Evvai! La terra e il fuoco – Storia di una inquisizione è stato selezionato per il concorso documentari al ToHorror Film Festival! Salvo cambiamenti improvvisi di programma, il film verrà proiettato durante la serata di inaugurazione, Mercoledì 15 settembre alle 21.00 al cinema Massimo, in via Verdi 18 a Torino… Mi raccomando, partecipate numerosi!!! Seguirà ignobile campagna di spam direttamente nelle vostre caselle di posta…
LA TECNOLOGIA SI RIBELLA
Porco qui e porco là!!! La tecnologia si ribella, continuamente! In questi giorni vorrei vivere in una caverna! Ha retto finché siamo stati in Francia (e meno male). Poi, il delirio. L’alimentatore del notebook è scoppiato (ovviamente nel notebook riposano placidamente tutte le 2.697 foto delle vacanze). Il desktop si è di fisso beccato un qualche worm strano. Il caricabatterie del cellulare di Stefi è scoppiato anche lui. La Tim intreccia paradossi nell’etere giocando a rimpiattino con il mio numero di telefono. Prendiamo la macchina per una visitina ad Ivrea e ovviamente si spacca l’acceleratore. Ma non nel modo tradizionale (macchina in panne, inchiodata, che non va più). No, troppo semplice. Nel modo opposto – accelerazione bloccata, motore a 50.000 giri costanti e macchina in movimento forzato!!! Quando la tecnologia si ribella, mi accorgo di quanto ne sono dipendente. E’ allora che mi infastidisco veramente…!
COSTRUIRE IL DISSENSO A TAVOLINO CON MICHAEL MOORE
Mi fanno ridere quelli che criticano Fahrenheit 9/11 dicendo che è un film sciatto e mal realizzato, o peggio ancora che è "di parte". Intanto vorrei vedere che non fosse di parte, altrimenti un film così non avrebbe senso di esistere. Per quanto riguarda lo stile, mi pare ovvio che Moore non è un diplomato in una scuola di cinema: è uno che sa come manipolare le immagini, capisce il valore del montaggio e usa queste sue capacità per fare (contro)informazione. Si capisce lontano un miglio che fare un film per lui non è un fine in sé, ma semplicemente un mezzo (tra i tanti a sua disposizione) per comunicare. Mette piuttosto tristezza che per venire a conoscenza di certi fatti in modo chiaro bisogna pagare il biglietto del cinema, mentre la televisione, mezzo che dovrebbe essere deputato a questo tipo di informazione, trasmette l’ennesimo reality show. Forse Fahrenheit 9/11 è meno lucido del precedente Bowling for Columbine. Sicuramente è più partecipe e più rabbioso. Sconfina in certi punti nella TV del dolore, eppure nel contesto del film probabilmente alcune scene (superflue e deprecabili in un programma televisivo) si rendono necessarie. Il cinema era strapieno – vivaddio. Fa strano vedere gli incassi di Moore sapendo per certo che un film del genere, in Italia, non lo avrebbe prodotto, distribuito e promosso nessuno. Ma in fondo, forse, le gesta del Bush nostrano non valgono un film di denuncia civile. Berlusconi è rappresentato fin troppo bene dalla più insulsa e natalizia produzione cinematografica italiana.
