DONNA ANSIOSA CON BAMBINO, INCIDENTE IN MOTORINO

Che gioia! Che gaudio! Sono qui che devo prendere la patente per la moto e medito di acquistare un 500 per viaggiare un po’ più comodo (è il motivo per cui devo prendere la patente) e cosa ti va a succedere, tanto per affrettare l’acquisto? Un bell’incidente in motorino, di quelli classici miei. Scena uno, via Madama Cristina. Donna ansiosa con bambino piccolo si butta da una traversa senza guardare mentre pietroizzo arriva a manetta. Donna ansiosa guarda paralizzata mentre pietroizzo non riesce a frenare e le piomba direttamente dentro la portiera. Bambino piange mentre donna ansiosa si ferma e guarda pietroizzo che è riuscito a non cadere e sta borbottando una sfilza di bestemmie. Scena due, parcheggiati pochi metri più in là. Donna ansiosa e pietroizzo osservano i rispettivi veicoli constatando che miracolosamente non c’è alcun danno né alla portiera né al motorino. Pietroizzo fa per reclamare comunque qualcosa, ma poi pensa: "Corbezzoli! Le ultime volte che ho tamponato ho preteso di aver ragione e ho costretto i co-incidentati a fare un CID quando poi avevo torto io! Questa donna ansiosa con bambino veniva da destra. Vuoi vedere che ha ancora ragione lei? Stai calmo, pietroizzo, non alzare la cresta. E’ andata bene così, nessuno si è fatto nulla". Donna ansiosa e il bambino guardano pietroizzo con aria interrogativa. "E’ andata bene così, nessuno si è fatto nulla", dice pietroizzo. Scena tre, sulla via di casa. Rimasto solo sul suo motorino, pietroizzo comincia a notare che la ruota davanti va zigzagando e che il motorino tira alternativamente verso destra o verso sinistra. Fortunatamente Iorda il meccanico è a pochi metri. "Ti è rientrata la forcella, non val la pena cambiarla. Ti si è storto il manubrio, fai così, metti la ruota vicino ad un palo e dalle delle botte nel senso opposto a quello dove tira". Sicuro? Sicuro. Sto ancora picchiando i pali adesso. Stefi non mi dà fiducia. Oltretutto pare che avessi comunque ragione (e precedenza) io. Mi demoralizza. Sostiene che non prenderò mai la patente. E se fosse vero?

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ANNA OXA E’ DIAMANDA GALAS

Due impressioni sparse al volo. Finite le Olimpiadi, improvvisamente compaiono una marea di orribili manifesti elettorali. Lo so, probabilmente il resto della popolazione italiana ci è già abituata da un pezzo, ma il colpo allo stomaco qui a Torino è stato forte. Fino al giorno prima nient’altro che "look of the games" o alla peggio pubblicità degli sponsor olimpici e di colpo… Fini! Casini! Prodi! Bertinotti! (Avrete notato la mia sottile par condicio e per inciso la non intenzione di citare il protagonista assoluto di molti, troppi manifesti). Un’altra pennellata di delirio nel quadro di un inverno che sta per finire: Anna Oxa. Intercettata per caso la sua immagine, rimango assolutamente catturato dal suo mini-show assolutamente antisanremese, antitelevisivo, antipopolare, un po’ inquietante (devo dire anche un po’ ridicolo) e penso: ma da quand’è che è diventata Diamanda Galas?

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MA TU HAI CAPITO QUALCOSA DI ROMANZO CRIMINALE?

Ogni tanto decido di vedere un film italiano, facendomi guidare un po’ dall’istinto. In genere mi prende la sfiducia, ma sono stato piacevolmente sorpreso dal DVD di Romanzo Criminale, che avevo un po’ snobbato al cinema. Invece, pur con qualche ingenuità e qualche buchetto di sceneggiatura qua e là, il film è potente e ti colpisce in modo strano. Perché è uno shock vedere che forse in Italia può rinascere un genere che sembrava morto dal 1979-80. Perché – piccolo colpo di genio di Placido – il film coniuga Scarface e Accattone. Il noir tipicamente americano con l’estetica e l’etica dei ragazzi di vita pasoliniani. Fa specie anche vedere la strage di Bologna ricostruita in CG – una spettacolarizzazione della storia che non è da film italiano (e l’effetto è quasi straniante), ma che è risolta abbastanza bene dal regista. Romanzo Criminale dimostra che abbiamo veramente uno star system italiano… Insomma gli attori bravi non ci mancano se servono la storia giusta e sono in mano alla persona giusta. Duro come il romanzo da cui è tratto, diviso in tre parti (una per ognuno dei capi della banda della Magliana di cui si raccontano le gesta), lungo ma scorrevole, Romanzo Criminale è di sicuro uno dei pochissimi film italiani che ho visto con piacere negli ultimi anni.

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