TUTTOLOGIA APPLICATA

Che a volte tutto quello che serve è un po’ di confronto, è cosa ovvia e assodata. Spesso l’uomo tende a dimenticarsene. La donna anche, eh. Mica facciamo le differenze, qui. Però la donna, si sa, al confronto è più portata, mentre l’uomo preferisce alienarsi dal mondo. Va beh, dai. Bando alle generalizzazioni. Diciamo che io tendo ad alienarmi dal mondo. Poi ci saranno sicuramente migliaia di uomini sempre e comunque pronti al confronto. Froci.

Tutto questo per dire che oggi a pranzo, con una persona valida e stimolante (bisogna sempre pranzare con persone stimolanti, ricordatevelo… io cerco sempre di farlo, o piuttosto di pranzare da solo) si parlava di tuttologia. Ora, la tuttologia è una materia sulla quale mi sono sempre sentito molto preparato. Il tuttologo cosa fa? Un po’ di tutto, per l’appunto. E lo fa anche male, ma è molto attento a non farlo notare. Io fin da adolescente, ho divorato disordinatamente informazioni, dati, nozioni, culture, pratiche e studi. Poi ho scelto un corso di laurea che è tradizionalmente associato alla tuttologia (Scienze della Comunicazione, anche se allora non si chiamava ancora così). Adesso, sono un tuttologo.

Cosa vuol dire essere tuttologi oggi? Tanto per cominciare, il tuttologo non fa (quasi) mai brutta figura. È capace di sostenere qualsiasi tipo di conversazione in modo non approfondito ma dando l’idea che dietro quelle frasi buttate ad arte (“Il dada newyorchese non è la stessa cosa di quello parigino”, “la gnoseologia non ha raggiunto risultati degni di nota dopo Occam”, “il galleggiante va appoggiato sulla leva di scarico”) ci sia una profonda conoscenza in campo artistico, scientifico o semplicemente pratico. In realtà il tuttologo non si è mai occupato veramente di Duchamp, di teoria della conoscenza o di riparare sciacquoni. Ma dà l’impressione di averlo fatto. Il tuttologo è perciò smascherabile tranquillamente da un “esperto” della materia in questione, ma il profano, nel 99% dei casi, resta a bocca aperta e dà per scontata la cultura.

Si parlava, dunque, di tuttologia e di scarsa specializzazione professionale, un binomio esplosivo. Si invidiavano, perciò, le persone specializzate che magari hanno tutta la passione del mondo da infondere nel proprio lavoro (oh! poter intraprendere il lavoro ideale, quello in cui ti rechi in ufficio fischiettando, pronto ad affrontare le nuove e stimolanti sfide della giornata!). Il tuttologo langue, si imbarca in conversazioni stimolanti, si interfaccia un po’ con tutti ma è fondamentalmente insoddisfatto. L’esperto invece è realizzato, lo vedi che quando ti parla per due ore del suo lavoro lo fa con ardore, e riesce a farti sembrare interessante anche il cambio di un treno di pneumatici (niente contro i meccanici, eh…).

Poi incontri di nuovo l’esperto, e di nuovo ti coinvolge per ore sull’argomento di cui è – giustamente – esperto. Poi lo incontri un’altra volta, e provi a cambiare argomento. Non può. L’esperto ha passione, ma è condannato a pensare, vivere e raccontare sempre una cosa sola. Il tuttologo allora si chiede se non ci sia qualcosa di fondamentalmente sbagliato nell’invidiare l’esperto. L’esperto è da ammirare, non da invidiare.

Io, per me, ritengo che la cosa migliore sarebbe essere almeno un po’ esperti di qualcosa, oltre che tuttologi. Per adesso, sto cercando di perfezionare il mio status di esperto di donne.
Per tutto il resto, chiedetemi qualsiasi cosa. Io sono qua.

5 risposte a “TUTTOLOGIA APPLICATA”

  1. Risulta più evidente agli occhi di tutti il tuo essere tuttologo…ma in fondo anche tu sei esperto in alcune campi. Io stesso mi interesso in disparati argomenti anche se prediligo e mi aggiorno continuamente sul mio lavoro.

  2. @raf quello è un altro aspetto del discorso. la cultura del tuttologo è pur sempre una cultura, ma il vero tuttologo non la ostenta, se non è direttamente preso in causa. Meglio lasciar intendere di non sapere piuttosto che farsi vanto di una cultura attaccabile.

    @rebus almeno per voi esperti è più facile mettervi in pari, per i tuttologi DOC è difficilissimo in seguito acquisire una vera expertise!

  3. Avevo davanti a me una brillante carriera da tuttologo, e invece me la sono bruciata specializzandomi all’estremo 🙁

  4. Sai, spesso mi sono odiato, perchè in diverse situazioni ho fatto la figura del tuttologo.
    Non è facile, metti una sera a cena con amici, non puoi fare la figura di quello che sa tutto (oltretutto io non so tutto), spesso sono costretto a fare finta di non sapere.
    Questo non perchè io sia veramente bravissimo, ma solo perchè gli altri sono scarsissimi!

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