Vi siete persi la prima ed unica puntata di RaiOt?
Qui trovate lo streaming video – suddiviso in più pezzi, altrimenti anche con ADSL è faticoso…
http://italy.indymedia.org/materiali/raiot/raiot_-_prima_parte.wmv
http://italy.indymedia.org/materiali/raiot/raiot_-_seconda_parte.wmv
http://italy.indymedia.org/materiali/raiot/raiot_-_terza_parte.wmv
http://italy.indymedia.org/materiali/raiot/raiot_-_quarta_parte.wmv
PUNTI FERMI NELLA VITA POCHI
Sono in ansia, come tutte le volte che devo cambiare lavoro. Carico di aspettative, che verranno puntualmente disattese entro i primi sei mesi di lavoro (è sempre così, ma uno cerca di non pensarci). Carico di tensione per gli ultimi giorni nella "barca che affonda" (la mia attuale azienda) e di un po’ di tristezza per il fatto di allentare una serie di rapporti umani che la cassa integrazione ordinaria ha già provveduto a decimare. Ma sono anche molto eccitato, perché è in arrivo un nuovo cambiamento. E il cambiamento è sempre positivo. I grandi cambiamenti: dal liceo all’università, dall’università alla disoccupazione, dalla vita da scapolo alla convivenza, da un posto di lavoro all’altro, dalla convivenza al matrimonio. Ormai sono tre anni che lavoro qua. Più di quanto abbia mai lavorato in un altro posto. Evidentemente era ora di cambiare. Come punti fermi nella mia vita ho scelto una donna e alcuni amici. Il resto cambia sempre, in un modo che a volte è impercettibile, altre volte devastante e velocissimo, altre ancora dolorosamente lento. Altro cambiamento, dunque – speriamo liscio. Per il momento ho mal di testa, e piove.
LE NEVROSI DELLA MAMMA
P – …bene, allora ci sentiamo presto.
A – Aspetta, mi sa che la mamma vuol dirti qualcosa…
P – Ah, OK…
A – Prendi…? No, qui, prendi il cordless [rumori soffocati]
M – Ciao Pietro, come va?
P – Non c’è male, come dicevo a papà stavo qui – fuori piove, ci stavamo guardando un paio di film…
M – Ah, ecco.
P – Sì…
M – Senti, te lo ricordi il fasciatoio di quando eri piccolo? Di quando ti cambiavo il pannolino?
P – Mamma… come faccio a ricordarmelo?
M – Eri troppo piccolo, forse non te lo ricordi… era giallo…
P – …
M – Lo mettevo sul tavolo, poi ti toglievo il pannolino – era sempre pieno, facevi sempre un sacco di cacca…
P – Capisco… me la cavo anche adesso comunque.
M – Allora non c’erano mica i pannolini come adesso, sai? Buttavi il pannolino ma la mutandina si conservava, andava lavata e riutilizzata.
P – Sì, mamma, ma non capisco cosa…
M – Allora io andavo a lavare la mutandina in bagno, e ti lasciavo da solo sul fasciatoio, sul tavolo, in cucina…!
P – E?
M – Beh… potevi cadere!
P – Ma non sono caduto.
M – Ma potevi – e se fossi caduto? Saresti morto, sarei andata in prigione e…
P – Mamma, non sono caduto!
M – Lo so, è che mi sento in colpa – sono stata una madre attenta?
P – Ovviamente sì! E poi non puoi avere anche il senso di colpa retroattivo!
M – Eh, lo so… va bene allora… ci sentiamo poi tra qualche giorno…
P – Va bene —
M – Ciao, ciao… [rumori di tasti] Non si spegne…!
A – Il tasto rosso, premi il tasto rosso!
M – Quale tasto rosso, qui non c’è nessun tas– [linea libera]
