Ci sono quei libri la cui lettura equivale ad affacciarsi su un pozzo senza fondo. Ad esempio American Psyco di Ellis (che peraltro non rileggerei mai una seconda volta) rappresenta gli ’80 con una scrittura claustrofobica e piatta che dà la sensazione di cadere nel vuoto senza appigli. Ma si tratta di una sensazione oggettiva. Le correzioni, romanzo lungo, ironico e doloroso di Jonathan Franzen che ho finalmente concluso stanotte, mi dà la sensazione di affacciarmi su un abisso soggettivo. Perché c’è qualcosa di me e della mia famiglia nei Lambert, protagonisti del romanzo. Forse c’è qualcosa di ogni famiglia. Insomma, è sicuramente un libro che "prende" – anche grazie ad uno stile particolare, ricco di deliranti digressioni – ma nello stesso tempo si fa lasciare da parte per qualche giorno tra un centinaio di pagine e l’altro. Malattia, decadimento, atmosfera quotidiana e malsana. La vita vissuta come una compulsiva rappresentazione di sé stessi, perché così richiede la società. Accorgersi che il "campanello di allarme" suona a volumi inauditi da mesi, anni, e che forse non lo si voleva semplicemente sentire. La disgregazione della mente e l’aggrapparsi al sesso, ai soldi, alla carriera, al vagabondaggio per non doversi confrontare con sé stessi e con le proprie radici. I personaggi sono quasi tutti simpaticamente odiosi. Il libro, idem. In effetti, non so se lo rileggerò.
HAPPY ANNIVERSARY
Tre anni fa, a quest’ora, eravamo nel pieno della festa. Un po’ sudati dentro abiti poco comuni, anche se fondamentalmente molto country. Tre anni fa il punto di arrivo di un percorso già di suo lungo dieci anni e il punto di partenza per un viaggio tutto nuovo. Ogni tanto conviene fermarsi ad una stazione, immagino. Tre anni fa era tutto bellissimo, in fondo. Anche se per organizzare un matrimonio si sputa un po’ di sangue. E adesso è ancora tutto bellissimo, per quanto la vita non riservi sempre buone sorprese. Poi uno si ferma anche a pensare come fanno due persone normali, né belle né brutte, né povere né ricche, né giovani né vecchie ad alimentare ogni giorno questo interesse reciproco. Non lo so, non me lo chiedo nemmeno più. Sarà che restiamo sempre un mistero. Sarà che parliamo. Sarà che ridiamo e piangiamo. Sarà che cerchiamo di essere presenti. E comunque siamo presi bene. 🙂
COSA ASPETTATE? CI SONO I WEBDAYS 2005!
Ci siete già stati sul sito dei Webdays 2005? Conviene decisamente dargli un’occhiata. Soprattutto se vivete a Torino e vi chiedete come passare il weekend tra il 23 e il 25 settembre! Ora, non perché mi invitano a parlarne (non credo poi di essere così influente) e nemmeno perché due persone che stimo e apprezzo moltissimo sono tra gli organizzatori dell’evento, e neppure perché tra i relatori ci sono amici e collaboratori, devo dire la mia sui Webdays. Non c’è nulla di formale, palloso o prettamente tecnico nei Webdays. E’ più come una piccola grande fiera del web rivolta a pubblici veramente eterogenei. Intanto c’è di mezzo una delle iniziative più ganze che si facciano in città, e cioè quella del "Web oltre i 60", che spiega ai matusa più curiosi come approcciarsi ad Internet e come ottenere il meglio dalla rete. Poi si parla di social networking (tutto quanto serve a partecipare e a condividere sensazioni e informazioni), che alla fine dei conti è il nodo più interessante del web. Poi c’è l’immancabile e divertente concorso che quest’anno è di stampo fotografico… All’interno dei Webdays, per la gioia di artisti e designer viene presentato anche il Torino Flash Festival 2006! E poi conferenze, tavole rotonde, e perché no feste danzanti e cotillon! Il luogo quest’anno sono gli Antichi Chiostri di Via Garibaldi e (per le follie notturne) il Pastis. Io ci sarò, e voi?