Pensavo di avere un po’ più di tempo in questi giorni, invece è un po’ un delirio. Devo imparare un miliardo di cose nuove e nonostante tutti i nuovi colleghi siano disponibilissimi e sempre pronti a spiegarmi tutto mi sento un po’ come un PC che deve essere deframmentato… Ho disinstallato troppo velocemente troppi Gb di applicazioni e mi sembra di andare a rilento… Queste metafore da programmatore all’ultimo stadio mi fanno sempre ridere da solo. Come quando ti dicono di fare un Ctrl-Alt-Del e ricominciare daccapo! C’è chi riesce a farlo con una mano sola (il Ctrl-Alt-Del). Chi non ci riesce fa come i giapponesi che hanno inventato un aggeggio apposta!
SCHEMATIZZARE PER NON SCLERARE
GROTTESCO CON FINALE A SORPRESA
Ci vado raramente, lo confesso. Si trova un po’ fuori dai soliti percorsi cittadini (dai miei, almeno). Il Fratelli Marx però è un cinema di quelli che ti scaldano, con la gente che sta alla cassa, il bar, i libri, la programmazione sempre azzeccata. Peccato che queste sale non abbiano sempre il pubblico che meritano. Comunque, parliamo di Nòi Albinòi. Ridente film islandese che ti fa passare la voglia di una vacanza all’estremo nord… Fortunatamente in Islanda ci sono stato recentemente, e ricordo perfettamente la zona dov’è stato girato il film come una delle più desolate e desolanti dell’isola. Ma a parte queste annotazioni folkloristiche, il film è interessante e stuzzicante. Grottesco con finale tragico a sorpresa, come piace a me. Ovviamente lento come solo i film nordici sanno essere (più di Kaurismaki, per dire), ma con musiche intriganti dello stesso regista… Nòi (pronuncia: "nòui") è l’outsider in un villaggio dove sono praticamente tutti outsider. E’ un outsider al quadrato. L’amore, i soldi, la fuga – i suoi sogni si scontrano con il muro di ghiaccio della sua isola. Non gli resta che un View-Master (quanto amavo questi oggetti da piccolo!!!) dove perdersi in una utopistica visione hawaiiana. Dall’Islanda non si fugge.
