IL VILLAGGIO VACANZE
Intendiamoci, non è che fosse un vero e proprio villaggio. Più un grosso hotel. Però c’era… l’animazione! Io e Stefi non siamo stati in un posto con "l’animazione" dal lontano 1996. E’ una prospettiva che ci devasta. Eppure, per voler pagar poco e fare una cosa rilassante (cioè per non voler guidare anche nelle piste desertiche col sole a picco e stancarsi peggio di quando si è partiti) abbiamo optato per questa simpatica soluzione. Ora la eviteremo per altri 10 anni almeno. Perché, perché devono iniziare a rompere i maroni alle 10 del mattino (ora in cui tu ti spalmi sul lettino in piscina per dormire al sole) e attaccano con la "ssssssiglaaaaaaaa!" e poi insistono a proporti il beach volley, le freccette e il "gioco aperitivo" (non ho capito cosa fosse ma preferisco rimanere con la curiosità)? Comunque sia, poveracci, non erano nemmeno antipatici, facevano il loro lavoro, però… due palle!
METEREOLOGIA
La Tunisia ha in media due giornate brutte in tutto il periodo marzo-ottobre. Esattamente le prime due giornate della nostra vacanza. Ovviamente. Peraltro, sole a picco di giorno (ma piacevolmente ventilato) e 12 gradi di sera. A fine vacanza, tutti col mal di gola!
I TUNISINI
Loro sanno bene come prendere i turisti. In pratica li rapiscono. Specialmente se sono italiani. Cominciano a puntarti da lontano. "Italiano! Amigo! Gianluca (o Fabio, o Marco, o Giovanni, che sono i quattro nomi che conoscono in italiano)! Vieni qua! Solo per vedere! Ti tratto bene!". E ti portano nel negozio più inculato del Souk più inquietante del posto. I negozi tunisini sono dei labirinti di souvenir, dalla rosa del deserto al cammello magico (che non si è ancora capito come funziona), dalle chicha ai bicchierini per il tè alla menta. Comprare in questi negozi non prende meno di 45 minuti. Anche se compri un fischietto in terracotta. La cosa è comunque affascinante, perché ti offrono il tè, ti mettono a tuo agio, chiacchierano, c’è uno scambio di culture, tu ti informi, loro ti fanno vedere un po’ di merce. Poi arriva il momento della contrattazione, la recita commerciale in cui loro sono maestri. I più coscienziosi scrivono la cifra su un foglio e ti chiedono di scrivere tu stesso la tua offerta (in genere la loro cifra è almeno 10 volte più alta di quanto pensavi). Tu dici la tua e loro cominciano "Dieci?!?! Tu sei pazzo, mi vuoi rovinare? Io pago questo venti! Io devo guadagnare!" (con l’accento di Peter Sellers in Hollywood Party) e via così per delle mezze ore. Affascinante. Una volta. Poi rompe i coglioni.
GLI ITALIANI
Da sempre detesto gli italiani all’estero. Dopo questo viaggio ancora di più. Non è snobismo. Sta di fatto che troppo spesso chi ha i mezzi per viaggiare è uno stordito, ignorante e arrogante, che pensa di appartenere ad una razza superiore cui tutto è permesso. Questo si vede ancora di più in paesi come la Tunisia che loro considerano terzo mondo (nonostante anche lì abbondi la tecnologia, solo un po’ più polverosa). Nei paesi ricchi (più ricchi dell’Italia) l’italiano si comporta con supponenza ma abbassa maggiormente la cresta. In Tunisia ho visto cose tremende. Italiani che si fiondavano sui buffet che offrivano spaghetti snobbando i cibi locali, per poi criticarne la cottura (in Italia sono meglio). Grazie al cazzo, brutto deficiente, non siamo in Italia, quindi non puoi avere spaghetti e caffè come quelli che bevi da noi. Se sei venuto per quello, te ne stavi a casa tua! Pagano per fare delle escursioni con la guida e poi non la stanno a sentire, perché devono parlare ad alta voce degli ultimi piani tariffari di Tim o Vodafone. Visitano una fabbrica di tappeti dove le lavoranti prendono 3 dinari al giorno di stipendio e le apostrofano con frasi come "Uè, ma dite al vostro capo di darvi più di 3 dinari al giorno, è una miseria! Come cazzo fate a viverci?" (come fanno, brutto coglione? risparmiando su cibo e vestiti alla faccia del tuo stipendio di 2.000 euro mensili, pantaloncini firmati e videocamera da 4.000 euro). Entrano in una sinagoga, fermano un rabbino e chiedono "Scusi, ma chi è il dio qui?" (giuro, è vera)! Pagano un’anziana donna berbera per fare la foto con lei e la abbracciano in perfetta posa da faccetta nera. Da brivido. Forse il motivo principale per cui solitamente io e Stefi viaggiamo rigorosamente in solitario. Per la cronaca, la serafica risposta del rabbino alla domanda idiota in sinagoga è stata, semplicemente, "Dio!"…
PULIZIE PRE-VACANZIERE
Dopo una settimana a regime di 5 ore di sonno per notte e iperlavoro senza scampo su tutti i fronti, è finalmente arrivato l’agognato momento della vigilia della partenza per una mini vacanza (che si spera di tutto relax) in Tunisia. Il mio unico rammarico, nei confronti della vacanza, è che non sono riuscito ad assaporarla con il dovuto impegno prima di partire: a parte una rapida lettura d’obbligo alla Lonely Planet, non sono riuscito più di tanto a fare altro. Stefi, invece, ha un altro atteggiamento di fronte ai viaggi. Lei va in paranoia fin da una settimana prima della partenza (perché "non sa cosa mettersi") ed entra in una sindrome depressiva pre-viaggio che, se abbinata a quella pre-mestruale risulta devastante, soprattutto per me. Adesso, per esempio, sta passando l’aspirapolvere per tutta la casa. Perché se vai via una settimana non puoi lasciare la casa in disordine. Puntuale come un orologio, tra poco mi chiamerà per pulire il cesso. Lo so già. Non ho ancora capito il perché, ma per lei la vigilia di una partenza si trasforma in un’occasione per fare le grandi pulizie di casa. La gatta sclera e tende gli agguati a Stefi che diventa ancora più isterica (in queste occasioni si caricano a vicenda). Io, che ho già preparato da un paio di giorni con tranquillità tutto quello che penso di portarmi in viaggio, osservo incuriosito Stefi che tira fuori roba estiva dagli scatoloni, prepara pile indescrivibili di roba da stirare e fissa come in trance per interi minuti un gruppo di magliette per decidere quali portare (per una settimana le ho concesso al massimo 3 magliette, 2 pantaloni e 2 maglioncini, non di più). E penso: ma perché le donne sono così? C’è qualcosa che non funziona nella linea matriarcale? Perché per loro il relax è una cosa così sconveniente? Si sentono in colpa se non si ammazzano di lavoro anche in casa oltre che in ufficio? Devono scontare la gioia di andare in vacanza con un qualche tipo di punizione corporale? Per me la vigilia di un viaggio sarebbe certamente il momento ideale per rilassarsi un po’ prima della partenza, farsi le coccole, fare l’amore. Ma Stefi deve stendere, fare le lavatrici, e se la costringo a letto per riempirla di bacetti lei fissa il soffitto e dopo poco mi dice "C’è da pulire il pavimento della cucina, vuoi mica partire con la cucina in quello stato?"… Sì! Perché, chi se ne frega del pavimento sporco? Suo fratello che verrà a nutrire la gatta? Non credo proprio! Marco non noterebbe un ragno che gli penzola sul naso, figurarsi un po’ di briciole su un pavimento con le classiche mattonelle anni ’50 in stile "minestrone"! Ma non si può sfuggire al delirio di Stefi. Alla fine, quando avrà pulito tutta la casa, sarà sfiancata e ancora più isterica di prima, con la prospettiva di alzarsi alle 6 e guidare fino a Malpensa… Valla a capire!
ASCOLTA CON DOLORE: UN CONCERTO DEGLI EINSTURZENDE NEUBAUTEN
Ho ancora le orecchie sanguinanti. Il concerto per i 25 anni di carriera degli Einsturzende Neubauten è stato potentissimo. A 10 anni esatti dall’ultima volta che io e Marco li abbiamo visti dal vivo, sono tornati in Italia per l’unica data a Torino. Siamo tutti dieci anni più vecchi, ma a parte le rughe e le panzotte il tempo non passa mai. Arriviamo a Venaria dopo aver (ovviamente) sbagliato strada e aver fatto un po’ di giri a vuoto sulla tangenziale. Giungiamo in loco fendendo una folla di persone veramente eterogenee. Ci sono i tipi "arty", quelli "alternative brizzolato", quelli "alternative universitario" e altri tizi assolutamente normali. Poi ovviamente c’è un buon 50% di tipi assolutamente goth, cloni di Robert Smith, Peter Murphy e Siouxie… Che tenerezza, pensavo non esistessero più, e invece…! Lo dico perché un tempo ero esattamente come loro, ma mi domando sempre se costoro passano tutto il tardo pomeriggio a truccarsi per le loro serate tra amici o se vanno già a lavorare al mattino vestiti da Conte Olaf… Vabbè, comunque il teatro è grosso, l’acustica non è male e quando gli EN entrano c’è il boato. Blixa Bargeld, sempre più rovinato ma anche più spiritoso esordisce in italiano: "Buonasera… questa sera siamo in concerto per i 25 anni di Einsturzende Neubauten. Per una ora suoneremo greatest hits, poi venti minuti di Intermezzo per motivi igienici, poi una altra ora greatest hits". E partono con Futter Mein Ego. Dopo i primi due pezzi la posizione (davanti alle casse) si fa sentire: nelle orecchie ho solo un rombo indistinto e un fischio assordante. Immancabile la dedica al neoeletto Ratzinger di una poderosa versione di Haus der Luge (La casa delle bugie). La cavalcata tra i grandi successi è frastornante, Blixa è ultrateatrale come al solito, Alexander Hacke sembra un dio del male con le maniglie dell’amore (un misto tra Aphex Twin e Dave Gahan), N.U. Unruh è sempre più pelato e salta come un folletto tra compressori, fresatrici e residui dell’era industriale da cui trae ritmi sempre più deliranti. Di pezzo in pezzo tira fuori un carrello della spesa, una serie di taniche di metallo, una sorta di didjeridoo polimerico e un vasto assortimento di tubi di metallo. Gli altri EN (alcuni originali, altri nuovi acquisti) sono ugualmente bravi. Per i fan un po’ tamarri come me avrebbero potuto suonare anche quelli che a tutt’oggi sono i loro due hit maggiori (Die Interimsliebenden e Silence Is Sexy)… Gli EN però decidono invece di rispolverare la parte più oscura e industriale del repertorio, andando a pescare anche pezzi del biennio 1980-82 (tipo Sensucht, Kalte Sterne, ZNS, Armenia). Sono molto soddisfatto, insomma. Diventerò un supporter, così mi mandano il loro nuovo CD. Perché i furbastri, una volta deciso che non vogliono più avere nulla a che fare con l’industria musicale, si autoproducono e si sostentano con le sottoscrizioni dei fan. Dovrebbero mettere la possibilità di dare l’8 per mille a loro… Altro che Ratzinger! 😉