ADHOMUKHA-SHVANA-ASANA: MI PIEGO, E POI MI SPEZZO ANCHE!

La furia degli elementi, qui da noi, continua a colpire anche nel weekend. Dopo una fortunosa spedizione Bamboo in quel di Moncalvo a riprendere un saggio teatrale per soldi e un tour de force eporediese con mia madre (in solitaria) arriva la domenica. Giorno in cui potrei dormire (e infatti di solito dormo fino alle 13.30) ma che stavolta, abbiamo deciso, avrebbe dovuto essere diverso. Perché ieri avevamo in programma la giornata intera (dalle 9.30 alle 18) in un agriturismo di Montafia a fare yoga, power yoga, meditazione, massaggio ayurvedico, riflessologia e yoga a coppie. Partiamo tardi, alle 9. E ci rendiamo presto conto che la macchina va a scatti. Stefi: "Ma è mica in riserva?". Io: "Ma va’, ho messo 20 euro stanotte!". Stefi: "Ma non è che per caso hai messo benzina?". Io: "Certo, senza piombo, per chi mi hai…". Stefi: "E’ UN DIESEL, DEFICIENTE!!!!!". Primo casino della giornata, trovare il benzinaio che ci rabboccasse 30 euro di diesel per mescolarli all’indebito ammontare di benzina che ci avevo incautamente messo il giorno prima. Arriviamo ovviamente in ritardo all’appuntamento. Tutti sapevano già del problema benzina/diesel, grazie al passaparola ayurvedico. I proprietari della cascina hanno occhi azzurrissimi e tuniche bianchissime, e sembrano molto ricchi. La cascina è enorme. Mi informo su quanti ospiti possano dormire lì: nessuno. Non è un agriturismo. Allora fanno solo ristorante. Nemmeno. Ci abitano loro e fanno i weekend ayurvedici. E basta. Ci spariamo una mattinata di yoga più o meno intensa (il power yoga, per intenderci, è una sorta di aerobica strong molto stancante gestita da un tipo assurdo e superflessibile con shorts attillati e bigolo in evidenza che risponde al nome di Gianrenato) fino all’ora del pranzo. Ayurvedico. Cioè vegetariano, a base di riso, orzo, frittatine, insalata. Io riesco a spaccarmi un premolare mangiando il riso. Era al dente, ok, però… Adesso mi tocca anche l’appuntamento dal dentista. Anzi, devo sbrigarmi a finire il post, ché devo andare. Che dire, la riflessologia plantare mi ha fatto bene al piede ma mi ha causato l’artrosi alle mani (specie ai pollici che non sento più) e lo yoga a coppie ha generato grandissima ilarità in Stefi e in tutti quelli che ci stavano intorno, che vedevano questa fantastica coppia di leoni marini che si agitava nelle posizioni più improbabili sull’erba del patio. A day to remember, insomma, nonostante i dolori articolari che hanno preso possesso di ogni nostra giuntura…!

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LA RIVINCITA DI TRILLY (FEATURING: GESU’ CRISTO)

Anche questa settimana, miei cari lettori, vola via tra un’impegno e l’altro, senza tempo per postare e senza tempo per dormire. Direi anche senza tempo per lavarsi, ma un minimo di pudore conviene mantenerlo. Ad ogni buon conto, siamo io, Léaud e il Mionico. Da bravi marchettari partecipiamo alla Festa del Cinema, adeguatamente travestiti io da Peter Sellers, Marco da Johnny Depp e Léaud da Trilly. Con la scusa che gli esseri fatati sono asessuati. Sarà. Sta di fatto che Trilly alla festa del cinema fa furore, balla colpendo in viso tutti i partecipanti con le sue alucce fatate e (in quanto essere asessuato) allunga le mani sulla scollatura di tutte le partecipanti. Uno spasso, veramente. Soprattutto l’incontro Trilly / Gesù Cristo (che poi si è scoperto che era Erode, ma insomma, sempre di Palestina si parla). Tornato all’ovile alle due, riesco a trovare un misero parcheggio (a dieci isolati da casa) soltanto alle 2.45. Quarantacinque minuti di guida in stato di ebbrezza nei meandri di San Salvario. Brrrr. Il giorno dopo, ovviamente, scatta il corso aziendale sul videomaking. Vado con scarsa voglia, dato che il videomaking al limite lo insegnerei anche io, se ne avessi il tempo. Ma va bene lo stesso, non si sa mai cosa si può imparare (e infatti grazie al direttore della fotografia che c’era in aula ho appreso qualcosa di più sulle tecniche di illuminazione). Il giorno dopo ancora (oggi, ndr) è il momento di pagare ICI, Tarsu, Bolli, spese condominiali e chi più ne ha (di bollettini) ne metta. Solo che i bollettini vuoti dell’ICI non li ha nessuno. Per cui in un clima da mezzogiorno di fuoco mi porto alle Poste vicino all’ufficio. Niente. Mi rimbalzano all’Ufficio Imposte vicino al Valentino. Niente. Mi rimbalzano alle Poste di Portanuova. E lì trovo gli agognati bollettini (dopo un’ora di cammino a velocità sostenuta). Ovviamente torno in ufficio sudato marcio, invocando il sopracitato Gesù con malcelata animosità. Poi mi ricordo che non era Gesù Cristo, ma Erode (e più probabilmente Erode Antipa). E allora tutto si spiega. Del resto Trilly aveva finito la polverina magica, quindi per questa settimana mi sa che resto in down…

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OVERDOSE SERIALE (BETTY SUAREZ E’ LA MIA MUSA)

Sarà la situazione da orfani di Lost, che ci fa ricercare a tutti i costi un sostitutivo della dose settimanale? Alcuni si immergono in un immaginario mutante carico di misteriosi superpoteri, altri si imbarcano in intrighi da Peyton Place postatomico… Io mi faccio le overdose di Ugly Betty. Agganciato subito. E’ bastata la prima puntata in italiano per scaricare di botto tutta la prima stagione. Ora guardo Betty a ogni ora del giorno e della notte (quando non lavoro, si intende). Stanotte l’ho anche sognata. Mi parlava, parlava al mio cuore. Sono fottuto. Ma andiamo con ordine. Ugly Betty è un Diavolo veste Prada in salsa chili, che mescola sitcom e intrighi da soap opera (ci sono omicidi, misteri e cambi di sesso spettacolari, roba da Beautiful per intenderci). Ci sono personaggi così camp che guarderesti la serie solo per loro, come se Armistead Maupin fosse stato assunto per l’occasione come dialoghista. E poi c’è lei, Betty Suarez, una signora Malaussène al quadrato, capro espiatorio di un’intera società con baffi, apparecchio per i denti, sopracciglione e vestiti assurdi. Betty che ovviamente è tutti noi, Betty che alle mazzate della vita risponde sempre con il suo metallico sorriso. Insomma, vedere Ugly Betty fa bene. Peraltro, la gnocca abbonda comunque, dato che nel corso della stagione fa la sua comparsa anche Rebecca Romjin (lei fa sempre la sua porca figura). Sarà che ho la predilezione per il tipo latino. Io adoro Michelle Rodriguez, Rosario Dawson, Salma Hayek – tra l’altro, guarda caso, produttrice esecutiva e guest star della serie – ed Eva Longoria, ma faccio i miei brutti pensieri anche su America Ferrera, quando si toglie l’apparecchio. Insomma, non posso fare a meno di tifare per Betty. Almeno mi toglie dalla testa l’isola per un po’…! 🙂

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