PARALIMPIADI: SVEZIA VS. GIAPPONE

Sono soddisfatto della mia scelta di assistere ad una partita di Hockey su slittino (nella fattispecie Svezia vs. Giappone). Duemilaquattrocento torinesi devono averla pensata come me, e persino Stefi si è divertita un mondo. L’hockey olimpico visto in televisione è già un po’ cattivo, ma questi atleti paralimpici si tirano veramente le mazzate! Letteralmente! Comunque, dalla nostra posizione in mezzo alla tifoseria giapponese, abbiamo assistito ad un match incredibile, e ho mentalmente annotato alcune cose. Ci volevano le paralimpiadi per portare anche quelli che non hanno le centinaia di euro da spendere a vedere una partita (non eravamo i soli a pensarla così). Queste partite olimpiche sono molto, molto americane. Cioè, avete presente quando nei film americani vanno alle partite? Uguale. Sembra di essere dentro un gioco della EA Sports! We Will Rock You, Stop the Rock, Block Rockin’ Beats, Pump the Jam, Walk This Way… non viene risparmiato nessuno stacchetto musicale con tanto di cheerleader coi pon pon in agitazione! Il maxischermo inquadra gente nel pubblico e incornicia le coppie con un cuore, o con altre animazioni trash di questo calibro. Prima del fischio d’inizio una voce urla "AAAAAAARE YOUUUUU READYYYYY?" e intanto i maxischermi dicono "Make Noise" o "Clap Your Hands". Mah. I giapponesi hanno una tifoseria strana, ricca di ventagli, rami di ciliegio in fiore e birra… tanto che sembrava di essere entrati in un manga di Rumiko Takahashi. Cinque a uno e il Giappone vince. Una bella emozione, alla fine. Credo per tutti.

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LOSTMANIA: L’INIZIO DELLA FINE

E così alla fine ha preso anche me. La Lost mania finora aveva contagiato solo pochi, selezionati amici satellite e/o ADSL-dipendenti. Confesso che volendo avrei potuto scaricarmi anche io l’intera prima serie (cosa che comunque sto provvedendo a fare mentre scrivo), ma non ne ho mai sentito particolarmente l’esigenza. Poi, cominciano a trasmetterlo in chiaro su Rai 2. Allora penso: maddai, proviamo almeno a vederlo. Per idiosincrasia verso le pubblicità e anche perché Rai 2 a casa mia non si vede un gran che, comincio a scaricare il DivX delle prime due puntate. Tra orsi polari e labrador inquietanti, tra residui drogati del Signore degli Anelli e flashback adrenalinici, tra bestie invisibili che scuotono le palme, messaggi disperati in francese e misteriosi sfregiati che sussurrano viscidamente "Vuoi sapere un segreto?" credo di essere già sulla strada della dipendenza cronica. A occhio e croce è un bell’incrocio tra L’Isola dei Famosi e Il Prigioniero, con una bella spruzzata di Twin Peaks e una punta di Doctor Who. Sicuramente intrigante, vedremo come andrà a finire (ma se sarà troppo cerebrale so già che non riuscirò a seguirlo)…

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EASY RIDER SU VIDEOFONINO

Scoprire che sul mio cellulare di terza generazione, usatissimo per fare quattro cose (telefonare, mandare sms, fare foto stupide e giocare a solitario nei bagni dell’ufficio) è possibile vedere dei film interi non è più di tanto una sorpresa. Constatare che tra un Jumanji e un Last Action Hero, tra un Hitch e uno Spanglish è possibile vedere tutto Easy Rider, beh… quella è una storia molto più acida. Mi immagino nel ruolo di uno yuppie (si dice ancora così?) mentre viaggio su un treno in prima classe, col portatile acceso sull’ennesima presentazione in Powerpoint, annoiato e deluso dalla mia vita manageriale. E’ allora che, guardandomi intorno furtivamente, inserisco l’auricolare e faccio partire Capitan America e Billy the Kid. Goddamn the pusher! Mi spuntano i baffoni, il completo di Hugo Boss diventa uno sdrucito giaccone di pelle (con frange, grazie). L’apoteosi del sogno di libertà ad uso e consumo dei cellulardipendenti. Mi sembra un cortocircuito. No, aspetta… è proprio un cortocircuito! Sta per saltare la cor-

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