Ieri sera mi sono predisposto ad una tranquilla visione casalinga di Closer. Che tanto tranquilla non è stata. Nel senso che Closer è uno di quei film dove devi stare all’erta, cogliere i dialoghi, leggere tra le righe delle relazioni tra i personaggi. Intendiamoci, un ottimo film. Chiaramente derivato da una pièce teatrale. Non si fa altro che parlare, in Closer. Si parla però soprattutto di sesso, e se ne parla in maniera spinta. Non capita tutti i giorni di sentire Julia Roberts che ammette con Clive Owen di "farsi prendere da dietro" e di "farsi venire in faccia" da Jude Law. Né può mai accadere, nel normale universo filmico, che Natalie Portman scosti un minislip per offrirsi completamente nuda allo sguardo bramoso di Clive Owen. Insomma, di sesso se ne parla ma non lo si fa. O almeno non lo si fa in scena. E perciò ad un certo punto Closer risulta anche un po’ irritante, o magari forzato. Però c’è una sincerità di fondo che colpisce, nella ronda di questi quattro personaggi (o almeno tre di loro) che non sanno fare altro che farsi del male. Mike Nichols forse mirava a realizzare un nuovo Conoscenza carnale, ma mentre lì era spinto dalla rivoluzione sessuale in corso, qui il soggetto è un po’ più ripiegato su sé stesso. Anche se le inquadrature sono sempre tese, geometriche e inquietanti. Anche se dominano i primi piani, come quello bellissimo di Natalie Portman in lacrime.
ESERCIZI DI DIDJERIDOO
Una piccola novità, un momento di illuminazione. Nel weekend, alla libreria Scritti sulla Musica, ho trovato la seconda edizione ampliata e con CD audio allegato del libro sul Didjeridoo di Papi Moreno. Diciamo che dopo tre anni di onorata e polverosa carriera su una mensola di casa (data la mia totale incapacità di produrre altro che scorregge amplificate attraverso il didje), grazie al metodo illustrato nel libro sono riuscito a trovare il modo giusto di suonare. Adesso riesco quantomeno a modulare la nota base e a muovere la lingua per variare il suono! La vibrazione del didje la riconosci, come dice Moreno, perché ti risuona dentro. Nonostante dopo un’ora di esercizio mi sembrasse di aver gonfiato mille palloncini (non ho il fisico) la sensazione suonando è molto ricca, dà soddisfazione. Adesso che ho capito mi eserciterò ogni giorno, per la gioia di Stefi, Maya e dei vicini di casa. Poi magari in autunno vado a fare uno dei seminari di Papi… Why not? 🙂
IL SEME DELLA FOLLIA
Sarà il caldo. O magari il Giro d’Italia. Mentre sto per restituire un paio di DVD al mio Blockbuster (è mio: conosco personalmente tutti quelli che ci lavorano, Marcello, Axe, Simona) passa un tipo. Normale, mi pare. A pochi passi da me, davanti all’ingresso del negozio, si inginocchia sul marciapiede. Si fa il segno della croce. Rimane a capo chino qualche secondo, poi si alza e se ne va. Come se nulla fosse. Io e una coppia parcheggiata lì accanto lo seguiamo con lo sguardo. Decido che comunque è il caso di infilare i DVD nella buca. Passa un altro tipo. Mi guarda. Guarda con un certo interesse la locandina dei film a noleggio in uscita a giugno. Poi si toglie la maglietta e resta a torso nudo. Non stacca lo sguardo dalla vetrina. Prima di vedere una scena alla Carpenter, tipo una serie di personaggi inquetanti attratti dal demone del videonoleggio, mi avvio verso casa. Mi viene voglia di fumare. Mi fermo accanto a due puttane, carine. Una bionda, l’altra mora. Ma sono entrambe salutiste, e di sigarette da offrire non ne hanno. Passa un gruppo di ragazzi in scooter, suonano i clacson, fanno apprezzamenti. Io e le puttane ridiamo insieme, poi riprendo la strada. A casa, la mia pallottina è ranicchiata su un divano. Respiro regolare, un sorriso sulle labbra. Le sfioro la guancia con un bacio. E’ un pezzo di notte a Torino.
