accademia della crusca

» Da dove esce la parola “cazzo” (con rispetto parlando)?

Lo studio dell’etimo delle parole è una disciplina sommamente affascinante, e ci permette di scoprire le radici del nostro linguaggio – e quindi della nostra cultura e del nostro essere uomini. Pochi però si chiedono qual è l’etimologia della parola “cazzo”, che è in assoluto una delle più pronunciate nella penisola, nella buona e nella cattiva sorte. Indubbiamente la parola è la più indicata per indicare ciò che indica (perdonate il gioco di parole). Ha mille sinonimi, ma “cazzo” è il termine più icastico e più rappresentativo. Ebbene, quale meraviglia nello scoprire che deriva dal nome di un… uccello (come nell’inglese cock, del resto)! Il cazzo deriva dal nome del maschio dell’oca: l’ocazzo. La “o” si elide, ed ecco il nome perfetto per questo meraviglioso organo, fonte di incredibile gioia e fondamento esclusivo dell’autostima maschile…

» Perché si dice “mica”?

Ve lo siete mai chiesto? Il dizionario etimologico rimanda a Jacopone da Todi, 1306. Mica è una voce lombarda (da cui “michetta”) che indica una briciolina di pane. A memoria di quindici anni fa, mi pare che questo significhi anche in latino. Come avverbio è un rafforzativo che deve essere obbligatoriamente abbinato alla negazione. Sarebbe sbagliato dire “M’importa mica”, perché significa che comunque, sia pur minimamente, me ne importa. Si dovrebbe dire “Non m’importa mica”, significando “Mi importa tanto quanto potrebbe importarmi di una briciola di pane”. Un po’ come con l’avverbio “affatto”: tutti pensano che dire “questo vino è affatto buono” significhi dire che è cattivo; invece significa che “è completamente buono”. Bisogna dire “Questo vino non è affatto buono”. E dopo questa lezione di linguistica, mi sento più sollevato…