UN ANNO VISSUTO ASIMMETRICAMENTE

Un anno fa, più o meno all’ora di pranzo, mio padre se ne andava. Un po’ alla chetichella, come amava fare lui. L’anno che è passato mi è sembrato solo un vortice di eventi, compiti e situazioni sfocate, frammentate. Asimmetriche. Qualche notte fa, per la prima volta, l’ho sognato. Guidava la mia moto, quella che mi hanno rubato. Gli ho chiesto se rivoleva la sua, ma mi ha detto che me la posso tenere, che gli fa piacere. Certo, dovrò personalizzarla un po’. E così oggi non so bene cosa pensare. Non so se è una fine, un inizio, una tappa. Personalmente mi sento sempre in mezzo al solito guado, forse giusto con una corrente un po’ meno trascinante. Ma sono ancora qui tutto sommato a cercare di stare in piedi da solo e a vivere alla giornata. Questa cosa del giorno per giorno te la ripetono tutti, e devo dire che per un po’ va bene. Adesso però mi piacerebbe tornare ad avere qualche obiettivo personale invece di lasciarmi vivere dalle cose ed essere al massimo reattivo (e al minimo nemmeno quello). Ma… come faccio? Non saprei da dove cominciare. Ne ho voglia ma non ne ho voglia. Non so se mi spiego.

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Se la penultima giornata di ferie è volata in burocrazia, l’ultima si è svolta nella non esistenza dei centri commerciali. Nei centri commerciali io infatti mi sento una cosa. Nemmeno, insomma… Non mi sento parte dell’esistente. A vivere, a brillare, è la merce. Comunque sia, un giro all’Ikea fa piacere a tutti se non c’è il marasma del sabato pomeriggio. E poi confesso: volevo vedere la nuova FNAC delle Gru, e sono rimasto soddisfatto. Per un motivo molto semplice. Mi sembra che abbiano progettato la FNAC di Grugliasco con un occhio ai problemi che i clienti devono per forza aver segnalato nei riguardi della FNAC di Torino. Mi spiego: nella nuova FNAC tutto è ordinatissimo, etichettatissimo e facilissimo da trovare. E poi c’è la moto di Ghost Rider che troneggia all’ingresso, mica cazzi! Noto di sfuggita che mentre non c’eravamo qualcuno ha pensato a piazzare un menhir di alluminio nel cortile delle Gru e nel frattempo vengo gabbato come un deficiente da Stefi ("Sai, devo solo prendere due detersivi che mancano"…. E scatta la spesona). Ma torniamo all’Ikea. Quello che mi ha sconvolto è stata la scena seguente, tra una giovane mamma e suo figlio di 9, massimo 10 anni.
M – E perché non prendi questa (riferendosi ad una lampada Ikea appena uscita)?
F – Mamma, quella no! Al massimo quella in versione blu!
M – Ma perché? Il bianco è bello in queste lampade di carta…
F – Sì ma ci sono già i muri bianchi, le tende invece sono blu, quindi sta meglio il blu che richiama!
Perplesso, avanzo di qualche metro per poi ri-incrociarli più avanti, ancora intenti a discutere di lampade.
M – Guarda che ti serve un punto luce a soffitto in camera tua…
F – Mamma, no! Il punto luce a soffitto è vecchio! Io preferisco diversi punti luce a terra o sui mobili!
M – Comunque non avresti abbastanza luce…
F – A volte è meglio circondarsi di cose belle che di cose utili! (sic)
Ovviamente, la prima cosa che mi è venuta in mente è stato qualcosa tipo "piccoli gay crescono". Poi ho pensato che anche io detesto i punti luce a soffitto, quindi non ho fatto nessun commento. Magari era solo un giovane metrosexual

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