MATRIMONIO VULCANIANO

E così alla fine è arrivato il momento: il Vulcaniano si è sposato. Andare al suo matrimonio è stato come entrare per un attimo in una sfera di perfezione assoluta, dove i denti sono sempre bianchi, e le foto non vengono mai male. Ma andiamo con ordine. Prima del matrimonio vengono i preparativi, che come gli affezionati lettori ben sanno, in CasaIzzo si svolgono generalmente con stanche abluzioni mattutine e vestizione sofferta per via del punto vita eccessivo (io) e con isteria e carica elettromagnetica al massimo, asciugacapelli ipertecnologici e crisi di panico da ritardo (Stefi). L’ultimo quarto d’ora l’ho passato a darle cento colpi di spazzola per aggiustarle i capelli. Senza risultati apprezzabili (per lei). In macchina con Lorenzo e Grazia fino a Caselle, ci fermiamo di fronte al municipio. Ben presto si uniscono a noi altri amici della coppia Vulcano-Marziana, in attesa dello sposo. Che non arriva. Trenta secondi prima dell’entrata degli sposi nella sala comunale ci viene detto che il matrimonio non è al municipio ma – appunto – nella sala apposita della biblioteca comunale. Appena in tempo: del resto sono uno dei fotoreporter semiufficiali della cerimonia… non potevo fallire! Il Vulcaniano è perfetto in ogni sua manifestazione, sorride sempre e non viene mai male. Lo stesso, se non di più, si può dire per la sua fulgida sposa, che sembra uscita dalle pubblicità dei prodotti L’Oreal. Maledetti – penso – non è possibile! Riuscirò a farvi almeno una foto dove veniate male! E invece no. Con grande scorno di tutti, i Vulcaniani vengono sempre perfetti. Anche al ristorante, dove con perizia vulcaniana hanno persino pagato la SIAE per la musica diffusa dagli altoparlanti (cosa che ovviamente io e Louga non ci sognavamo neppure). Comunque è stata una giornata perfetta sotto ogni aspetto. Menu ricco ma non troppo da sfondare gli invitati, cielo terso, atmosfera rilassata. Persino i bambini (onnipresenti in ogni matrimonio) hanno giocato in silenzio. Sarà stato merito del mago che passava tra i tavoli a fare giochi di prestigio, tra i bagliori causati dai sorrisi degli sposi. Naturalmente non sono mancate le mie proverbiali gaffes, tipo "Marzia, ti è caduta la spallina!" (quando invece era proprio l’abito da sposa ad essere fatto in quel modo) o "Marzia, hai bisogno di qualcuno che ti tenga il vestito mentre fai pipì?" (quando ovviamente c’era la madre della sposa immediatamente lì dietro, pronta ad aiutare la figlia a fare pipì). La curiosità del giorno: abbiamo persino conosciuto un fan affezionato di CasaIzzo e di Bamboo Productions! In tutta la mia vita non mi ero mai sentito tanto blogstar come quando questo simpatico ragazzo mi ha detto "Ma tu sei Pietroizzo, io leggo sempre delle avventure tue e di Stefi!"… Temo però che Stefi non fosse ugualmente felice di questo particolare.

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IL MIO WEEKEND DA BRADIPO

CASAIZZO
Sleep camel (s.m.): persona che dorme poco durante la settimana e rimedia alla carenza di sonno dormendo o sonnecchiando per tutto il weekend. Ecco un’altra definizione che mi calza a pennello. Che delizia il weekend da bradipo. Che sensazione meravigliosa vedere che fuori c’è il sole e tu potresti andare a fare un giro in bici, una passeggiata, visitare un museo o una mostra e invece decidi in coscienza che è meglio non togliersi nemmeno il pigiama. C’è da finire un articolo, ma con molta calma. Fare qualche lavatrice insieme può anche sembrare divertente. Ci sono mille attività che possono essere fatte, in due, tappandosi in casa per il weekend. Noi, che siamo controcorrente, usciamo solo quando piove. Per andare a prendere piante e fiori che poi rinvasiamo. Poi quando c’è il sole ci sdraiamo allungandoci sul parquet facendoci accarezzare dalla luce che filtra tra le tende di raso. Spazzoliamo i peli superflui di Maya. Guardiamo vecchi film dell’orrore a letto, con i popcorn che si infilano tra le lenzuola. Montiamo mobili Ikea le cui confezioni incombono da alcuni mesi nell’ingresso. Riordiniamo la collezione di DVD. Senza impegno. Come dovrebbe essere la vita. Solo che bisognerebbe essere in pensione! 🙂

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LA PRIMAVERA PORTA SCOMPIGLIO

La primavera porta scompiglio. Lo diceva anche Vasco, in tempi non sospetti. L’altra sera ho rischiato. Un criptoexecutive dotato di Thema e di cellulare di terza generazione (ma non di auricolare) mi ha quasi investito passando col rosso mentre attraversavo sulle strisce. La primavera ha fatto sì che il mio piede scattasse al volo contro uno dei suoi pneumatici posteriori e che la mia bocca urlasse nella notte torinese "Che cazzo fai, bastardo!!!". Sono il tamarro mannaro. Ma sono anche il baccellone in letargo. Ieri ho preso acqua a secchiate, poi mi sono imbozzolato in una coperta di pile per passare il resto della giornata a dormire, con tanto di gatta appollaiata sulla testa per evitare la sinusite. Sono il provetto giornalista, che si impegna per consegnare i pezzi in tempi decenti. Sono quello che la mattina prende il guaranà nella speranza che la primavera passi in fretta. E poi comunque devo dire che il guaranà non fa un cazzo. Sono quello che la mattina appena sveglio mentre siede sul cesso legge Chuck Palahniuk, allo scopo di fare il pieno di squallore e brutture prima di andare al lavoro, così qualsiasi cosa capiti non sarà mai come quelle descritte nei libri. Sono quello che la primavera porta il calo di libido. Sono quello che mangio, quello che acquisto, quello che produco. Sono sempre io, sono un altro. Sono la canticchiante e danzante merda del mondo (per restare in tema). Maledetta primavera.

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