LOTTANDO CON I WIDGET, INVANO

Voglio finire così, proprio perché sono le due. Adesso mi sono sinceramente rotto i coglioni.

Il widget dei commenti recenti fa cagare, dovrò capire come funziona. Il widget di MyBlogLog… boh, è vuoto. La Tag Cloud è tutto tranne che cloud… Alla fine, come in tutte le cose, penso sia più semplice infilare a manina il codice (vedi footer) per averle come le si vuole (se si proviene da un background di web designer pistino).

Quindi dico basta al tema, a meno che a qualche illuminato non venga in mente di darmi una dritta, e cominciamo (domani) con l’importazione delle pagine statiche

ANCORA PROBLEMI SUL FRONTE OCCIDENTALE

Ok, quasi ci siamo. Sono riuscito a piegare WordPress alle mie esigenze, ho modificato un tema, va bene, son soddisfatto al 90%. Ci sono però ancora un paio di cose che mi danno problemi e devo risolvere. Le metto qui per promemoria mio, poi se qualcuno commenta e consiglia, meglio ancora…

  • TAG: i tag sotto il post, i tag nella sidebar di sinistra… Non riesco a capire come farli comparire nella riga subito sotto quella di categoria e commenti, e per quanto riguarda quelli della sidebar non riesco a trasformarli in una tag cloud normale (come quella di Axell, per intenderci). Inoltre non sono tag Technorati, ma tag di WordPress… come fare? Il che mi porta anche al discorso dei…
  • PLUGIN: ne ho installati a pacchi, li ho attivati, e adesso? Non so come usarli, mi interesserebbero soprattutto quelli per Twitter, Technorati, Flickr, MyBlogLog, AdSense. Ma il PHP mi sconforta, e mi sembra un discorso più difficile di quello del tema… E poi che differenza c’è tra un plugin e un widget? E perché i widget li posso mettere solo nelle sidebar? E non magari nel footer che mi viene tanto comodo?

Con questi ed altri amletici interrogativi vi saluto al prossimo post di servizio. Poi non vi preoccupate, li lascio qui. Anche dopo che avrò popolato le pagine no-blog e avrò importato l’archivio Splinder. Alla prossima!

SULLE NOTIZIE DI OGGI CI SCATARRO SU

Su questa cosa vado a momenti, ma in generale non sto più seguendo nulla. Il flusso di notizie, intendo. Ne parlavo giusto ieri con Stefi, la vita è troppo breve per seguire le stronzate dei media. Troppo breve per guardare TV spazzatura, troppo breve per sprecar tempo a leggere (alcuni) giornali… Troppo breve in genere. Prendiamo il fatto di Ratzinger e l’Università La Sapienza (che poi è un non-fatto, per quanto mi riguarda, per di più distorto dai media, ma non ne parliamo, abbiamo appena detto che la vita è troppo breve per questo). Ammettiamo che è abbastanza impossibile che una notizia rimbalzata ovunque non mi raggiunga. A quel punto nella mia mente si forma una bolla come di gas che ha un unico enorme fumetto all’interno che dice (proprio così) "E UN BEL CHI SE NE FOTTE?". Cioè chi se ne fotte del papa, chi se ne fotte di Sarkozy e Carla Bruni, chi se ne fotte dell’ennesimo fatto di cronaca, chi se ne fotte di Pato, chi se ne fotte di Jovanotti, ma un bel chi se ne fotte soprattutto alle dichiarazioni strappalacrime di Mastella & C. Prendete i palinsesti di notizie: riuscirete ad estrarre due, forse tre notizie utili su mille. Che so: il problema dei rifiuti (che però è coperto in modo malato dai media) e il casino alla Thyssen (dove solo ora a freddo riescono ad emergere dei fatti scremati da opinioni varie, melodrammi, strumentalizzazioni), per limitarsi all’Italia. Sul resto, occhi e orecchie ben coperti per non farseli otturare dalla merda che esce quotidianamente dai media, che hanno il solo scopo di creare ansia, paranoia, o nel migliore dei casi un appiattimento delle onde cerebrali. Il sistema dei media è solo una delle malattie del paese. L’Italia la percepisco come un malato terminale pieno di metastasi. I nostri tumori sono il Vaticano, la criminalità organizzata (intendo sia lo stato che le più tradizionali mafia e camorra), il sistema dell’informazione e quello dell’educazione. Per citare i più importanti, da cui per me derivano tutti gli altri malanni (classe dirigente ammuffita, welfare psicopatico, perdita dei valori, rialzo dei prezzi, code interminabili in banca e in posta). Però sarebbe troppo comodo (e troppo italiano) imputare ai nostri tumori tutta la colpa. L’Italia ha anche una malattia del sangue, se così vogliamo definirla. Siamo noi, gli italiani. Quelli che la situazione non è buona e allora a che cazzo serve. Ognuno per sé e (mettici quel che vuoi) per tutti. Il cancro comincia in famiglia, continua a scuola e poi nell’isola che non c’è del lavoro. L’unica è combatterlo personalmente, nel piccolo e nel medio piccolo, nella speranza che tante piccole azioni facciano un grande cambiamento. Ma la speranza si perde facilmente. Nasci e muori senza un senso o una direzione. Sei alla deriva. E’ a questo punto che ti rendi conto che le uniche notizie feelgood che rimangono sono quelle dei situazionisti che dipingono di rosso la Fontana di Trevi o fanno scendere le palline colorate da Trinità dei Monti. Protestare con lentezza. E alla fine di questo delirio indovinate la citazione nel titolo del post.

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