Detesto quando sono impegnato nella scrittura di un articolo e il correttore automatico di Word mi corregge Batman in Barman. E’ frustrante. E ce ne sarebbero altre mille, che ora non ricordo. Ma purtroppo devo andare in bagno, quindi meglio troncare il post qui.
DOUBLE FEATURE PICTURE SHOW (WITH CHOCOLATE)
In un giorno solo mi sono sparato Madagascar e La fabbrica di cioccolato. E che cazzo, era troppo che non andavo al cinema! Potrei liquidare in due parole il film di animazione Dreamworks, godibile, divertente ed apprezzabile tentativo di non realizzare cloni di Shrek. I pinguini dello zoo sono in assoluto i personaggi più azzeccati. Ma siamo comunque lontani dai capolavori dedicati all’orco verdastro. Sull’ultimo Tim Burton il discorso è (ovviamente) molto più ampio. Burton prende il libro di Roald Dahl (a sua volta un cult-book della letteratura per ragazzi) e lo visualizza, come è giusto che sia, filtrandolo attraverso la sua sensibilità dark che comunque sarebbe piaciuta all’autore (non a caso la vedova di Dahl ha coprodotto il film). Troviamo quindi una classica struttura-fiaba rivitalizzata dall’occhio del regista, dello scenografo e del musicista. Soltanto il set della casa di Charlie, cadente e soprattutto obliqua, varrebbe il prezzo del biglietto. Naturalmente la casa si contrappone all’ambiente-fabbrica, dove tutto è caleidoscopico, delirante, burtoniano all’eccesso fin dai titoli di testa. I bambini vincitori dei biglietti d’oro sono sufficientemente odiosi e anche i loro genitori sono perfettamente in parte. L’evoluzione della CG permette di avere Umpa-Lumpa tutti uguali (lo stesso incredibile attore: Deep Roy) e i loro numeri musicali sono degni della grande tradizione MGM, grazie anche alle musiche mai banali di Danny Elfman (mi riservo di ascoltarle in originale, ma è un fatto che ti entrano in testa con i loro fraseggi a volte swing, a volte psichedelici, a volte bizzarramente heavy metal). Guardando La fabbrica di cioccolato si capisce veramente cosa intendono quegli esaltati degli americani quando parlano di "eye candy". Un film come questo è veramente una "caramella per gli occhi", nel vero senso della parola. In più, Burton riesce anche ad infilarci una backstory per il personaggio di Willy Wonka (magistrale Johnny Depp coi dentoni finti) in modo da scritturare anche Christopher Lee, del quale evidentemente non riusciva a fare a meno…! Applausone finale in sala.
COSA FARE DEL MIO SITO
L’interscambio tra pietroizzo.com e questo blog al momento è scarso, ammettiamolo. Un paio d’ore fa rispondevo, stimolato da un post di Sergio, che la mia cosiddetta "ombra digitale" è una presenza inquietante, difficilmente classificabile. Io proietto di me stesso il più possibile, cercando di usare il minor numero possibile di filtri. Il mio nickname è la mia reale identità, non ho mai sentito il bisogno di dissimulare. Ovviamente non posso eliminare i filtri che entrano in gioco quasi inconsciamente quando mi autorappresento in post sempre ai limiti della sfiga cosmica. Ed è il mio punto di vista quello che viene fuori dalle mie foto, dalle considerazioni che faccio sui miei ascolti, le mie letture, le mie visioni. Da un po’ di tempo, per varie ragioni, posto oziosamente qua e là, ho scoperto Flickr, me ne sono innamorato e trascuro il mio sito, luogo – diciamo così – della condivisione della conoscenza. In fondo è un archivio personale di fotografie, articoli, cose che mi interessano. Ma è anche il luogo dove cerco di comunicare qualcosa di utile sulla scrittura, la sceneggiatura, il design. C’è una media di 300 visitatori al mese, almeno 10 dei quali si disturbano a scrivermi. Da un lato mi lusingano, dall’altra mi terrorizzano. Evidentemente proietto un’ombra digitale che dà di me l’idea che io sia uno sceneggiatore bravissimo (!!!), un esperto web designer (mah…) o un fotografo professionista (magari!). Eppure, voglio cercare di dare qualcosa di più a questi utenti (e di conseguenza a me stesso). Ci sono alcune cose interessanti che bollono in pentola. Peraltro, molti contenuti di quel sito erano blog prima dei blog. Per questo ho deciso, in momenti alterni, di ripubblicare qui alcuni dei testi più inconcludenti e deliranti. Sono decisamente i lettori del blog il pubblico più adatto per le Top 5 surreali alla Hornby o per le bizzarre domande (poco) frequentemente poste. A presto.
