Ieri Stefi si è comprata un paio di scarpe estive. Sulla scarpa sinistra sono ricamati due spermatozoi. Su quella destra altri tre spermatozoi e un ovulo. Non so se per reazione a questo, ma poco dopo mi si è otturato l’orecchio sinistro. Adesso in qualunque direzione io inclini la testa, sento ondeggiare una massa viscosa tra il timpano e la mascella. Però prendo lo Zeppelin. Il mio medicinale preferito, che mi ricorda una delle band più geniali di tutti i tempi…! 😉
TORINO COVO DI COMUNISTI
Sono poco poco orgoglioso per la mia Torino, dove rispetto alla media italiana il nano malefico ha avuto decisamente meno voti! L’affluenza alle urne è stata maggiore che nel 1999, Uniti nell’Ulivo ha ottenuto il 35,77% e FI il 17,94%! A scendere, AN con il 9,31% e RC con il 7,87%… E anche alle Provinciali, il candidato del centro sinistra sta ottenendo una vittoria schiacciante! Dati ricavati dallo Speciale Elezioni del Comune di Torino.
IL RITORNO DEL FILM D’AVVENTURA
Piacevolmente sorpreso. E anche, una volta ogni tanto, soddisfatto dei soldi spesi. Ecco come mi sento dopo aver visto Master and Commander, recente ritorno alla grande di Peter Weir. Lo scetticismo pregiudiziale c’era, lo ammetto. Mi puzza sempre un film da Oscar con Russell Crowe in mezzo. A Beautiful Mind non mi era dispiaciuto, ma non mi aveva nemmeno colpito più di tanto. Qui c’è la stessa accoppiata Russell Crowe / Paul Bettany. Però è diverso. Merito forse del mare, e della sua potenza. Credo sia uno dei rari film contemporanei che riescono a rendere veramente bene un’atmosfera e uno scenario di duecento anni fa. Un film completamente al maschile. Le uniche donne sono la "Cara Sophie" cui il comandante Aubrey scrive e un’indigena brasiliana da urlo con la quale ovviamente l’integerrimo Aubrey scambia soltanto un’occhiata fugace. Comunque sia, il film sorprende, vuoi per la presenza in battaglia di ragazzi tra i dodici e i quindici anni (allora era costume, a quanto pare), vuoi per la potenza pura e semplice di una storia di agguati, inseguimenti e tempeste. C’è il momento "attimo fuggente", come in tutti i film di Weir, e c’è il momento "witness" (l’unione fa la forza). Ma poca retorica, e molte cannonate. Spettacolare senza essere tamarro. Una grande rarità. Peccato che il mio televisore abbia ricominciato a mostrare temibili schermate nere con riga bianca, e che abbia dovuto comprimere il panorama delle Galàpagos e di Capo Horn sul PC portatile…
