INDIAN SUMMER

Altro che, il sole da "estate indiana" mi fa male, a me… Mal di testa, mal di gola… un po’ di rincoglionimento generale… sarà pure dovuto alle prime otto ore nel nuovo posto di lavoro, e alla marea di nozioni e informazioni che mi hanno gentilmente rovesciato addosso. Però è bello, mi sembra di essere uno di quei pupazzi tutta testa con i semini d’erba al posto dei capelli, che lo innaffi lo innaffi e l’erba cresce. Ne avevo uno, anni fa. Non ricordo come lo chiamavo, ma era bello. Se non erro tentavo di venderlo a qualcuno in una scena di un cortometraggio di Fabio Zanello… mah! Bei tempi! Comunque non è stata una brutta giornata, a parte il rincoglionimento. Ci ho anche guadagnato una maglietta di Amnesty International

LA COMPILATION DEL COGNATINO

C’è il vento. Domani sarà una bella giornata, limpida. Il vento spazza via molte cose. Nel weekend ho ascoltato il racconto di una coppia di amici che ha avuto in questi giorni il primo figlio. E’ strano. Poi ho anche ascoltato un’altra coppia di amici litigare secco, rinfacciandosi cose che non avrei mai pensato. Strano anche quello. Voglio dire, ti fa pensare che non tutto è come sembra. E comunque nonostante lo spirito del paciere che vive sempre in me alla fine se cerchi di capire le ragioni di entrambi rischi di essere accusato di non voler prendere una posizione. Più che ascoltare, comunque… Ho anche fatto una compilation per il mio cognatino, che non ha un bel periodo ultimamente. Fare compilation per lui è sempre un grande sforzo di concentrazione perché cerco di mettergli il meglio. Come dice Nick Hornby, devi cominciare alla grande con i primi due pezzi, poi risparmiare le cartucce fino a metà dove piazzi un pezzo eccezionale, e poi il crescendo finale con gli ultimi tre pezzi in gran contrasto tra loro. Il segreto della compilation… Il segreto è soprattutto capire il gusto degli altri e vedere con gli occhi degli altri.

PARLIAMO IN BALENESE

Yep! Sono andato a vedere Alla ricerca di Nemo! Questi bastardi della Pixar sanno bene come fare un film di successo, e devo dire che sono sempre più bravi. Li invidio. Hanno portato un po’ di aria nuova in casa Disney, e se non ci fossero stati loro credo che il trend musical-kitsch non si sarebbe più risollevato. Voglio dire, dove altro puoi trovare gli squali che fanno autoanalisi, citazioni da Stalag 17, Psycho, Gli uccelli e Memento tutto in un colpo solo? Il segreto è presto detto: al di là della indiscutibile bravura nel campo della CG e dell’animazione (penso al banco di meduse, alla corrente australiana, all’inseguimento nel relitto) è la storia che conta. John Lasseter e soci sono storyteller di razza, e non si lasciano prendere mai né dal sentimentalismo fine a sé stesso, né dalla gag fine a sé stessa, né dal citazionismo fine a sé stesso… insomma, prima che continui a dire sempre la stessa cosa, nei loro film tutto si tiene. Tutto ha senso ai fini della storia, che è il vero elemento forte e di richiamo del film. A parte gli onnivori dell’animazione come me, esiste il modo di piacere a bambini e adulti, ed è quello che hanno capito sia alla Pixar che alla Dreamworks, sia (a tratti) alla Disney. Non c’è alcun bisogno di chiamare per l’ennesima volta Phil Collins a cantare canzoni nel film. Il cartoon musical è andato bene per La bella e la Bestia e Il re leone, ma solo perché gli autori erano Ashman e Menken da un lato e Elton John e Tim Rice dall’altro. L’ossessione politically correct della Disney di realizzare ogni film per catturare i consensi di un gruppo etnico è veramente obsoleta (abbiamo visto Cina, Africa, Grecia, Perù, Brasile, Francia, abbiamo avuto i nativi americani e presto avremo gli eschimesi)… mah! Al di là di tutto, Alla ricerca di Nemo è un film eccezionale, che ha il pregio di tenerti sempre sull’orlo della poltrona… e sarà meglio restare in sala fino alla fine dei titoli di coda per gustarsi qualche sorpresina finale…