Quando non so più dove sbattere la testa, e devo prendere una decisione, comincio spesso col fare una lista dei "pro" e dei "contro". Schematizzare la realtà mi tranquillizza. Se riesco a ridurre tutto, per dire, ad uno schema di scacchi, allora sono felice. Peccato che non so giocare a scacchi…
GROTTESCO CON FINALE A SORPRESA
Ci vado raramente, lo confesso. Si trova un po’ fuori dai soliti percorsi cittadini (dai miei, almeno). Il Fratelli Marx però è un cinema di quelli che ti scaldano, con la gente che sta alla cassa, il bar, i libri, la programmazione sempre azzeccata. Peccato che queste sale non abbiano sempre il pubblico che meritano. Comunque, parliamo di Nòi Albinòi. Ridente film islandese che ti fa passare la voglia di una vacanza all’estremo nord… Fortunatamente in Islanda ci sono stato recentemente, e ricordo perfettamente la zona dov’è stato girato il film come una delle più desolate e desolanti dell’isola. Ma a parte queste annotazioni folkloristiche, il film è interessante e stuzzicante. Grottesco con finale tragico a sorpresa, come piace a me. Ovviamente lento come solo i film nordici sanno essere (più di Kaurismaki, per dire), ma con musiche intriganti dello stesso regista… Nòi (pronuncia: "nòui") è l’outsider in un villaggio dove sono praticamente tutti outsider. E’ un outsider al quadrato. L’amore, i soldi, la fuga – i suoi sogni si scontrano con il muro di ghiaccio della sua isola. Non gli resta che un View-Master (quanto amavo questi oggetti da piccolo!!!) dove perdersi in una utopistica visione hawaiiana. Dall’Islanda non si fugge.
INDIAN SUMMER
Altro che, il sole da "estate indiana" mi fa male, a me… Mal di testa, mal di gola… un po’ di rincoglionimento generale… sarà pure dovuto alle prime otto ore nel nuovo posto di lavoro, e alla marea di nozioni e informazioni che mi hanno gentilmente rovesciato addosso. Però è bello, mi sembra di essere uno di quei pupazzi tutta testa con i semini d’erba al posto dei capelli, che lo innaffi lo innaffi e l’erba cresce. Ne avevo uno, anni fa. Non ricordo come lo chiamavo, ma era bello. Se non erro tentavo di venderlo a qualcuno in una scena di un cortometraggio di Fabio Zanello… mah! Bei tempi! Comunque non è stata una brutta giornata, a parte il rincoglionimento. Ci ho anche guadagnato una maglietta di Amnesty International…
