Tutto sommato è almeno un po’ meglio del secondo. E’ più una questione di coerenza narrativa al di là del citazionismo che impregna sia il secondo che il terzo Matrix (Alien, ma anche le space opera alla Star Trek con il consiglio galattico e le riunioni di scazzo tra i vari generali, roba presa per il culo perfino da Lilo e Stitch). Il secondo film si perdeva in troppi combattimenti di kung fu, troppo casino, troppo poche spiegazioni per i non possessori di PS2 e di Enter the Matrix (la storia di Niobe, i lati oscuri dell’oracolo e il motivo per cui l’oracolo cambia aspetto vengono spiegati meglio solo nel videogame). Così Matrix diventa un puzzle narrativo e commerciale che non capisci fino in fondo se non guardi tutto e se non giochi tutto. Invece il terzo film è più compatto, sviluppa due linee banali finché si vuole ma potenti e comprensibili, di scontata simbologia ma visivamente molto ben rappresentate. Il mega dio delle macchine… non vi sembrava un po’ il Master Control Program di Tron? ;-))) La bambina indiana…. devo ancora capire la sua funzione, se qualcuno me la spiega… Cioè, come Neo è l’eletto degli umani lei è l’eletta del mondo dei programmi? Il
combattimento con Smith, poi, sarà anche tirato per le lunghe ma è visivamente eccezionale. Come dicono gli americani è "cinematic". Logico che se pensano di dover superare ogni volta sé stessi, li sparino in volo appena possibile. Meglio qui che non la scena di Reloaded in cui Link diceva "sta facendo Superman".
Le scene di guerra a Zion mi sono sembrate bellissime – hanno superato nel mio immaginario S/F quelle finora insuperate di Starship Troopers… Tutto sommato Matrix nasce innovativo (ma poi è da discutere) per finire molto sul tradizionale. A me comunque sia la fine di Neo mi ha emozionato, questo suo essere portato nell’Asgaard delle macchine, con queste luci dorate che sono così "nuove e intruse" nel verde di Matrix. Ecco, se devo dire l’inquadratura che mi ha colpito di più, è quando Neo dice a Trinity "punta verso il cielo" e la nave fa un guizzo oltre le nubi nere.
Quello è stato un bel guizzo di cinema.
BLOGGARE E’ DIVERTENTE
Hmmm… non è male. Bloggare è divertente! Peccato farlo a scapito dello studio. Già non sono più abituato a studiare, figurarsi com’è facile trovare metodi di distrazione… Ma domani c’è l’orale del concorso alla Camera di Commercio, e io devo ottenere il massimo del punteggio… BWAHAHAHAHA….
FLASHABILITY E LA LEGGE DI FITT
Ohi ohi… un solo post e già si commenta…! Questo mi fa capire che non posso deludere le aspettative, e magari un "postino" serio lo potrei mettere fin da subito, anche se dovrei studiare per un esame :-(((
E allora parto con il design, una delle cose che ricorreranno maggiormente qui… Matteo Penzo di Flashability mi ha segnalato un suo intervento sulla legge di Fitt. Semba una di quelle leggi goliardiche tipo la legge di Keplero o chissà che altro. Invece è un concetto molto interessante. Fitt in pratica ci dice che tanto minore è la distanza dal puntatore del mouse dell’area da cliccare e tanto maggiore la sua dimensione, tanto più l’utente percepirà la navigazione come facile e poco faticosa. Un concetto basilare per l’usabilità flash, ovviamente… Matteo segnala anche degli ottimi esempi!