IL GRIGIO

Il grigio è un colore poco amato.
Secondo Wikipedia simboleggia la mediocrità, il rumore di fondo.
Un altra curiosità sul grigio: è un colore complementare di sé stesso. Oh sì, io amo le curiosità e i fun facts.

Il 2011? Per me è come se dovesse ancora iniziare. Siamo al 6 febbraio e tutto è ancora grigio. Certo, posso distinguere almeno 18 differenti livelli di grigio, ma sempre grigio è.
Intendiamoci: non è nero. Penso di poter dire che sto riuscendo a mantenere un atteggiamento positivo. Ma tutto è molto… nebbioso.
Un po’ mi sento in colpa. Nel tempo, ero arrivato a vedermi come una persona disponibile, empatica e capace di dare una mano con gioia.

Diciamo però che dopo 40 giorni filati di disagio senza interruzione (disagio non mio ma dei miei familiari più stretti), sono quasi contento di correre in ufficio nei giorni feriali, ansioso di tuffarmi in quel caleidoscopio (a 18 livelli di grigio) di lavori inutili e senza alcun significato che però rendono più semplice la vita. A volte capita persino di potersi dedicare ad un lavoro con un livello di senso lievemente più intelleggibile e allora, signori miei, è una pacchia.

Comunque sono esaurito. Ma non esaurito alla canna del gas: riesco sempre a rimanere più o meno pari a zero. Non vado in negativo.
Grigio. Vedremo per quanto tempo dura.

Il Grigio è anche il titolo di uno tra i più necessari degli spettacoli del signor G.
Sempre secondo Wikipedia, è la storia di un topo che si ritira da un mondo che non gli piace, va a vivere in una casa isolata: e lì è assalito da tutta la sua vita, gli tornano addosso tutte le ansie, è costretto a una continua autoanalisi. Entra dentro se stesso per guardarsi, per fare un bilancio.

Il Grigio, c’est moi.
E alla fine, a forza di guardarsi dentro, non resta che una scelta soltanto. Accettarsi.

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