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Lisbona

Lisbona è un po’ un’aggressione ai cinque sensi: colori, rumori, odori, sapori e… palazzi da toccare. Quasi sempre una delle prime cose che si visitano a Lisbona è Belém. Un po’ fuori dal centro, ma insomma… niente di meglio per una guidatina nel traffico portoghese (degno di quello italiano se non peggio) – o per un viaggetto sui simpatici tram portoghesi. Comunque sia, io e Stefi non facciamo eccezione e Belém è il posto dove andare per scoprire l’architettura manuelina del Mosteiro dos Jeronimos e della Torre di Belém, di sicuro uno degli edifici più affascinanti di Lisbona. Ma per il fado, gli azulejos e un po’ di scene di vita portoghese, meglio passeggiare nell’Alfama, affacciarsi dal Miradouro del Santa Luzia, visitare la cattedrale della Sé. Non è facile parlare di Lisbona – è una città di contrasti. Mi ricordo soprattutto la Praça do Comércio, la cui scalinata finisce nel Tago (è lì che un simpatico autoctono ci ha offerto un intero panetto di hashish, grosso come un sapone da bucato). L’Elevador de Santa Justa – ottimo panorama, ottimi cocktail e struttura disegnata da un allievo di Eiffel. E poi i luoghi di Pessoa, le porticine dei locali dove si ascolta il fado, le strade illuminate di notte mentre aspetti il tram, il museo degli azulejos (non sono troppo da museo, ma le piastrelle dipinte non erano niente male). Il ponte del 25 aprile, simile a quello di San Francisco, e la zona dell’Expo 98 – una sorta di paese delle meraviglie tecnologico in contrasto con il resto della città. A Lisbona è facile trovare le tracce dell’età delle scoperte, quando Vasco da Gama e Magellano esploravano i mari. Meno facile ripercorrere i passi della rivoluzione dei garofani – nonostante il periodo sia decisamente più vicino a noi. Meglio annegare la nostalgia nei pasteis de Belém, dolcissime tortine che da sole valgono un viaggio a Lisbona. Le fanno solo in una pasticceria dove c’è una coda degna dei cancelli di uno stadio. Quella coda credo di averla fatta tre volte in una giornata.

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Isole Azzorre

Le Azzorre – arcipelago ideale perché la temperatura è sempre tra i 24 e i 26 gradi, perché c’è il mare, la montagna, lo svacco, il trekking, la buona cucina portoghese, la storia, la cultura, la natura, i vulcani e quant’altro.  Sono state scoperte poco prima dell’America (1427), quindi qualsiasi segno umano risale più che altro al rinascimento (nella sua versione iberica). Abbondano chiese e cappelle con volta a tutto sesto e decorazioni in pietra lavica. Abbondano soprattutto il verde e le ortensie. Diciamo che al di là delle coste urbanizzate, molto del territorio interno è riserva naturale, perciò non si vedono case per miglia e miglia (al massimo qualche vacca al pascolo) e la cosa è estremamente galvanizzante. São Miguel, l’isola più grossa, è stata la prima tappa del viaggio. Fondamentale la visita a Ponta Delgada, la capitale, e ovviamente il periplo dell’isola, che offre panorami mozzafiato, specie all’interno. Spiagge di sabbia pochissime, ma scogli a go-go e – contro il logorio delle gelide e violente onde atlantiche – le piscine naturali! Un tripudio di acque tiepide e calme direttamente in mare, protette da banchi di scogli neri. A questo proposito, degna di nota la località di Mosteiros. Tra l’altro l’isola è famosa per ospitare le uniche piantagioni europee di té – vale la pena vederle. Ci si muove nella bellezza mozzafiato di Sete Cidades, con i suoi due laghi vulcanici comunicanti, Furnas (con il suo lago, le sue fumarole e ovviamente le sue sorgenti termali) e Ribeira Grande, con la sua Caldera Velha degna di un film con Phoebe Cates (e mi riferisco ovviamente a Paradise). L’isola di Terceira ha una capitale – Angra do Heroismo – che è patrimonio Unesco dell’umanità e si vede. Anche qui le piscine naturali dominano il paesaggio costiero (specie a Biscoitos, un posto dolce già dal nome) e nell’interno ci sono meraviglie vulcaniche e paesaggistiche che fanno capire perché le Azzorre siano state definite una via di mezzo tra l’Irlanda e le Hawaii. A me hanno ricordato anche la Nuova Zelanda e l’Islanda. E la discesa dell’Algar do Carvão, vecchio vulcano spento, valeva tutta la vacanza. Vacanza economica, per chi se lo chiedesse, e molto rilassante.

Letture consigliate

Lonely Planet – Portogallo (John King, Julia Wilkinson)
Viaggio in Portogallo (José Saramago)
I Lusìadi (Luis Vaz de Camoes)
Tras os Montes (Julio Llamazares)

Siti da visitare

Portogallo
Portugal.org
Pousadas de Portugal
Destinazores

In sintesi

La sensazione di trovarsi all’estremità occidentale del continente è forte. Architettura manuelina, fado e azulejos (oltre ad un mare sempre diverso) affascinano in viaggiatore.

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