Dopo 11 anni di conto in banca utilizzato più o meno come un materasso a custodia del denaro, mi sono lasciato tirare (è la stanchezza) a fare un "piano di accumulo" di quelli a rischio minimo per deficienti dell’economia come me (da fotografare la faccia dell’addetta quando mi ha chiesto se sapevo cos’era un BOT e io le ho detto "assolutamente no"). La cosa curiosa è questa: per fare queste operazioni, devi sottoscrivere un documento in cui dichiari di non essere cittadino americano. Cioè, che mi significa? L’addetta spiega candidamente che se non certifichi di NON essere cittadino americano, il fisco USA assume di default che tu SIA in effetti un cittadino americano. E su qualunque minimo fondo di investimento ti cercherà in capo al mondo per farti pagare le tasse americane. Rimango basito…!
FLANERIE ESTIVA NELLA CITTA’ DESERTA
Ferragosto, the day after. Il torinese che rimane in città si aggira spaesato sotto i portici ombreggiati, tra le macerie dei cantieri olimpici, sotto il sole impietoso riflesso dai palazzi secenteschi e da quelli del ventennio. Il torinese nella settimana centrale di agosto è circospetto, guarda da sotto in su gli altri passanti (per capire se sono torinesi spaesati anche loro o piuttosto turisti spaesati, che potrebbe sembrare la stessa cosa ma non lo è). Va da sé che i turisti spaesati battono i torinesi spaesati 7 a 1. Perché sono ancora pochi (per fortuna) i torinesi che amano la flanerie diurna nella città deserta. Nonostante la sbandierata vocazione turistica, infatti, non ci sono bar, non ci sono negozi, non ci sono edicole, non ci sono tabaccherie. Ci sono solo i cantieri, metafisici, accecanti. Ed al flaneur, in un tripudio di saracinesche abbassate e biglietti di "Chiuso per ferie" può capitare al massimo di incrociare un negozio di abbigliamento aperto, con un commesso triste al bancone e vistosi cartelli "ultimi saldi: tutto al 50%" in vetrina. Inspiegabilmente, gli unici negozi aperti in centro risultano le profumerie: Limoni, Boidi, Douglas, Servetti, indefessi lavoratori dell’estate. Perché a Ferragosto si suda e quando si suda, si sa, è meglio deodorarsi…
IL FERRAGOSTO IN CITTA’
Il perfetto weekend di ferragosto: si comincia con un venerdì corto che prelude ad una cena tra amici: cibo, chiacchiere e buone vibrazioni (20 punti corazza). Si prosegue con un sabato dedicato al cazzeggio più totale (10 punti corazza) concluso con cena in famiglia. Pure in tempi cupi, i vecchi sono due rocce e stanno bene (10 punti corazza), anche se c’è quel peso di fondo che tira ad ammaccare e creare lividi dolorosi (-15 punti corazza). La domenica dunque va dedicata totalmente all’arte di stare bene, all’amore, al cuor leggero. Sveglia tardi, si inforca lo scooter per andare a bagnare le piante dell’amica in vacanza e poi via a fare i turisti per la città deserta, a pranzare nel quadrilatero quando non c’è nessuno in giro, ad andare al cinema (e scoprire che Romero è più in forma che mai) e a farsi una pizza surgelata una volta a casa premeditando il lunedì di festa (totale: 20 punti corazza). Domattina pranzo in campagna dai suoceri e a seguire visita agli amici che hanno avuto il loro dono più bello… tanto per pacioccare un po’ due nuove vite (si spera in almeno altri 20 punti corazza). Poi, un po’ di lavoro e infine le meritate ferie… Non male il ferragosto in città.