TORINO D’ARGENTO…

Vedendo Dario Argento ieri a Torino ho pensato diverse cose. Ho pensato che alla fine anche lui ha la sua età e si è trasformato impercettibilmente, anno dopo anno, in un’icona del nostro cinema, un regista studiato, di quelli da retrospettiva. Eppure, smentendo qualsiasi tipo di ingessatura accademica, è sempre lui a proporti di fare delle copie pirata del suo film "Jenifer" (uscito solo in USA per la serie Masters of Horror) per poterlo vedere in Italia. Ho pensato che lui è uno dei pochi registi di cinema-cinema, cioè uno che non sa esprimersi se non a livello visivo (a scapito della storia, della coerenza narrativa e un po’ anche della coerenza dei suoi discorsi al pubblico che – si capisce benissimo – vanno per immagini mentali). Ho pensato che nella mia vita di cinefilo ho "visto da vicino" diversi registi (John Carpenter, David Cronenberg, Aki Kaurismaki, William Friedkin, Paul Schrader, John Milius… John Landis e George Romero anche più volte), ma mai quanto Dario Argento che avrò visto una decina di volte negli ultimi quindici anni. Il che me lo rende quasi familiare. Torino d’Argento ha avuto anche il pregio di dare voce a Carlo Leva, lo scenografo di Il gatto a nove code, presentato ieri sera in versione ristampata. Leva è un simpatico quasi-ottantenne con il quale io passerei ore ed ore. Suoi tutti gli aneddoti migliori sui trucchi di lavorazione, come le corde dipinte con colore metallico e ingrassate per farle sembrare cavi d’acciaio dell’ascensore o il bar improvvisato montato sul grattacielo della Reale Mutua. Il tutto nell’ottica di celebrare Torino come set, una cosa che sta molto a cuore anche a me e agli amici della Bamboo… 🙂

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LE MERAVIGLIE DI UNO SCROTO BEN RASATO

Grazie a Marco, il mio pusher favorito di siti idioti e bellissimi, ho avuto modo di scoprire un paio di chicche da segnarsi nei preferiti. Lui li trova perché è interessato ai processi di inserimento di riprese video all’interno di progetti realizzati in Flash (è il suo lavoro). Io li trovo semplicemente geniali. Il primo è in realtà un sito pubblicitario del nuovissimo rasoio Bodygroom della Philips. Ora, non so cosa ne pensiate voi riguardo alla depilazione maschile. Io ne penso tutto sommato male. Eppure devo ammettere che il tizio in accappatoio che illustra le meraviglie di uno scroto ben rasato mi ha fatto venire voglia di comprare il prodotto! E vi assicuro che non sono una facile vittima dei messaggi pubblicitari… Quest’uomo è un mito, e altrettanto lo è la sua canzone dedicata alla depilazione totale (la trovate sempre sul sito). Un altro pazzoide geniale è Pjotro (non sono io sotto falso nome, credetemi), un ingegnere finlandese amante della musica e della danza che ha creato una "tuta musicale" che lo fa sembrare Tron. Vale decisamente la pena di esplorare ogni link del suo sito. La sua voce, i suoi passi, l’applicazione che permette di farlo danzare in base a dettagliate coreografie create dall’utente, i filmati che ha messo a disposizione, tutto concorre a creare un’esperienza ai limiti del paranormale. Io ho già scaricato il suo screensaver. Vi consiglio di farlo subito anche voi.

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MATRIMONIO VULCANIANO

E così alla fine è arrivato il momento: il Vulcaniano si è sposato. Andare al suo matrimonio è stato come entrare per un attimo in una sfera di perfezione assoluta, dove i denti sono sempre bianchi, e le foto non vengono mai male. Ma andiamo con ordine. Prima del matrimonio vengono i preparativi, che come gli affezionati lettori ben sanno, in CasaIzzo si svolgono generalmente con stanche abluzioni mattutine e vestizione sofferta per via del punto vita eccessivo (io) e con isteria e carica elettromagnetica al massimo, asciugacapelli ipertecnologici e crisi di panico da ritardo (Stefi). L’ultimo quarto d’ora l’ho passato a darle cento colpi di spazzola per aggiustarle i capelli. Senza risultati apprezzabili (per lei). In macchina con Lorenzo e Grazia fino a Caselle, ci fermiamo di fronte al municipio. Ben presto si uniscono a noi altri amici della coppia Vulcano-Marziana, in attesa dello sposo. Che non arriva. Trenta secondi prima dell’entrata degli sposi nella sala comunale ci viene detto che il matrimonio non è al municipio ma – appunto – nella sala apposita della biblioteca comunale. Appena in tempo: del resto sono uno dei fotoreporter semiufficiali della cerimonia… non potevo fallire! Il Vulcaniano è perfetto in ogni sua manifestazione, sorride sempre e non viene mai male. Lo stesso, se non di più, si può dire per la sua fulgida sposa, che sembra uscita dalle pubblicità dei prodotti L’Oreal. Maledetti – penso – non è possibile! Riuscirò a farvi almeno una foto dove veniate male! E invece no. Con grande scorno di tutti, i Vulcaniani vengono sempre perfetti. Anche al ristorante, dove con perizia vulcaniana hanno persino pagato la SIAE per la musica diffusa dagli altoparlanti (cosa che ovviamente io e Louga non ci sognavamo neppure). Comunque è stata una giornata perfetta sotto ogni aspetto. Menu ricco ma non troppo da sfondare gli invitati, cielo terso, atmosfera rilassata. Persino i bambini (onnipresenti in ogni matrimonio) hanno giocato in silenzio. Sarà stato merito del mago che passava tra i tavoli a fare giochi di prestigio, tra i bagliori causati dai sorrisi degli sposi. Naturalmente non sono mancate le mie proverbiali gaffes, tipo "Marzia, ti è caduta la spallina!" (quando invece era proprio l’abito da sposa ad essere fatto in quel modo) o "Marzia, hai bisogno di qualcuno che ti tenga il vestito mentre fai pipì?" (quando ovviamente c’era la madre della sposa immediatamente lì dietro, pronta ad aiutare la figlia a fare pipì). La curiosità del giorno: abbiamo persino conosciuto un fan affezionato di CasaIzzo e di Bamboo Productions! In tutta la mia vita non mi ero mai sentito tanto blogstar come quando questo simpatico ragazzo mi ha detto "Ma tu sei Pietroizzo, io leggo sempre delle avventure tue e di Stefi!"… Temo però che Stefi non fosse ugualmente felice di questo particolare.

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