Stamattina, come tutte le mattine, ci sediamo uno di fronte all’altra, io e Dany. Come tutte le mattine, tra un grugnito e l’altro, ci scambiamo qualche parola un po’ per svegliarci a vicenda e un po’ per commentare il mondo da un punto di vista geek. Com’è, come non è, stamattina si parlava di blog e morte. Mentre vi toccate le palle, mi spiego meglio. Avrete sicuramente notato come, da qualche tempo a questa parte, i blog (ma anche Facebook, MySpace e YouTube) vengano citati sempre e invariabilmente in associazione a qualche fatto di cronaca nera. Del tipo "L’assassino aveva un blog", "Il sospettato aveva una pagina su MySpace", "La vittima frequentava Facebook" o "Il killer pubblicava video su YouTube". Da qui la riflessione: ma quando uno muore, il suo blog, che fine fa? Magari è uno che ha (aveva) le mani in pasta su mille siti, un vero duepuntozerino™. E allora? Rimane tutto lì, così, brutalmente interrotto, a perenne memoria degli altri blogger che magari continueranno a commentare l’ultimo post ad ogni anniversario? Oppure viene tutto cancellato, come se la persona in questione non avesse mai avuto un’identità digitale? Oppure ancora gli si fa confluire tutto in quella incredibile kitschata che è la moda dei siti tipo GlimpseBack? Magari si potrebbe inserire nel testamento una clausola per cui il più tech-savy dei parenti deve continuare a mantenere in vita i siti curati dal defunto… Nel caso di mio padre, per esempio, ho incluso tutto ciò che lui ha scritto nel mio sito, per evitare che si perdesse nel limbo di un account sospeso. Un altro sito che gestiva l’ho mantenuto in vita ma non l’ho mai aggiornato (e come potrei, è una roba ingegneristica). Mah. In ogni caso tutti pensano a farsi tumulare, cremare o criogenizzare, ma nessuno pensa a questi scampoli di personalità che restano sul web, equiparabili a quei cassetti che ogni tanto apri e ci trovi un oggetto di proprietà di qualcuno che non c’è più e sorridi perché alla fine un ricordo è sempre un ricordo. E voi? Siete per il testamento webologico? Strani discorsi che si fanno la mattina del lunedì, eh?
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