MIA NONNA, IMPAGABILE ROMPICOGLIONI

Non ci sono santi: la nonna è sempre meglio accompagnarla in treno. Almeno non devi guidare, fermarti agli autogrill per pisciare, sentire le sue recriminazioni su mia madre mentre superi i Tir. Così invece i suoi discorsi si perdono nella vertigine ripetitiva dei paesaggi urbani e suburbani. In prima classe, poi, cade anche il discorso verdoniano dell’allungaje ‘e gambe / aripiegaje ‘e gambe…! E alla fine la nonna è sempre la nonna, impagabile rompicoglioni ma anche tenera vecchina con tutti i vezzi di una giovane donna. Appuntamento alle 10.30 alla stazione di Torino Porta Nuova (il treno è alle 11.00). La nonna mi chiama sul cellulare alle 9.50: lei è già lì. Io sto ancora disincrostandomi gli occhi. Questo causa ovviamente la crisi di panico. Dopo la sua telefonata, nel giro di 10 minuti al massimo bisogna essere lì. Addio colazione, addio vestirsi con calma. Ma in cambio potremo attendere il treno con tutta calma per ben un’ora in stazione. La stessa scena si ripete con poche varianti la mattina dopo, quando a Formia punto la sveglia alle 9.00 per prendere il treno per Torino delle 10.25 (la stazione è a due passi da casa di mia nonna). Lei piomba in camera con una tazzina di caffé nero bollente alle 8.20 dicendomi che sono le 8.45. Non capisco mai se ci è o ci fa. Comunque sia, la convivenza tra tutti i mebri della famiglia stava diventando un po’ difficile. E’ giusto che si stia lontani per un po’. E poi Formia: la cittadina sonnolenta delle mie vacanze al mare tra 0 e 15 anni, dove l’unica vita presente era quella sulla spiaggia o sullo struscio della via centrale… Non è più la stessa. E’ diventata una metropoli con multiplex, negozi di abbigliamento da skaters, bar aperti fino alle 3 di notte, luci, locali e giovani omologhi a quelli di tutte le altre città italiane. Mancare da un posto per tanti anni e poi tornarci è folgorante. La via italiana al capitalismo ha colpito ovunque. Solo così si può capire quanto si è intimamente berlusconizzato il paese. Mia nonna compresa.

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UNA PROCEDURA DI CONCILIAZIONE

Da CasaIzzo a Piaggio & C. Spa (inviata tramite il modulo sul loro sito)…
L’8 aprile 2006 ho acquistato un Beverly 500 nero presso il vostro concessionario Ferrero Moto di Canale d’Alba (CN). Doveva arrivare in 15 gg. Dopo due mesi sto ancora aspettando il veicolo. Mi sembra una vera presa in giro nei confronti dei vostri clienti. Come consumatore mi sto rivolgendo alle associazioni di competenza e sto avviando un procedimento di conciliazione nei confronti di Piaggio & C. Spa presso la Camera Arbitrale del Piemonte. Contatterò per quanto possibile anche giornali, radio e televisioni per portare questo problema – forse piccolo ma assolutamente increscioso – all’attenzione dei vostri potenziali clienti. Spero di ottenere un vostro riscontro almeno via mail, dato che il vostro numero verde lascia gli utenti in attesa per più di 15 minuti senza rispondere. Diversamente verrete contattati dalla segreteria della Camera Arbitrale e Regolazione del Mercato della Camera di commercio di Torino.
Distinti saluti
Pietro Izzo
[a volte lavorare in Camera di commercio ti porta a spacciarti un po’… 🙂]

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MATRIMONIO VULCANIANO

E così alla fine è arrivato il momento: il Vulcaniano si è sposato. Andare al suo matrimonio è stato come entrare per un attimo in una sfera di perfezione assoluta, dove i denti sono sempre bianchi, e le foto non vengono mai male. Ma andiamo con ordine. Prima del matrimonio vengono i preparativi, che come gli affezionati lettori ben sanno, in CasaIzzo si svolgono generalmente con stanche abluzioni mattutine e vestizione sofferta per via del punto vita eccessivo (io) e con isteria e carica elettromagnetica al massimo, asciugacapelli ipertecnologici e crisi di panico da ritardo (Stefi). L’ultimo quarto d’ora l’ho passato a darle cento colpi di spazzola per aggiustarle i capelli. Senza risultati apprezzabili (per lei). In macchina con Lorenzo e Grazia fino a Caselle, ci fermiamo di fronte al municipio. Ben presto si uniscono a noi altri amici della coppia Vulcano-Marziana, in attesa dello sposo. Che non arriva. Trenta secondi prima dell’entrata degli sposi nella sala comunale ci viene detto che il matrimonio non è al municipio ma – appunto – nella sala apposita della biblioteca comunale. Appena in tempo: del resto sono uno dei fotoreporter semiufficiali della cerimonia… non potevo fallire! Il Vulcaniano è perfetto in ogni sua manifestazione, sorride sempre e non viene mai male. Lo stesso, se non di più, si può dire per la sua fulgida sposa, che sembra uscita dalle pubblicità dei prodotti L’Oreal. Maledetti – penso – non è possibile! Riuscirò a farvi almeno una foto dove veniate male! E invece no. Con grande scorno di tutti, i Vulcaniani vengono sempre perfetti. Anche al ristorante, dove con perizia vulcaniana hanno persino pagato la SIAE per la musica diffusa dagli altoparlanti (cosa che ovviamente io e Louga non ci sognavamo neppure). Comunque è stata una giornata perfetta sotto ogni aspetto. Menu ricco ma non troppo da sfondare gli invitati, cielo terso, atmosfera rilassata. Persino i bambini (onnipresenti in ogni matrimonio) hanno giocato in silenzio. Sarà stato merito del mago che passava tra i tavoli a fare giochi di prestigio, tra i bagliori causati dai sorrisi degli sposi. Naturalmente non sono mancate le mie proverbiali gaffes, tipo "Marzia, ti è caduta la spallina!" (quando invece era proprio l’abito da sposa ad essere fatto in quel modo) o "Marzia, hai bisogno di qualcuno che ti tenga il vestito mentre fai pipì?" (quando ovviamente c’era la madre della sposa immediatamente lì dietro, pronta ad aiutare la figlia a fare pipì). La curiosità del giorno: abbiamo persino conosciuto un fan affezionato di CasaIzzo e di Bamboo Productions! In tutta la mia vita non mi ero mai sentito tanto blogstar come quando questo simpatico ragazzo mi ha detto "Ma tu sei Pietroizzo, io leggo sempre delle avventure tue e di Stefi!"… Temo però che Stefi non fosse ugualmente felice di questo particolare.

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