Nebbia = freddo umido = traffico in aumento = scarsa voglia di alzarsi, di fare, di pensare. Tessuto del mese: il pile. Colore del mese: il grigio nelle sue molteplici sfumature. Ieri ho usato il bagnoschiuma alla ciliegia, per contrastare. Hmmm. Creatività meno di zero, spirito di iniziativa manco a parlarne. Ti guardi intorno e sono tutti così. Tutti scazzati, tutti malati. Dovrò fare il vaccino? Ho paura di avere una reazione inconsulta. Io sono per il sì. Sì a tutto, sì a quello che arriva, sì a quello che parte, sì. Salvo che in autunno. Salvo che questo autunno in particolare. Adesso no. No a qualsiasi cosa. Siamo chiusi.
SI E’ ROTTO IL TELECOMANDO
[h 01.15]
M – Pronto?
P – Ciao ma’, ho sentito il tuo messaggio, ero fuori… tutto a posto?
M – Oh, ciao…! Sì, ecco, mi si è rotto il telecomando… mi è caduto dal grembo, no? E si è aperto, sono uscite le batterie, sono rotolate via…
P – Sì, ma’, lo so… ho sentito il tuo messaggio…
M – Allora ho passato mezz’ora a spostare le poltrone per vedere se trovavo le pile, ma ne ho trovata solo una, e allora mi sono agitata perché non potevo spegnere, abbassare il volume o cambiare canale…
P – Ma’ ho capito, ho sentito il tuo messaggio, volevo solo sapere se adesso va tutto bene!
M – Ho spostato anche il divano, ma sai, da sola non ce la faccio molto… Ah… Hai sentito il mio messaggio?
P – Sì, l’ho sentito, ti ho chiamato per questo.
M – Ah, ecco…
P – Allora, tutto a posto?
M – Eh sono stati qui fino ad un’oretta fa il signore del primo piano e la signora del secondo piano…
P – A fare che, scusa?
M – Ma niente, quando ho visto che non trovavo la pila mi è venuto in mente di chiamare il signore del primo piano…
P – Alle 11 di sera?!?
M – Ma infatti, mi è venuto lo scrupolo. Allora ho chiamato quella del secondo, che tanto va a dormir tardi, e le ho chiesto se secondo lei potevo telefonare a quello del primo.
P – Ah…
M – Lo ha chiamato subito lei, e poi sono venuti su insieme, sono stati fino a mezzanotte…
P – Ci avete messo un’ora a trovare la pila?
M – Ma no, la pila l’hanno trovata subito, era sotto il divano un po’ nascosta. Solo che poi si sono fermati a guardare un po’ di televisione con me. Gli ho anche offerto qualcosa, ma non hanno voluto nulla…
P – Ah, bene… Gentili!
M – Sì, solo che il signore del primo piano è un po’ tachis, mi mette sempre le mani in faccia…
P – In che senso, scusa?
M – Mi tocca mentre parla, poi vuole sempre baciarmi sulle guance!
P – Eh, beh… è affettuoso! Ma tanto c’era anche la signora del secondo con voi, no?
M – Sì sì, ma tanto lui non si fa mica problemi…
P – Va beh, comunque ma’… dovresti invitarli a prendere un caffè ogni tanto, non solo chiamarli quando hai problemi.
M – Sì ma quello del primo piano da solo no, però… Ho un po’ paura a star da sola con lui.
P – Ha ha ha… dai, allora tutto a posto, vado a dormire che è quasi l’una e mezza.
M – Sì, senti… l’altra sera al ristorante cinese, avete mica preso il pollo? Perché sai, l’influenza dei polli…
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(Per la cronaca, la telefonata si è conclusa dopo 18 minuti).
IL BELLO DELLE PRIMARIE
In ritardo come sempre, perché le cose le devo un po’ elaborare, mi vengono in mente riflessioni sulle primarie dell’Unione. Non ho mai scritto nulla sull’argomento perché mi lasciava (e mi lascia) abbastanza senza parole (non in senso negativo, ma perché è già stato detto di tutto e di più). Ho cazzeggiato qua e là sui blog altrui, leggendo e talvolta commentando sull’uno e sull’altro aspetto, su questo e su quel candidato. Alla fine ho risolto per votare il "personaggio" che sentivo più affine al mio modo di sentire (tra tutti, Scalfarotto), certo in ogni caso che la maggioranza assoluta sarebbe stata di quel gran bel faccione di Prodi. Diciamo che forse una piccola parte di me sperava che Scalfarotto potesse superare quantomeno Mastella. Così non è stato (e quell’altro ha anche il coraggio di lamentarsi), ma non è assolutamente un problema. Come le primarie sono state a mio avviso un ottimo segnale di "partecipazione", la candidatura di Scalfarotto e i suoi 25.000 voti o poco più sono stati un segnale che comunque può servire portare qualcosa di inusuale nell’arena. Quello che resta, leggendo il suo blog, è l’inquietante sensazione che come sempre, all’interno dell’Unione ci sia più animosità che tra destra e sinistra… Ora, io non è che aderisca anema e core alle idee di Scalfarotto, piuttosto mi sintonizzo con il suo modo di porsi. Però trovo strano che, nel dibattito, ci siano personaggi che gli rimproverano (cito a memoria da un commento al suo blog) di essere benestante, intellettuale, di avere un blog (cioè di perdere tempo) e via dicendo. E’ anche vero che alle primarie, c’è stata una grande partecipazione di persone anziane (e quanto era bello vederli lì, tutti sorridenti e composti, per una volta non rompicoglioni ma uniti nel rispetto reciproco) ma pochissima partecipazione giovanile. Il giovane, che forse avrebbe anche votato un "volto nuovo", se ne fotte delle primarie come se ne fotte di tutto ciò che non sia un reality o una nuova suoneria del cellulare. E alla fine può essere questo il trucco per andare avanti in modo coerente e costruttivo, per uno come Scalfarotto. Puntare (anche) sulla fascia 18-22. Si tratta di un obiettivo difficile, più difficile delle 12.000 firme, più difficile dei 25.000 voti. Ma credo si possa fare.
