il losco continua a mettere benzina. Cercate di capire cosa sta succedendo, e intanto il losco rientra in macchina e sgomma via. Improvvisamente realizzate che il losco ha invertito le due pistole (la n. 2 e la n. 3) in modo da inserire nel serbatoio della sua loschissima Golf i vostri 20 euro, lasciando a voi i pochi spiccioli rimasti nell’altra pompa (che lui aveva evidentemente già sfruttato). Bella storia, eh? Fateci caso, quando una Golf vi si accosta quando dovete fare benzina. La prossima volta potrebbe toccare a voi

HAPPY ANNIVERSARY

Tre anni fa, a quest’ora, eravamo nel pieno della festa. Un po’ sudati dentro abiti poco comuni, anche se fondamentalmente molto country. Tre anni fa il punto di arrivo di un percorso già di suo lungo dieci anni e il punto di partenza per un viaggio tutto nuovo. Ogni tanto conviene fermarsi ad una stazione, immagino. Tre anni fa era tutto bellissimo, in fondo. Anche se per organizzare un matrimonio si sputa un po’ di sangue. E adesso è ancora tutto bellissimo, per quanto la vita non riservi sempre buone sorprese. Poi uno si ferma anche a pensare come fanno due persone normali, né belle né brutte, né povere né ricche, né giovani né vecchie ad alimentare ogni giorno questo interesse reciproco. Non lo so, non me lo chiedo nemmeno più. Sarà che restiamo sempre un mistero. Sarà che parliamo. Sarà che ridiamo e piangiamo. Sarà che cerchiamo di essere presenti. E comunque siamo presi bene. 🙂